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Il buio invoca la luce: è tutto qui il Natale

Messa Natale 2022 027
 
 
Una notte di Natale gremita di fedeli nella cattedrale di Piacenza: un ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia. Ma un Natale ancora segnato dal dolore, dalle guerre, dalle ingiustizie sulle quali si è soffermato mons. Adriano Cevolotto nell’omelia.

La paura della notte
Una riflessione quella del Vescovo che parte dal significato della notte: “Né luci né rumori, né persone dissolvono ciò che è della notte: il buio, le tenebre. E la notte è diventata sinonimo di una condizione umana nella quale si procede a tentoni e il cuore anela la luce del giorno, che tolga ogni angolo di oscurità.
Il ricorrere ad artifici per scrollarci di dosso la paura della notte è diffuso, consapevoli che è solo un tentativo di rimuovere i nostri vissuti. La spensieratezza, piuttosto che il divertimento, la ricerca di compagnia per non sentirsi soli, l’attività che soddisfi il bisogno di una ragione per il vivere, sono alcune delle modalità con le quali accendiamo luci o luminarie per illuderci che non sia notte. Il buio invoca la luce: è tutto qui il Natale”.

Una società impermeabile a tutto
Un annuncio, quello del Natale, che avviene a Betlemme in un città - per il Presule - assopita, ignara di tutto che assomiglia al modo di fare dell’odierna società impermeabile a tutto: sia per gli avvenimenti vicini, sia per quelli lontani. “Sono raggiunti - ha evidenziato mons. Cevolotto - dall’annuncio dell’angelo solo dei pastori, che dormono con un occhio aperto per far la guardia al gregge. Destinatari anomali, non previsti dal copione della religione ebraica: trattati come impuri perché non erano in grado di osservare tutte le prescrizioni della legge, guardati con sospetto perché (non sempre senza motivo) autori di imboscate agli ignari viandanti. Era prudente restar loro lontani”.

Una luce di pace
Il Vescovo ha proseguito la riflessione sottolineando come in quella notte è arrivata una luce che avvolge tutto il cielo e si riflette sulla terra con la pace.
“Non possiamo dimenticare - ha precisato il Vescovo - che il nome della pace stanotte è luce e calore per la popolazione ucraina. Pace stasera, in questa notte, è diritti per tutti e per tutte in Iran, in Afganistan, ad Hong Kong, nel Tigrai e in Eritrea…in Russia e in mille angoli della terra dove notte è sinonimo di ingiustizia, violenza, morte. E dove il nome di Dio e la sua gloria sono bestemmiati in ogni essere umano colpito, ferito, violato nella sua dignità di figlio di Dio, da Lui amato”.

Il Natale è buono quando lo è per tutti
La solenne liturgia presieduta da mons. Cevolotto, guidata dal maestro delle cerimonie Dario Carini, e concelebrata da don Pierluigi Dallavalle e don Serafino Coppellotti, è stata sostenuta dai canti della corale della Cattedrale diretta da Simone Fermi e all’organo Federico Perotti.
“È buono il Natale - ha concluso il Vescovo - quando lo è per tutti. Quando a chi si pensa dimenticato e trascurato risuona l’annuncio che avvolge di luce: “per voi è nato un salvatore”. C’è salvezza, c’è futuro, c’è amore nella tua notte. Chiunque tu sia. È gratis! Buon Natale!”.

Riccardo Tonna

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