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Il Vescovo alla Caritas: Dio è capace di rendere presente l’impossibile


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“In questa scatola non c’è un libro, ma ci sono scarpe per camminare!”: con queste parole, sorridendo, il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha accolto il regalo dei volontari e operatori della Caritas della diocesi di Piacenza-Bobbio, il 19 dicembre, durante la messa natalizia nella basilica di Sant’Antonino a Piacenza. Un regalo apprezzato dal presule che ha raccolto l’invito a percorrere dei cammini che illuminano il cuore e la mente.

Camminare insieme

Il dono è stato consegnato al termine dell’eucaristia, accompagnato dalle parole di Franco, un volontario Caritas che, a nome tutti i presenti, ha ringraziato mons. Adriano Cevolotto che, dal giorno dell’insediamento, non ha mai fatto mancare il suo appoggio e il suo insegnamento pastorale alla Caritas, facendo sentire una forte vicinanza. “Abbiamo compreso - ha aggiunto Franco - giorno dopo giorno, il suo appoggio nel seguire i nostri amici meno fortunati, accompagnandoli nel cammino di recupero di dignità e di autonomia, per rendere più leggeri i loro pesi e superare gli ostacoli, cercando di far loro raggiungere obiettivi, pur in un percorso lungo e difficile”. Riconoscendo la costante presenza del Vescovo, il volontario ha evidenziato come il regalo della Caritas possa accompagnare mons. Cevolotto, nei suoi momenti di cammino personale, paragonandolo al percorso della Caritas che celebra 50 anni di vita.

L’apertura alla speranza

La celebrazione eucaristica è iniziata con i saluti del direttore della Caritas diocesana, il diacono Mario Idda che ha ringraziato il Vescovo per condividere il tradizionale appuntamento della famiglia Caritas, dello scambio degli auguri natalizi.

Nella messa, presieduta da mons. Cevolotto e concelebrata dal vicario generale e parroco di Sant’Antonino, don Giuseppe Basini e da don Franco Capelli, parroco di San Vittore alla Besurica, il Vescovo ha messo in evidenza cosa significa una vita sterile che non è capace di generare, una esistenza che si chiude nel proprio mondo narcisistico, vivendo e specchiandosi in sé stessi.
“Una chiusura - ha aggiunto - che è sempre accompagnata dalla rassegnazione di chi non vede futuro, di chi non ha la capacità di generare nulla di nuovo. Per il credente c’è - sintetizziamo il pensiero del Vescovo - la possibilità di un domani, fatta di una fiducia nell’altro, di un’apertura alla speranza. Se si dà credito all’opera di Dio, si opera qualcosa di nuovo che può nascere e dare vita. Il Signore è fedele a ciascuno di noi, ci dà speranza e questo deve valere per le relazioni con le persone di cui ci prendiamo cura. È un invito a cercare l’altro: non a caso il Dio con noi nasce ai margini, nei posti isolati, fuori dal centro”.
Augurando il buon Natale, il Vescovo ha sottolineato come questa bontà deve creare speranza nella vita e nelle relazioni.
“Per ciascuno di noi, per la comunità tutta - ha concluso mons. Cevolotto - coltiviamo la speranza che Dio è veramente capace di rendere presente l’impossibile”. 

Riccardo Tonna

Nella foto, mons. Adriano Cevolotto, Mario Idda e don Giuseppe Basini.

Pubblicato il 20 dicembre 2022

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