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Don Borea e il «segreto» della sua generosità

gruppo don Borea feb 2024


79 anni fa veniva ucciso dal regime fascista don Giuseppe Borea, fucilato al cimitero di Piacenza per dare una lezione ai preti piacentini che insieme alla loro gente lottavano per la libertà e desideravano una società senza guerra e oppressione. Sabato 10 febbraio - la fucilazione fu il 9 febbraio 1945 - è stata celebrata una messa nella chiesa di Santa Maria del Suffragio al cimitero di Piacenza con i rappresentanti dell’Associazione Partigiani Cristiani, dell’Anpi e del Comune di Piacenza.


Perché celebrare la messa
Celebrare quest’oggi la messa - ha detto nell’omelia don Davide Maloberti - significa collegarci con il “segreto” della vita di don Borea, impegnato per il bene della sua parrocchia e attento a tutti coloro che erano colpiti dalla violenza della guerra. Lo muoveva la stessa passione che animava Gesù. Nel brano della moltiplicazione dei pani, che la liturgia propone nel giorno di Santa Scolastica, si sottolinea che Gesù è mosso a compassione per la gente che lo seguiva e che, all’ora di cena, avrebbe desiderato sfamarsi. Il miracolo che Gesù compie non è un atto magico, ma nasce dalla compassione che prova per tutta quella gente oppressa da mille problemi. È questo il segreto di Gesù, ed è anche il segreto di don Borea, la forza che lo ha sostenuto.

Il perdono
Così ancora oggi, duemila anni dopo, l’eucaristia può essere anche per noi la forza per compiere di nuovo, in un tempo segnato da guerre e conflitti sociali, il gesto che ha segnato gli ultimi istanti della vita di don Borea: il perdono per i propri nemici, per i soldati che gli avrebbero di lì a poco sparato.

La chiave del tabernacolo
Don Borea consegna a sua madre Isoletta, che incontra poco prima della fucilazione, la chiave del tabernacolo della chiesa di Obolo che lui ha portato con sé quando era stato arrestato. Il tabernacolo è il luogo in cui in una chiesa si custodiscono le ostie consacrate; queste ostie sono come il pane che Gesù moltiplica per sfamare la gente, è la sua vita che si dona. È questo, per così, dire il “segreto” della forza di don Borea, della sua generosità di cuore che lo porta a spendersi per gli altri: è Gesù che muore e risorge, è Dio che si china sulla fragilità dell’uomo e gli dona il suo Spirito.


Nel giorno di Santa Scolastica
Anche Santa Scolastica, sorella gemella di san Benedetto, vissuta tra i quinto e il sesto secolo, scoprì in Dio il segreto della felicità. La loro madre morì poco dopo il parto e il padre, che discendeva da una famiglia senatoriale romana, volle il meglio per la crescita dei suoi figli e li inviò a Roma. Entrambi rimasero delusi dalla crisi di valori di quella città che era stato il cuore di un grande impero e scelsero, in tempi diversi, la via di Dio attraverso l’esperienza monastica.
Attorno a loro - a Benedetto in particolare che definì la regola dei monaci - nacquero comunità religiose che hanno segnato in positivo il destino dei secoli a venire. E anche coloro, come Totila re dei Goti che avevano assediato e conquistato Roma, erano affascinati dalla sua spiritualità e ne erano attratti. Quando qualcuno “parte”, cioè prende una coraggiosa decisione di vita illuminata da Dio, non resta mai solo ma nasce attorno a lui una comunità, un popolo, piccolo o grande. Così anche noi oggi - ha concluso don Maloberti - siamo riuniti da esperienze diverse non solo per onorare la memoria di un defunto, don Borea, ma perché ciò in cui ha creduto orienti ancora la nostra vita oggi.


I diversi interventi
Tra gli intervenuti, al termine della messa. il presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani di Piacenza Mario Spezia e Giulia Piroli in rappresentanza dell’Anpi. Hanno preso la parola anche Gloria Sartori, consigliera del Comune di Gropparello, Salvatore Scafuto, consigliere comunale di Piacenza, Paola Gazzolo, presidente del Consiglio comunale di Piacenza, e Giuseppe Borea, nipote del sacerdote, che ha ricordato il percorso compiuto dal 2017 ad oggi per riscoprire la figura del sacerdote. Il momento iniziale - ha detto - è stato una pubblicazione del nostro settimanale voluta dall’Associazione Partigiani Cristiani dedicato proprio a don Borea. Da quella scintilla è nato un cammino che ha portato, di recente, alla seconda edizione del libro sulla vita di don Giuseppe Borea, scritto da Lucia Romiti e edito da Il Duomo.

Nella foto, i partecipanti alla messa per don Giuseppe Borea alla chiesa di Santa Maria del Suffragio a Piacenza. Alla messa, presieduta da don Davide Maloberti, era presente anche il diacono Sergio Fossati.

Pubblicato l'11 febbraio 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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