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Cammino sinodale: l'alleanza tra Chiesa e arte

 

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Sono passati ormai quasi 60 anni da quando Paolo VI, nello storico incontro del 1964 con gli artisti nella Cappella Sistina, rilanciò la secolare alleanza tra Chiesa ed arte, ponendo le fondamenta per una rinnovata dottrina estetica della Chiesa. Anche la diocesi di Piacenza-Bobbio nel suo Cantiere della strada e del villaggio legato al Cammino sinodale e indirizzato al mondo degli artisti, si è interrogata, il 14 aprile in palazzo vescovile, sul mondo dell’arte e il suo rapporto con la chiesa. Ritornando ancora indietro nella storia più recente, l’altro significativo incontro con l’arte è stato quello che Benedetto XVI, aiutato dal cardinale Ravasi, ha organizzato nella cappella Sistina nel 2009. L’incontro ha incluso anche molti grandi artisti con una cultura completamente diversa da quella cattolica. Benedetto XVI, in quell’occasione, ha loro parlato di fronte al Giudizio Universale di Michelangelo, al quale ha poi fatto più volte riferimento nel discorso. Gli artisti hanno capito che si trattava di un invito a lavorare su questo orizzonte ultimo, che solo una grande istituzione religiosa come la Chiesa può rappresentare. Quindi, in quell’incontro, si è messo in evidenza che se gli artisti cercano veramente l’assoluto, riescono ad avvicinarsi alla Chiesa.

Contaminare di bellezza il mondo

Anche le riflessioni emerse nei tavoli di lavoro in Palazzo Vescovile a Piacenza hanno sottolineato questo avvicinamento all’assoluto che il mondo dell’arte può favorire. Dal variegato panorama artistico che abbraccia, oltre a pittura, scultura, architettura, anche musica e teatro, l’architetto Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi, ha evidenziato, nel suo discorso di sintesi, alcune parole chiave che sono emerse dai tavoli di lavoro come: armonia, dolore, estasi, sofferenza, salvezza, mistero…

“Gli artisti - ha affermato Ferrari - si sentono, avvertendo questa responsabilità, mediatori fra il divino e l’umano. Attraverso la loro specifica sensibilità leggono la realtà con una loro visuale che trova persone in grado di accoglierla. Non sempre però le persone che fruiscono dell’arte hanno gli strumenti per capirla fino in fondo. La chiesa - ha sottolineato il direttore dell’ufficio diocesano - deve essere capace di inculturazione nel tempo presente, cogliendo i linguaggi specifici della contemporaneità”. Un altro tema emerso che ha evidenziato Ferrari è stato quello di riuscire a contaminare di bellezza il mondo perché le persone, a loro volta, possano farsi pellegrine del fascino e dello splendore dell’arte.

Ridonare stupore e meraviglia

“Un aspetto che è stato riportato da alcuni dei presenti, - ha proseguito Ferrari - sul tema della responsabilità, è che gli artisti, facendo arte per salvare se stessi poi arrivano a tutti gli altri. La cosa auspicabile inoltre è quella di muoversi come un coro, cioè creare relazioni tra artisti per una sinfonia capace di raggiungere tutti”.
Aprirsi a mondi nuovi, a nuovi orizzonti per portare nella profondità dell’anima, la sete di bellezza, di verità, di vita intrinseca nelle persone, sono le altre riflessioni emerse dai tavoli di confronto. Con l’intento di continuare un percorso da portare avanti insieme, l’architetto Ferrari si è augurato che questi incontri possano continuare nel futuro, per creare opportunità creative e generative. Anche il vescovo, mons. Adriano Cevolotto, che ha partecipato ad un tavolo di lavoro, ha detto di aver goduto della bellezza fiorita dalle riflessioni.
“Nel tema della creazione, - ha detto il Vescovo - sottolineata in una considerazione, emergeva come Dio, dopo avere creato, vedeva la cosa buona e giusta. Lo stupore è quindi prendere contatto, guardare… Se riuscissimo - ha aggiunto mons. Cevolotto, rivolgendosi agli artisti - attraverso i vostri talenti, con la vostra sensibilità, a ridonare un po’ di stupore, di meraviglia in questo tempo, si potrebbe creare una grande opera capace di impollinare la nostra vita e quella della comunità”.

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Nella foto, l'avvio dei laboratori del Cammino sinodale indirizzato agli artisti

La fede in dialogo con l’arte

L’incontro ha quindi sottolineato l’importanza della stretta connessione tra arte fede. “Le radici cristiane dell’Europa - come diceva Benedetto XVI in un intervento del 2010 - sono costituite infatti, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano. Anche oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo da interessi egoistici”.

Riccardo Tonna

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Nelle foto, momenti del Cammino sinodale a Palazzo vescovile dedicato al mondo dell'arte.

Pubblicato il 15 aprile 2023

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