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Veglia pasquale: la risurrezione è l'anima della speranza

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La veglia pasquale è il momento più significativo dell’anno liturgico ed anche nella cattedrale di Piacenza, l’8 aprile, con una liturgia solenne e curata in maniera impeccabile, grazie al sostegno del nuovo coro e ai riti guidati dal maestro delle cerimonie, si è vissuta una suggestiva celebrazione.
La liturgia della veglia pasquale, presieduta da mons. Adriano Cevolotto, si è articolata in quattro momenti: la liturgia della luce, la liturgia della parola, la liturgia battesimale e la liturgia eucaristica.

Il dono dei sacramenti
Il rito è iniziato al di fuori della cattedrale con la benedizione del fuoco nuovo e la preparazione del cero pasquale, simbolo di Cristo risorto che illumina la vita. La luce del cero è stata poi trasmessa ai fedeli attraverso le candele accese dalla fiamma del cero. La veglia pasquale è stata un evento davvero straordinario non solo per la ricchezza di significato del rito stesso, ma anche perché alcuni giovani dell'Università Cattolica di Piacenza hanno ricevuto i sacramenti.
A Giada, Riccardo e Francesca sono stati amministrati i sacramenti del Battesimo, della Cresima e della prima Comunione. È stato davvero commovente vedere il loro viso radioso, pieno di gioia e speranza. Per Giada, italo-siriana, è stata una notte indimenticabile, perché dopo una preparazione accurata, è entrata, con battesimo, cresima ed eucaristia, a far parte della grande comunità dei cristiani. Anche per Riccardo una serata piena di emozioni; ha atteso con ansia questo momento, con la Cresima e la prima Comunione, è diventato membro della chiesa. A Francesca mancava solo la Cresima che ha ricevuto dalle mani del Vescovo. È stata una scelta importante, frutto di una lunga e meditata riflessione che ora l’ha portata ad affrontare la vita con la forza della fede.
Nella serata, un momento di grande comunione e di condivisione, tutti i presenti si sono uniti per celebrare la risurrezione di Cristo e per accogliere i nuovi membri della comunità cristiana.

I giovani di Moroto e i neocatecumenali
Un’altra presenza significativa alla veglia è stata la delegazione di un gruppo di giovani della diocesi di Moroto in Uganda, dove opera Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, accompagnati don Sandro e don Justine, da alcuni giorni a Piacenza, all’interno di un viaggio che li sta portando a conoscere l’Italia. Essi sono stati salutati cordialmente da mons. Cevolotto che ha ricordato l’opera di don Vittorione, fondatore di Africa Mission, una realtà iniziata 50 anni fa e continuata, in tutto questo tempo, da molti volontari.
“È bello che questa celebrazione della Pasqua - ha affermato il Vescovo - avvenga con un respiro universale, come per altro lo sono state molte delle celebrazioni di questa settimana, grazie alla presenza di molto fratelli e sorelle migranti che sono tra noi”.
Un saluto particolare, da parte di mons. Cevolotto, è stato poi rivolto al gruppo di neocatecumenali della quarta Comunità della parrocchia cittadina della SS. Trinità e della prima Comunità della parrocchia di Caorso. Tutti in veste bianca, hanno concluso il loro cammino di riscoperta battesimale.

La drammaticità della vita
Il Vescovo nell’omelia si è interrogato sulla risurrezione, partendo dalla narrazione del triste suicidio di un giovane universitario di medicina che non riusciva più a sopportare la pressione sociale, le aspettative e lo sconforto di un fallimento universitario. “La mia vita è inconcludente e inutile”: aveva lasciato scritto.
“Si tratta degli attuali macigni - ha affermato mons. Cevolotto - che stanno sui nostri sepolcri, che non siamo in grado di togliere e che cosi rinchiudono le persone nelle proprie inadeguatezze. Il circolo vizioso è completato: grosse aspettative, carenze soffocanti, percezione di inutilità, rinuncia a vivere…
La vita in questo modo - ha incalzato il presule - diventa una tragica e drammatica roulette russa. Potremmo passare del tempo inutilmente a cercare i colpevoli di questa situazione. A noi è chiesto invece di riappropriarci della forza dell’annuncio pasquale. Non c’è fallimento che il Signore non sia capace di aprire ad una nuova vita. Non c’è sensazione di miseria - ha spiegato il presule - che non possa trovare un abbraccio liberante di misericordia. Non c’è attesa che non sia aiutata dall’invocazione e dall’apertura.

La speranza nella Risurrezione
C’è un’alba nuova - ha sottolineato Mons. Cevolotto - che non dipende da noi, ma è assicurata dall’amore del Signore e dalla sua potenza di salvezza. L’annuncio della risurrezione è l’anima della speranza che non dipende dalla fortuna, non è legata alla buona sorte e a qualche talismano.
L’augurio che ci facciamo reciprocamente stasera - ha concluso il Vescovo - è che la nostra vita sia sempre una buona Pasqua, perché nelle nostre buie notti possano penetrare le prime luci dell’alba di un giorno nuovo”.
La veglia pasquale, nella cattedrale di Piacenza, è stata una celebrazione che ha espresso la bellezza e la grandezza della fede cristiana. Attraverso la luce del cero pasquale, l'acqua del battesimo e il pane dell'Eucaristia, si è vissuto un momento di rinnovamento della fede e di grande speranza grazie alla forza del Risorto. 

Riccardo Tonna

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Nelle foto, la Veglia pasquale in Cattedrale a Piacenza.

Pubblicato il 9 aprile 2023

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