A Santiago di Capo Verde: una ricca esperienza di Chiesa
Don Mauro Bianchi, parroco di Ponte dell’Olio e don Piero Lezoli, parroco di Vigolzone, hanno partecipato a Santiago di Capo Verde all’ordinazione sacerdotale di Angelo Florentino e a quella diaconale di José Maria, entrambi studenti del Collegio Alberoni originari dell’isola. I due sacerdoti piacentini raccontano la loro esperienza vissuta nella diocesi di Santiago.
La diocesi di Santiago
Siamo stati 8 giorni sull'isola di Santiago, la maggiore delle 9 isole che compongono l'arcipelago di Capo Verde, posto di fronte al Senegal, già colonia portoghese, indipendente dal 1975. Siamo andati in seguito ai ripetuti inviti di Angelo Florentino, un seminarista del posto, che ha studiato teologia al Collegio Alberoni e poi è tornato alla sua diocesi, quella di Santiago. Domenica 3 luglio è stato ordinato sacerdote, assieme ad altri due diaconi, uno dei quali, José Maria, aveva anch'egli studiato all'Alberoni. Angelo ha fatto esperienza pastorale per tre anni nella parrocchia di Vigolzone, mentre José Maria l'ha vissuta a Pontenure. Don Mauro li ha avuti alunni al terzo anno di teologia. C'era, insomma, un bel rapporto di amicizia tra noi due preti ed Angelo.
Siamo stati ospitati nel seminario diocesano, che si trova nella punta più meridionale della capitale, Praia, proprio sull'Oceano Atlantico, a 50 metri dal faro. Possiamo affermare di aver fatto una bella esperienza di cattolicità della Chiesa. L'isola di Santiago non è un luogo battuto dai turisti, non abbiamo incontrato stranieri, una sola volta ci siamo bagnati i piedi in mare. Il fatto è che non c'era tempo. Eravamo sempre in movimento con loro.
La diocesi di Santiago comprende 4 isole dell'arcipelago: Santiago, Ilha do fogo, ilha do maio e ilha brava, per un totale di circa 300.000 abitanti, di cui 274.000 risiedono a Santiago.
In seminario abbiamo conosciuto e dialogato a lungo con il rettore, padre José Alvaro, che parla italiano, per aver studiato in Italia, suona la chitarra e incide dischi, ha poco meno di 60 anni. Padre José ci ha spiegato che la diocesi conta attualmente 40 preti, il fatto sorprendente, per noi, è stato sapere che i sacerdoti erano 6 nel 2002 e in 20 anni sono passati a 40, quasi tutti giovani, tra i 30 e 45 anni.
Abbiamo conosciuto anche il vice-rettore, padre Bruno, anche lui parla italiano, ha studiato a Roma. Poi i due padri portoghesi, Fabio e Luis, che accompagnano i seminaristi capoverdiani che studiano teologia in Portogallo.
Sabato 2 luglio, nella cappella del seminario, c'è stata la celebrazione eucaristica a conclusione dell'anno. Hanno partecipato gli otto seminaristi attuali, i formatori ed è stata presieduta dal card. Arlindo Gomes Furtado, vescovo diocesano. Dopo la celebrazione abbiamo intervistato il cardinale, che parla bene l'italiano, avendo studiato a Roma al Biblico. E ci ha illustrato la pastorale vocazionale e il percorso di studi dei seminaristi.
La Pastorale vocazionale
Il progetto vocazionale comincia nelle famiglie, che anche da noi vivono situazioni particolari, molti bambini sono nati senza padri presenti. I bambini sono accompagnati nella catechesi per 10 anni e tra di loro si cerca di promuovere la pastorale vocazionale. Abbiamo tre livelli di pre-seminario, dall'ottavo anno di scuola fino alla conclusione della scuola secondaria, a seconda dell'età dei ragazzi. Cerchiamo di svegliare la possibilità alla vita consacrata, ogni tanto passano un fine settimana in seminario per un ritiro, spiega il Vescovo.
In questo modo si possono osservare i ragazzi che si mostrano più sensibili alla vocazione, allora si invitano al seminario propedeutico per una esperienza più approfondita di discernimento. Questo avviene un po' anche nelle parrocchie, ogni tanto incontri e veglie di preghiera per le vocazioni, anche per la vocazione famigliare. In seminario propedeutico si fermano uno o due anni, i più decisi un solo anno, a seconda del parere dei formatori, quindi iniziano il corso di filosofia di 4 anni all'università pubblica che si trova in città. Stiamo pensando di introdurre la filosofia nella nostra scuola, la scuola universitaria cattolica, forse a partire dall'anno 2023-2024.
La teologia la fanno fuori, in Portogallo, a Evra, come accaduto fino ad ora. Pensiamo in futuro anche a Braga, nel Portogallo settentrionale, anche all'università urbaniana a Roma, risiedendo nel collegio omonimo, forse anche a Piacenza, al Collegio Alberoni, che mantiene le porte aperte ai nostri seminaristi. Poter studiare filosofia in una nostra università è più opportuno, per loro e per noi, i ragazzi finiscono la scuola secondaria molto presto, non hanno ancora una maturità umana e culturale. Dopo i 4 anni di teologia hanno ancora un anno di esperienza pastorale prima di essere ordinati diaconi, quindi ancora un anno di vita pastorale, alla fine del quale potrà avvenire l'ordinazione sacerdotale. Totale 10-12 anni, dal propedeutico alla ordinazione sacerdotale. Molto tempo, è vero, ma lo ritengo necessario perché i candidati all'ordine siano consapevoli della loro responsabilità per la missione.
L'aumento dei sacerdoti
La diocesi di Santiago è passata da 6 sacerdoti nel 2002 a 40 oggi, un momento molto speciale, di cui ringraziamo il Signore, dice dom Arlindo. Abbiamo potuto aumentare il numero delle parrocchie, pensiamo sia importante la prossimità del sacerdote alla gente. Oggi abbiamo 26 parrocchie, con una popolazione totale di circa 300.000 abitanti. Abbiamo bisogno di aumentare le strutture per essere vicino alla gente
Il legane con la diocesi di Piacenza-Bobbio
Non ho parole per ringraziare la diocesi di Piacenza e il Collegio Alberoni - prosegue il Vescovo - per l'accoglienza e per l'esperienza pastorale che hanno potuto svolgere. E' stata importante l'amicizia che si è formata tra i nostri seminaristi e gli altri, come anche i sacerdoti piacentini. E' segno che la Chiesa è una famiglia, la vostra presenza qui per l'ordinazione di Angelo e Zé Maria è un bel segno di questa amicizia.
La messa delle ordinazioni
Domenica 3 luglio abbiamo concelebrato alla messa delle ordinazioni: 3 diaconali e 3 sacerdotali. La celebrazione è avvenuta all'aperto, a lato della chiesa di Nossa Senhora da Luz, parecchio fuori dalla città. Erano presenti tutti i sacerdoti ed è stata presieduta dal cardinal Arlindo. I fedeli erano tantissimi, sotto il sole, si diceva che fossero circa 4000 e la celebrazione è durata 4 ore, iniziata alle 11 e 30. Poi pranzo per tutti, tipo self-service, ciascuno si arrangiava come poteva.
Lunedì 4 luglio abbiamo partecipato alla prima messa di Angelo, nella sua parrocchia, dalla parte opposta dell'isola, all'estremo nord, circa un'ora e mezzo di macchina, strada asfaltata, senza buche. Anche qui tantissime persone, poi pranzo self-service. Dopo pranzo siamo andati in casa della famiglia di Angelo, poco lontano e anche qui avevano preparato un pranzo, che abbiamo gentilmente rifiutato. Abbiamo incontrato anche la nonna del neomista, una vivace signora che parlava italiano. Quella notte abbiamo dormito in una canonica del posto, perché il giorno dopo, martedì 5 luglio, era prevista una seconda prima Messa nella chiesa del paese dove Angelo era nato. Celebrazione sempre molto partecipata da padri e fedeli. Quindi pranzo, in spazi assai ristretti, ma con tutti.
Alla sera siamo finalmente tornati in seminario. Il giorno dopo eravamo invitati a pranzo, sempre dal lato opposto dell'isola, a casa di Ivandro, altro seminarista locale, che aveva studiato al collegio Alberoni, aveva fatto esperienza pastorale in parrocchia a Ponte dell'Olio ed ora sta facendo il percorso per divenire frate cappuccino.
L'incontro con i responsaile della Caritas
Prima di partire per la casa di Ivandro, al mattino, siamo passati in curia diocesana, con il desiderio di incontrare i responsabili della Caritas diocesana, accompagnati da Angelo. Così abbiamo incontrato Clementina e Ronice, le due responsabili. Clementina parlava italiano, ma abbiamo dialogato in portoghese, per non escludere l'altra.
La Caritas diocesana, ci hanno informato, nasce nel 2010 e la sua attività ha riguardato le famiglie, le situazioni di precarietà dovute alla pandemia, le persone disoccupate. Ci sono stati 4 anni di siccità, che hanno provocato gravi disagi per chi lavorava in campagna.
La Caritas si è attivata per consegnare nuove sementi alle famiglie che avevano perso tutto. Abbiamo conosciuto un interessante progetto, reso possibile da un contributo della CEI: la donazione di due o tre capre alle famiglie rurali in difficoltà. Queste famiglie sono seguite dai responsabili delle comunità dove vivono, i quali rimangono in contatto con la Caritas diocesana. Viene fatta la donazione, ci dicono, ma si vuole verificare che essa sia utilizzata con efficacia. Durante il tempo della pandemia, che ha colpito anche queste isole, sono stati distribuiti molti pacchi di alimenti, soprattutto per anziani. Anche nel campo della salute la Caritas si è attivata.
Alla fine Clementina e Ronice ci hanno rivolto una richiesta: potreste aiutarci a donare un certo numero di zainetti scolastici per gli alunni delle famiglie in difficoltà? Serviranno a contenere i libri per andare a scuola.
Alla sera siamo andati in pizzeria, con i padri rimasti in seminario e i neomisti, abbiamo offerto noi. La pizza era assai diversa dalle nostre, ma l'abbiamo mangiata volentieri in compagnia.
Un viaggio breve, ma intenso, abbiamo incontrato una Chiesa giovane, stretto amicizie, che contiamo di coltivare.
Don Mauro Bianchi
e don Piero Lezoli
Nelle foto, i vari momenti vissuti da don Bianchi e don Lezoli nella diocesi di Santiago.
Pubblicato il 21 luglio 2022