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Il Vescovo ai catechisti: «l’altro deve "respirare” che gli voglio bene»

catechisti

Il Signore vi ha scelto non perché siete i migliori, ma perché vi ama”: così mons. Adriano Cevolotto, il 13 novembre, nel salone della parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza, ha invitato i catechisti, durante il rito del mandato a vivere la loro vocazione nella Chiesa.
Catechisti ed educatori, giunti numerosi da tutta la diocesi, hanno accolto l’invito, a nome di tutti gli uffici pastorali, di don Simone Tosetti, direttore dell’Ufficio Catechistico, che ha concelebrato il rito, vivendo insieme un momento di comunione e di confronto.
 

Scelti per amore

“La chiamata - ha aggiunto il Vescovo - fa parte di un gesto di amore di Dio a cui deve corrispondere liberamente una risposta. Siamo stati scelti per amore e questo viene prima di ogni servizio”.
 Riprendendo le parole della vocazione degli apostoli nel vangelo, mons. Cevolotto ha sottolineato un elemento importante della chiamata: “perché stessero con lui”. Quindi è fondamentale - per il Vescovo - stare con Gesù, essere familiari della sua parola, rimanere suoi discepoli.
“A quale condizione?” si è domandato il presule. La risposta è nell’andare: “Siamo mandati a stare con i ragazzi, i giovani, gli adulti, per l’annuncio di una buona e bella parola per la vita, inviati a portare il vangelo che riempie di gioia e non intristisce. Non è una delega - ha evidenziato mons. Cevolotto - non è una cosa a cui “ci pensa il catechista”, ma è necessario vivere il proprio ministero insieme a tutti gli operatori della comunità come l’artigiano: un sarto che cuce pezzi diversi che si armonizzano e che provengono dall’opera di Dio, dai genitori, dalla famiglia e dalle comunità”.


Umanità e rispetto
Il compito del catechista - secondo mons. Cevolotto - è quello di rintracciare i pezzi e cucirli per tenerli insieme. “Il bravo catechista - ha continuato - ha uno sguardo di fede che sa cogliere la presenza di Dio in chi ci sta davanti, osservando non solo il particolare, ma tutta la sua storia”. 
Il Vescovo ha poi evidenziato due competenze del catechista, la sua umanità innanzitutto che si manifesta nella capacità di comprensione, di empatia e di compassione.
“L’altro deve respirare - ha sottolineato - che gli voglio bene, che sono attento alla sua persona. Inoltre bisogna evitare giudizi affrettati e l’altra competenza è il rispetto del “terreno sacro” di ogni persona”.
 


L’impegno al servizio

Nella preghiera al termine della sua riflessione, mons. Cevolotto ha chiesto che, per catechisti, educatori ed animatori, la salvezza raggiunga la loro vita e con la salvezza l’amore di Dio.
“Guarda questi nostri fratelli e sorelle che ti sono dinnanzi, scelti per essere al tuo servizio nell’educazione. Dona loro la forza creativa del tuo Spirito, e la carità e la sapienza che impariamo dal tuo Figlio Gesù”: sono le parole pronunciate dal Vescovo per il mandato educativo rivolto ai catechisti. “Benedicili e dona loro il coraggio - ha proseguito - di farsi incontro ai più piccoli con amorevolezza e bontà, ai più adulti con gesti di cura infinita. Con la loro testimonianza, le persone a loro affidate, decidano di mettere in pratica il Vangelo e di rispondere alla chiamata di Gesù Cristo”.

A tutti i presenti è stato distribuito un cartoncino con l’impegno al servizio e mons. Cevolotto ha evidenziato l’importanza di vivere questo ministero: “Lasciatevi sempre guidare dall’amore in ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo e ogni abbraccio”.
 È stata una celebrazione intensa e significativa che ha dato la carica ai catechisti presenti per vivere con entusiasmo il proprio mandato.

Riccardo Tonna

Nella foto, i catechisti con il vescovo Cevolotto.

 Pubblicato il 14 novembre 2022

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