Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Partigiani cristiani: «Hanno donato la vita con la forza della fede»

messaanpi

La memoria dei partigiani cristiani deve “ricordarci che non possiamo perdere la speranza e che abbiamo la responsabilità di vivere la bellezza della vita amata, della libertà e della democrazia”. Così il parroco di San Vittore a Piacenza, don Franco Capelli, nell’omelia della messa a suffragio dei cattolici che combatterono contro il nazifascismo, celebrata il 22 aprile a pochi giorni dall’80esimo anniversario della Liberazione. Durante la funzione, organizzata in collaborazione con la sezione piacentina dell’Associazione nazionale partigiani cristiani (Anpc), sono stati commemorati don Giuseppe Borea, Francesco Daveri, il beato don Giuseppe Beotti, Giuseppe Berti, Felice Fortunato “Nato” Ziliani, Giuseppe “Pino” Fumi, Italo Subacchi e tanti altri “amici che hanno lottato per la libertà e la democrazia nel nostro Paese”.

Dai partigiani l’esortazione a “prenderci le nostre responsabilità”

“Ricordiamo le persone che, con la forza della loro fede, hanno vissuto tutto questo e hanno donato la vita per amore di un Paese, del prossimo e per un mondo diverso e migliore. Sono figlio di un partigiano cristiano – ha detto don Franco Capelli – conosco bene quella storia grazie ai racconti di mio padre. Tutti erano animati da uno spirito di fede e da un grande desiderio: vivere l’esperienza della libertà. Non dimentichiamo coloro che si sono spesi e hanno fatto della propria vita un dono”. L’esempio di chi si è sacrificato per un ideale di libertà deve essere, secondo il parroco della Besurica, insegnamento per i cristiani di oggi. “Un laicato cattolico – ha sottolineato don Capelli – oggi deve interrogarsi sulle proprie responsabilità, a partire dalla vita di queste persone ma soprattutto a partire dal Vangelo. Permettiamo a queste persone di parlare alla nostra intelligenza e al nostro cuore, hanno cose grandi da dirci: ci parlano della bellezza dell’impegno e della necessità di prenderci le nostre responsabilità, a costo anche di pagare. Perché chi va controcorrente, anche oggi, paga. Se vogliamo come cristiani prenderci qualche responsabilità, essere testimoni di libertà di speranza, prendiamoci qualche minuto di silenzio per riflettere”.

anpi2

Spezia: “Papa Francesco ha accelerato i processi di beatificazione
per i sacerdoti uccisi nella Resistenza”

Al termine della celebrazione ha preso la parola Mario Spezia, presidente dell’Associazione nazionale partigiani cristiani di Piacenza, che ha accolto l’invito alla responsabilità lanciato da don Franco Capelli. “È la stessa responsabilità che chiediamo tutti noi – ha detto – e che si assumono gli amministratori locali, che hanno l’impegno di lavorare per il bene”. Al primo banco, presente l’assessora al welfare del Comune di Piacenza, Nicoletta Corvi. Il mondo della politica locale era rappresentato anche dal consigliere comunale di Piacenza Andrea Fossati (Pd), dall’ex senatore Marco Bergonzi (oggi presidente Acer), dall’ex assessore Silvio Bisotti e dal consigliere comunale di Gragnano Trebbiense Andrea Capellini (Pd). Inevitabile, durante la messa alla Besurica, il ricordo e la preghiera per papa Francesco, scomparso al mattino di lunedì 21 aprile in Vaticano. Nel suo intervento conclusivo, Mario Spezia ha evidenziato che “papa Francesco ha accelerato i processi di beatificazione dei sacerdoti uccisi durante la Resistenza”. “Il processo di beatificazione di Teresio Olivelli – ha detto – cominciò negli anni successivi alla sua morte, avvenuta nel 1945 (la Causa fu aperta nel 1987, nda), e si concluse solo nel 2017. Per don Beotti il processo, avviato nel 2000, si è concluso due anni fa. Questo papa ha voluto dare una testimonianza significativa dell’esempio che queste persone hanno dato per la libertà, uomini che hanno combattuto per i diritti civili e sociali”.

Francesco Petronzio

Nelle foto, la messa celebrata in San Vittore alla Besurica a suffragio dei cattolici morti per la liberazione dal nazifascismo.

Pubblicato il 23 aprile 2025

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente

Il nostro Sito utilizza esclusivamente cookies tecnici e non di tracciamento dell'IP di chi accede. Per saperne di più, clicca qui: Utilizzo Cookies