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Don Lusignani: la Cattedrale come luogo di invocazione

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“Guardando la città dall’alto vediamo al centro la Cattedrale: la tenda dell’Esodo in pietra, il luogo di Dio dentro al cuore della città”. Sono le parole di don Giuseppe Lusignani, studioso di area estetica e filosofica, parroco di Nostra Signora di Lourdes, che ha illustrato e descritto la Cattedrale di Piacenza, che celebra i 900 anni, facendo un  collegamento con il libro dell’Esodo.
L’incontro, svoltosi nel salone sottostante la chiesa,  è stato il primo di una serie, in programma, che avrà come filo conduttore il libro dell’Esodo, inserito nella Lettera Pastorale del Vescovo “Dal lamento all’appello”.

La tenda del deserto e la Cattedrale

La riflessione del teologo si sviluppata tra l’idea della tenda biblica e la Cattedrale, un’immagine non statica, ma che rimanda al movimento. Infatti la sovranità di Dio non è su un luogo, ma su un popolo. Si possono intravedere quattro grandi segni - secondo don Lusignani - dal libro dell’Esodo al cap. 16: il cibo, rappresentato dalla manna nel deserto, l’acqua, resa buona da Dio, la preghiera di Mosè, sostegno del popolo nella lotta e la giustizia, l’attuazione del dono della legge.

La Cattedrale che parla

“Nella facciata della Cattedrale - ha spiegato il parroco - i grandi portali sono segni che parlano, anche all’interno le varie rappresentazione artistiche riconducono al tema dell’incarnazione di Cristo e gli stessi simboli dell’Esodo si ritrovano nella chiesa madre”.
“La Cattedrale deve essere vista - sintetizzando il pensiero di don Lusignani - come luogo di appello, di invocazione, per ritrovare il pane, dono di Dio e l’acqua che rigenera”.

Luogo di riunione

La riflessione, che ha provocato molte suggestioni nel cuore dei presenti, ha fatto comprendere la grandezza e la sacralità della cattedrale che va intesa proprio come basilica, cioè luogo di riunione e comunione in cui si esprime il linguaggio della lode al Signore.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 30 ottobre 2021

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