Come rimanere in piedi anche nelle sconfitte
Le riflessioni di Madre Emmanuel Corradini, abbadessa del monastero benedettino di San Raimondo, sul brano del Vangelo del 17 maggio, Gv. 16,29-33.
Verrà l’ora, dice Gesù, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Aggiunge: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo".
E’ proprio quello il momento in cui non solo i discepoli non capiranno più nulla, ma proprio per quella confusione reagiranno con la più umana delle reazioni: scapperanno.
La pace che Gesù viene a portarci non è quella dei sentimenti mutevoli, è la pace che scorre nella parte più profonda di noi, che ci sostiene quando sembra tutto perduto. Non possiamo evitare le sofferenze che ci vengono dal mondo, ma possiamo continuare ad avere fiducia nonostante le sofferenze.
Gesù mette da parte il suo dolore e li incoraggia: abbiate pace in me. Abbiate coraggio nella fede, abbiate fede nella speranza. Dovrebbe essere consolato, e consola, dovrebbe ricevere attenzione, ne dà agli altri. Abbiate pace. Solo in lui troviamo pace quando la vita, gli eventi, la nostra fragilità ci spingono, ci spengono.
L’invito è forte, buttarci non è semplice.
Con una fede solida non si temono persecutori o assalitori
Dio non ha buttato suo figlio nel mondo per giudicarci, ma per salvarci attraverso l’amore e la misericordia. L’amore di Dio è in questo mondo e il coraggio di non aver paura nasce dalla certezza che lui c’è. Questo è il comandamento primo secondo cui vivere e la sua vittoria è sulla menzogna del mondo, sul giudizio, sulla morte. Tutte le situazioni di morte che ci terrorizzano, lui le ha vinte.
La fede sopravvivrà? Se noi avessimo una fede solida, non temeremmo i persecutori o gli assalitori. L’unica cosa da scongiurare è la perdita di fede. La mancanza di vita sacramentale ci indebolisce. L’unico potere concesso agli Apostoli da Gesù è la fede nel suo nome, nella sua morte e resurrezione.
Il potere della fede che opera e spera, anche in una carne debole.
Gesù sa bene cosa sta per accadere: perciò ha voluto rassicurarli, incoraggiarli. Ma è ancora così tanta la strada da percorrere e irta di insidie. Reggeremo? Sapremo resistere? O cadremo tutti, fuggendo? Accogliamo l’Eucaristia.
Madre Maria Emmanuel Corradini
Abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo
Estratto dalla lectio mattutina
del 17 maggio, Gv 16, 29-33
a cura di Gaia Leonardi