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«Dopo di noi», l’aiuto dell’8x1000 per i disabili

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Chi ci sarà “dopo di noi”? Cosa succederà ai nostri figli? È un dilemma che affligge tutti i genitori che hanno un figlio disabile. Quando non ci saranno più loro a prendersene cura, i figli rischiano di rimanere soli, abbandonati, senza cure.
Proprio per questo motivo è nata nel 2004 la Fondazione Pia Pozzoli “Dopo di noi”, dall’incontro di otto associazioni locali che si occupano, a Piacenza, di volontariato e di sociale (Aias, Associazione As.So.Fa, Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, Associazione Carmen Cammi, Associazione disabili persone down, Cooperativa Il Germoglio 2, Istituto Madonna della Bomba, Associazione Ronda della Carità).
Di queste otto realtà ne sono rimaste cinque, a cui si sono aggiunti diversi nuovi soci come persone fisiche e due come persone giuridiche. Dal 2013 la “Pia Pozzoli” ha modificato il suo statuto diventando una Fondazione partecipata nella quale le famiglie, le istituzioni ed i gruppi associativi, concretizzando il principio di sussidiarietà, sono soci al pari dei soci fondatori.

Sostenere i progetti con l’8x1000
Quest’anno la Fondazione Pia Pozzoli “Dopo di noi” ha ricevuto dalla diocesi un contributo di 15 mila euro, proveniente dai fondi dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica.
“Già da anni – spiega Vittoria Albonetti, presidente della Fondazione – la diocesi accetta la nostra richiesta. Per noi è fondamentale sapere di poter contare su quest’appoggio al fine di proporre sempre più iniziative e sostenere quelle già attive”.
Il progetto “Incontriamoci” prevede incontri mensili con le famiglie (da remoto o in presenza) per parlare delle loro problematiche e prendere iniziative, con l’aiuto di una psicologa della Fondazione o, a volte, di esperti esterni, come l’infettivologo Marzio Sisti, che l’anno scorso si è messo a disposizione per le famiglie. “L’aiuto degli esperti – aggiunge Albonetti – è utile sia da un punto di vista psicologico che giuridico: invitiamo esperti per aiutare le famiglie (amministratori di sostegno, aiuti dal punto di vista patrimoniale, eccetera). Abbiamo uno sportello che offre supporto psicologico e giuridico, accessibile telefonicamente”.

Prove di autosufficienza per i ragazzi disabili
Sono tre, in particolare, i progetti per cui la Fondazione Pia Pozzoli ha chiesto l’aiuto dell’8x1000.
Già da tre anni è attivo il progetto “Dare ai figli”: un supporto psicologico ai familiari di due ragazzi con disabilità medio-lieve che stanno vivendo un’esperienza di cohousing. Questo esperimento, “Stiamo diventando grandi”, è volto a sviluppare l’autosufficienza dei ragazzi disabili che si trovano a convivere in un appartamento, ed è supportato dal Comune di Piacenza. “Noi ci rivolgiamo ai familiari – spiega la presidente –, affinché possano affrontare tutti i problemi legati alla disabilità dei figli”.
Da quest’anno la Fondazione ha aperto “Il ponte verso casa”, una palestra d’autonomia per tre ragazzi che frequentano la cooperativa “La Gemma” (ex “Il Germoglio”), socia della fondazione. “Presso la cooperativa – illustra Albonetti – noi organizziamo un fine settimana per tre ragazzi con disabilità grave. È un progetto ambizioso e oneroso. Vorremmo continuarlo, contando sui fondi dell’8x1000, e aggiungere all’iniziativa anche le notti. La Caritas diocesana ci mette a disposizione un suo appartamento, in cui i ragazzi potranno continuare quest’esperienza. I disabili gravi hanno bisogno della presenza costante di un educatore”.

“Progetto di vita”
Altro discorso richiesto dalle famiglie è il “progetto individuale personalizzato”, o “Progetto di vita”, che Fondazione Pia Pozzoli “Dopo di noi” svolge insieme alle associazioni Angsa Piacenza e Piacenza in Blu.
Ogni persona disabile – come previsto dalla legge 328/2000 – ha diritto a un’assistenza continua e non saltuaria per tutto il periodo della sua vita. Il problema nasce quando il disabile compie 65 anni: a quel punto per la legge smette di essere “disabile” e viene annoverato fra gli “anziani”. Con la cessazione del diritto alle cure apposite, per il disabile over 65 si aprono molto spesso le porte delle Case di riposo, luoghi non sufficientemente attrezzati per trattare le disabilità.
“Lo scorso maggio – racconta Albonetti – la Banca di Piacenza ha ospitato un convegno che abbiamo tenuto in collaborazione con Anffas, rappresentata dall’educatore Marco Bollani. Nostro obiettivo è trovare una collaborazione con servizi sociali e associazioni piacentine per capire come mettere in pratica la legge 328/2000, che finora non siamo riusciti ad applicare”.

L’8x1000 è l’unica base solida
Tutte le iniziative proposte, per funzionare al meglio, richiedono un costo talvolta elevato, così come il lavoro dei professionisti.
Nel mese di gennaio 2022 la regione Emilia-Romagna ha assegnato alla provincia di Piacenza 564mila euro per i disabili, in accordo con la legge 112/2016, ma si tratta di un contributo non sistematico su cui, dunque, la Fondazione Pia Pozzoli non può contare.
“L’8x1000 – conclude Vittoria Albonetti – è fondamentale da un punto di vista organizzativo e progettuale per mantenere ciò che è attivo e proporre novità. Chiediamo ogni anno i finanziamenti della legge 112/2016, ma non è detto che ce li assegnino. Solitamente paghiamo i compensi degli esperti con i fondi dell’8x1000, che costituiscono una base di tranquillità e sicurezza per andare avanti.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 20 luglio 2022

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