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Padre Maccalli alla Casa famiglia Santa Lucia: «nella Chiesa non bisogna primeggiare»

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“La tartaruga depone migliaia di uova senza che lo sappia nessuno, mentre la gallina quando fa un uovo informa tutto il vicinato”. È un proverbio malese citato da padre Pierluigi Maccalli, il 27 agosto, a Caorso, come commento alla frase del vangelo di Luca: “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. “Anche nella Chiesa - ha aggiunto il sacerdote - non bisogna avere la smania di primeggiare, ma offrire una testimonianza silenziosa di carità”.
Padre Maccalli è noto in Italia per essere stato rapito il 17 settembre 2018 da un gruppo di terroristi islamici. La sua prigionia è durata fino all’8 ottobre 2020. Sacerdote della Società Missioni Africane, cremonese di Madignano, classe 1961, era al suo posto di lavoro pastorale a Bomoanga nel Niger quando è stato prelevato da un gruppo di fondamentalisti islamici, condotto prima in Burkina Faso e poi in Mali, sempre a un passo tra la vita e la morte, fino a quando è stato liberato.
Il religioso, chiamato comunemente padre Gigi, ha presieduto l’eucaristia, concelebrata con il fratello padre Walter, anch’egli missionario e con don Adamo Affri, cappellano del carcere di Piacenza, in via don Chiappa 5 a Caorso, sede della Casa Famiglia “Santa Lucia”, gestita da Lodovica Ghezzi e Mauro Carioni dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.


La messa in strada
Padre Gigi è stato e compagno di studi di Mauro Carioni e nella Casa Famiglia di Caorso si è pregato intensamente per la sua liberazione. “Questo appuntamento della «messa in strada» partito nel 2003 è giunto alla ventesima edizione” - ha affermato Carioni, che ha sottolineato la gioia e la grazia di condividere l’eucaristia con il sacerdote.
“La logica del mondo - ha spiegato padre Maccalli - è quella di essere al primo posto, di avere un tornaconto, di imporsi con la forza delle bombe, mentre il Vangelo mette gli ultimi al davanti a tutti”. Contro il desiderio di essere al primo posto, padre Maccalli ha ricordato il suo incontro con papa Francesco all’indomani della sua liberazione: un dialogo fondato sulle espressioni martirio e testimonianza. Il religioso ha intuito come il Papa abborrisca il termine propaganda ed il suo cuore è centrato sul Vangelo.


Mitezza, umiltà e gratuità
Nella sua riflessione padre Gigi ha messo in evidenza, come alternativa al primeggiare, tre modi di vivere: mitezza, umiltà e gratuita.
“Mite - ha affermato il missionario - è colui che è dolce, paziente benevolo: l’opposto di irruente, focoso; quindi significa disponibile e accogliente. Umile, che deriva da humus, è alla base di una terra feconda. È l’incipit di umano, di mortale, di limitato. Per cui - ha proseguito - dobbiamo abbandonare ogni delirio di onnipotenza e restare umani. Infine la parola gratuità è quella che evidenzia come Gesù invita al banchetto persone che non hanno da ricambiare, hanno solo la gioia della loro vita”.

Ero al mio posto?
“Ricordando la mia esperienza in catene - ha sottolineato il religioso - ho pensato tante volte se ero al posto giusto quella sera in cui mi hanno rapito. Ho sempre risposto di sì: ero al mio posto, tra la mia gente, tra i più abbandonati del mondo… Ho compreso - ha aggiunto - di essere in un luogo, il Niger, agli ultimi posti sulla terra nella classifica di vivibilità, esercitando la preposizione “con” che si abbina ai verbi: condividere, consolare, compatire, compartecipare… Tante volte visto le lacrime su molti volti, per la carestia, la fame, la morte dei bambini, ma ero al mio posto!”.


Alle periferie si trova il centro
Il sogno di padre Maccalli è quello di una Chiesa che trova la beatitudine verso le periferie umane, una Chiesa sempre missionaria in cammino nelle strade.
Per padre Gigi la vicenda drammatica del rapimento, durata due anni e tre settimane, è stata una scuola di pazienza e di umiliazione. “Chi si umilia sarà esaltato - ha concluso il missionario -, chi va alle periferie si trova al centro: è un rovesciamento prospettiva e il Vangelo premia chi arriva ultimo”.

Riccardo Tonna

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Nella foto, padre Maccalli alla messa alla casa famiglia Santa Lucia di Caorso.

Pubblicato il 28 agosto 2022

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