Nel ricordo del sacrificio di don Borea
Sabato 12 febbraio e domenica 13 febbraio sono in programma due commemorazioni che ricordano don Giuseppe Borea, il giovane sacerdote, parroco di Obolo, fucilato dai fascisti a Piacenza il 9 febbraio 1945.
Il primo appuntamento è sabato 12 febbraio con la messa alle 9.30, nello spazio antistante la cappella funeraria del Pio Ritiro Cerati presso il cimitero urbano di Piacenza presieduta da don Giuseppe Basini parroco della Basilica di Sant’Antonino. A seguire, sempre sulla tomba di don Giuseppe nella cappella funeraria del Pio Ritiro Cerati, verrà posto un vaso di fiori.
Il secondo momento commemorativo è previsto domenica 13 febbraio alle ore 10 nella chiesa di Obolo, frazione di Gropparello, celebrata dal parroco don Giovanni Rocca.
Le due commemorazioni si terranno con le attenzioni dovute all’emergenza Covid e sono a cura delle Associazioni partigiane, del comitato spontaneo che si è costituito per ricordarne la figura, e della diocesi di Piacenza-Bobbio.
Il sacrificio di don Borea
È il 9 febbraio 1945, mancano poco più di due mesi alla fine della guerra. Dalle carceri di Piacenza un giovane sacerdote viene prelevato e condotto nel recinto del cimitero urbano. Il plotone di esecuzione della Repubblica sociale punta il mitra contro di lui, che stringe al petto il crocifisso e cade martire, benedicendo i suoi carnefici. Accade tutto in fretta, nel silenzio. La condanna a morte era scritta da tempo e a niente è servito il lavoro concitato di chi fino all’ultimo ha tentato di sventare il peggio. Chi predicava il vangelo e la pacificazione è stato ucciso, come sul Golgota, da soldati imbestialiti. Quel sacerdote si chiama don Giuseppe Borea e non ha ancora compiuto trentacinque anni. In realtà ne dimostra molti meno. Ha un viso da bambino, l’aria timida e una grande bontà d’animo. Don Giuseppe è parroco di Obolo, frazione in Comune di Gropparello, da oltre un anno è anche cappellano della Divisione partigiana Valdarda. La sua storia personale si intreccia con i fatti della Resistenza in Italia al regime nazifascista e con le tante storie di uomini che proprio lui confessa, conforta, assiste nell’ora della prova.
Pubblicato il 6 febbraio 2022
Ascolta l'audio