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Un cuore orante

Madre Emmanuel 05 fotoPAGANI

Terzo degli incontri serali in Monastero San Raimondo dedicati al battito del cuore a cura della badessa Madre Maria Emmanuel Corradini.
Dopo che tristezza, accidia e passioni ci hanno mostrato un ritmo del cuore anomalo, nella prossimità della festa dell'Immacolata Concezione, si è parlato del cuore di Maria e Giuseppe, un cuore orante.
Il segreto del loro battito equilibrato è nel legame speciale avuto con Dio e fra loro, un legame di tenerezza e alleanza.

“Audacia e tenerezza di Maria”, ci ricorda Madre Emmanuel: “Pura, trasparente, infinitamente semplice e questo suo modo d'essere la rende molto prossima a Dio e a tutti noi”.
Misericordiosa e piena di speranza nel toccare la tenera pelle di quel bambino che le è stato affidato, perché questo sia lo Spirito del Natale che cadrà fra pochi giorni: il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio che viene a noi, vissuto con l’atteggiamento predisposto all’affidamento che Maria ci insegna – continua la religiosa. La stessa dote anche di Giuseppe, che si aggiunge alla vita di Maria come sposo e come padre, pur solo putativo.
Maria e Giuseppe restano in silenzio davanti a Dio, nonostante tutte le ragioni di dubitare l'uno dell'altra dopo l’annuncio dell’Angelo, ma che diventano alleati fra loro.
“Ecco che cosa dobbiamo imparare: l'alleanza. E tutto il Mistero viene spiegato dal loro silenzio orante” – ricorda la badessa.

Maria offre a Dio se stessa e “le sue ingenue esperienze come piccole pietre perché il Signore costruisca su di lei grandi progetti” – riprende ancora la badessa. Non sacrifici esorbitanti, ma piccoli atti d'amore a Dio: questo rende santa la nostra vita che viene così consacrata a Dio.
Maria prima di tutto offre il suo ventre. Questa è l'espressione più bella di tutta una vita: “Eccomi!”.
Potessimo anche noi ripeterla nelle nostre azioni quotidiane! – ci esorta sempre la badessa. “È l'apertura del cuore a Dio; sembra difficile eppure i semplici ci riescono, i bambini ci riescono”.

Allora dove prende impulso il battito giusto? – insiste la sorella benedettina.
Nell'amore per la vita dell'altro. La dedizione e la volontà di non fare del male all'altro che ci è affidato.
L'amore diventa l'impulso che à ragione anche alle cose che la razionalità esclude perché "non convenienti".
L'amore dà il coraggio di rispondere al bisogno di Dio. La Parola di Dio viene ascoltata con un ascolto che si fa carne. “Dobbiamo essere anche noi così propositivi davanti alla Parola di Dio che è un fatto concreto”, ci esorta la Madre.

Maria sotto l'impulso di questa Parola si prende cura di quel bambino e noi così siamo chiamati a seguire quell'atteggiamento per dare luce alle nostre giornate, prendendoci cura di chi il Signore ci ha messo accanto: il nostro battito prende forza e vigore dalla cura per l'altro.

E poi ancora “la scelta dell’essenziale”, ci illumina Madre Emmanuel.
"L'importante è che ci sia tu", si dicono Maria e Giuseppe, anche di fronte al rifiuto del mondo che nega loro ospitalità per una notte.
Questo è il messaggio: “Quante volte abbiamo sostituito gli altri con le cose, gli impegni e il lavoro; non abbiamo ritenuto importante esserci per l’altro e che Dio trovasse spazio dentro di noi, troppo presi da tante occupazioni! Maria e Giuseppe si sostengono a vicenda, ci ricordano la vicinanza di Dio che in ogni madre ci dona il suo sguardo e in lei vedendone la vulnerabilità, si commuove.

“Bisogna ritrovare un linguaggio fatto di tenerezza, come quello di Maria! Bisogna imparare la tenerezza per custodire l'uomo di oggi!”, prosegue con la riflessione la monaca.

Qual è allora il senso della nostra vita? Dove parte l’impulso per riconoscere una vita che vale la pena di essere vissuta?
“Solo dall’incontro con Cristo perché diventi la nostra vocazione!” Non si genera con le paure, ma si genera con la preghiera e il nome di Dio sulle labbra è la parte più ardente di Maria da cui trae sempre impulso il suo cuore. Così si sostiene la vita, la Chiesa, la comunità, la famiglia – prosegue la Madre.
La preghiera apre la speranza in tanti di noi, genera amore. “La preghiera deve essere una luce e l’anima della nostra vita: andiamo in giro a cercare risposte ma c'è l'Eucaristia! C'è Dio che vuole parlarmi e mi devo mettere sotto il suo sguardo per capire quel che mi sta dicendo”.
La prima preghiera è ascoltare Dio. Allora forse anche la nostra vita sarebbe meno triste! – conclude Madre Emmanuel.
Ultimo passaggio: la misericordia. “Maria ci insegna che la misericordia va ricevuta e donata e non per merito, ma semplicemente come dono”.
La misericordia è quel regalo che fa battere il cuore all’unisono. Il battito di Maria batte con il cuore del Figlio. Una madre che ha amato e ha usato misericordia.

Gaia Leonardi

Il prossimo incontro de "I battiti del mio cuore" si terrà il 7 marzo. Tema: "Un cuore congesto. Sensi di colpa - peccato"

Pubblicato il 16 dicembre 2019

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