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Il Vescovo a politici e amministratori: «la politica è una nobile arte di carità»

TAVOLO BELLEZZA DEL VIVERE E QUALITA URBANA

“Prendersi cura del territorio e della comunità”: questa la missione del cantiere “della strada e del villaggio”, seconda tappa del cammino sinodale, che ha coinvolto quaranta amministratori pubblici - sindaci, assessori, consiglieri comunali e la senatrice Elena Murelli - riuniti, il 25 febbraio, nella sala degli affreschi di Palazzo vescovile a Piacenza.

Imparare ad ascoltare

“I nostri ascolti stanno uscendo dal perimetro ecclesiale per andare nei villaggi a incontrare la vita della nostra gente. Siamo consapevoli della complessità dei mondi che vogliamo trattare, ma cominciamo ad aprire i nostri spazi”. Ha aperto così don Paolo Cignatta, vicario episcopale per il coordinamento degli Uffici pastorali e referente diocesano presso la Cei per il cammino sinodale. “Più volte ci è stato detto di imparare ad ascoltare - ha detto il vescovo mons. Adriano Cevolotto - e questo esercizio sta dando dei frutti. L’ascolto richiede una temperanza, ossia regolare passioni e istinto. Ascoltare e fare tesoro delle opinioni diverse dalle nostre è un’attività che porta frutto nel medio e lungo termine”. Intorno ai quattro tavoli di lavoro - che hanno avuto per temi Partecipazione, Benessere e disagio sociale (due tavoli) e Bellezza del vivere e qualità urbana - si sono seduti esponenti politici di colore anche opposto. “Abbiamo pensato fosse possibile riunire intorno a un tavolo espressioni di minoranza e maggioranza - ha proseguito il Vescovo - evitando le dinamiche che accadono in ambito amministrativo. Siamo chiamati oggi a esercitarci in campo neutro, senza preoccuparci dei consensi: l’obiettivo è che le varie prospettive possano permetterci di convergere verso qualcosa di condiviso”.

Soluzioni di comunità

Al termine di lavori di gruppo, Massimo Magnaschi, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Piacenza-Bobbio, ha tirato le fila del pomeriggio, ringraziando per la ricchezza dei contributi emersi che sono confluiti sul padlet, la “bacheca virtuale” sulla quale, da ciascun gruppo, sono stati caricati pensieri e riflessioni.
“La carità politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalità individualistica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisce”: sono le parole di papa Francesco dalla “Fratelli tutti”, citate da Magnaschi, come base di partenza fondamentale per trovare soluzioni di comunità.

Comunicazione e collaborazione

“Dagli apporti dei presenti - ha sottolineato Magnaschi - è emerso il grande bisogno dell’ascolto delle persone e dei territori. L’incertezza di questi anni, dovuta al Covid, alla guerra, alla crisi energetica, si riverbera sulla vita delle persone e sono emersi temi fortissimi come: l’emergenza abitativa, la precarietà del lavoro, il futuro dei giovani, Il patto intergenerazionale tra adulti e giovani”.
Tante poi le sfide - citate dal direttore dell’Ufficio del Lavoro - che riguardano la fatica del prendersi cura degli ambienti territoriali, l’importanza degli spazi di aggregazione, la fatica delle famiglie e il disagio abitativo. “Si richiedono alla Chiesa - ha aggiunto Magnaschi - degli spazi per lavorare nella direzione di aggregazione per un tessuto di comunità. Una cosa significativa, emersa dai tavoli di lavoro, è che le fatiche si sono tramutate subito in sfide ed opportunità, manifestando una suggestiva voglia di andare avanti”. L’esigenza forte - per Magnaschi - è quella di comprendere i bisogni dei territori e delle persone, attraverso la comunicazione e la collaborazione.

Voglia di comunità

“Mi sono ricordato del libro ”Voglia di comunità” di Zygmunt Bauman, un saggio del 2003 - dice Magnaschi - che ha espresso molto bene la tensione dell’uomo verso la dimensione comunitaria”. Nel volume citato da Magnaschi si evince infatti come la comunità è un elemento fondamentale per una vita felice, ma nel mondo di oggi la comunità resta pervicacemente assente. Il libro affronta quindi il dilemma tra la realizzazione di una collettività amica, che richiede una lealtà incondizionata, e lo spazio di libertà e autonomia personale.
“Questo grande desiderio di comunità - ha concluso il direttore dell’ufficio della pastorale del lavoro - è chiesto alla chiesa per facilitare legami sociali, spazi da vivere e relazioni da coltivare. Quindi accanto ai temi concreti è scaturito l’elemento chiave di tutto, fondato sulla prossimità e la vicinanza”.

Un piano per le realtà di montagna

“La visita pastorale del prossimo ottobre, ha come obiettivo di incontrare la realtà del territorio”: così si espresso, al termine dei lavori, mons. Cevolotto, sottolineando come ogni comunità si diversifica dalle altre. “Vorrei così - ha detto il Presule - ricambiare questo incontro, venendo in loco, nei vostri paesi, per ascoltare e confrontarmi con voi anche su altre questioni”.

Il Vescovo ha poi affermato di aver raccolto la richiesta degli amministratori delle zone di montagna, iniziando la realizzazione, con l’aiuto dell’Università Cattolica, del progetto di un piano che interessi i territori all’apparenza lontani, ma estremamente importanti delle realtà montane.

La cura del territorio

Ricordando san Paolo VI che diceva come la politica è una nobile forma di carità, mons. Cevolotto ha salutato e ringraziato tutti i presenti per i loro contributi.
L’incontro tra il Vescovo e gli amministratori pubblici è stata un'opportunità significativa per discutere della cura del territorio e delle comunità. La sinodalità, cioè la partecipazione attiva di tutti alla vita e alla missione della chiesa, è stata il filo conduttore di questa convention, che ha evidenziato l’importanza di lavorare insieme per la vita politica e sociale.

Riccardo Tonna
e Francesco Petronzio

Nella foto, uno dei gruppi di lavoro con politici e amministratori insieme al vescovo Cevolotto.

Pubblicato il 26 febbraio 2023

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