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Caritas diocesane dell'Emilia-Romagna: insieme per riflettere sulla questione abitativa

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La parrocchia di Nostra Signora di Lourdes a Piacenza è stata, l’8 marzo, il cuore pulsante dell’incontro dei direttori delle Caritas diocesane di tutta l'Emilia-Romagna. Il convegno è stato introdotto dalla riflessione di mons. Douglas Regattieri, vescovo di Cesena e membro della Commissione Cei per il Servizio della Carità e della Salute.

Superare il dualismo “Noi” e “Loro”

Mons. Regattieri ha messo in luce il rapporto tra emergenza e carità attraverso varie dimensioni: la fragilità umana, la continuità nella testimonianza di fede, e l'importanza di accogliere i "lontani".
Il percorso biblico citato dal Vescovo ha sottolineato il messaggio universale di accoglienza presente nel Vangelo: l'azione di Gesù che abbatte le barriere, come mostrato nelle guarigioni e nell'accoglienza di stranieri ed emarginati, e l'annuncio di un nuovo tempio, il suo corpo, aperto a tutti. Concetti - ha detto mons. Regattieri - enfatizzati da Papa Francesco con la sua famosa espressione “Todos, todos, todos”, che indica l'apertura della Chiesa a tutti, senza esclusioni.
San Paolo, sia nella lettera agli Efesini che in quella ai Galati, - ha aggiunto il presule - parla dell'unione di tutti in Cristo, superando divisioni e leggi che separano, rafforzando l'idea che in Dio non esistono "lontani". Anche nell'Antico Testamento, i profeti come Isaia e Michea preconizzano una visione di unione universale dei popoli.
Mons. Regattieri ha poi riflettuto su quattro punti cruciali: la necessità di superare la distinzione tra "Noi" e "Loro" favorendo un approccio di attrazione verso Cristo piuttosto che di proselitismo; l'urgenza di lavorare tutti per l’uomo, riconoscendo la diversità di visioni antropologiche, ma ricordando come la Chiesa è esperta in umanità; l'invito di Papa Francesco a rivolgersi alle periferie, ascoltando i lontani; e infine, la necessità di mantenere salda l'identità cristiana, riconoscendo in Cristo la pienezza dell'uomo e il fine della storia, costruendo ponti e non barriere.

La fotografia della situazione abitativa

Il convegno ha visto poi gli interventi dei responsabili Caritas di Piacenza, che hanno presentato una "fotografia" dettagliata e aggiornata della situazione abitativa nella regione. Hanno analizzato le crisi legate alla questione abitativa, aggravate da eventi come la pandemia e il conflitto in Ucraina. Questi eventi hanno riacutizzato un'emergenza sociale già presente a causa di una lunga crisi delle politiche abitative nazionali, che non ha ravvisato adeguati finanziamenti per il sostegno all'accesso alle locazioni o per la morosità incolpevole. Di conseguenza, si sono verificate difficoltà nel promuovere percorsi di autonomia abitativa duraturi, portando a situazioni di temporaneità o precarietà per molti nuclei familiari.
La crisi ha reso evidente l'esigenza di interventi strutturali piuttosto che assistenziali, mirati a prevenire l'esclusione sociale e la marginalizzazione. La Caritas ha risposto ai bisogni abitativi attraverso il sostegno al pagamento di utenze e canoni di locazione, ma i relatori hanno evidenziato la necessità di superare un approccio emergenziale con un modello di welfare attivo e inclusivo. La visione proposta è stata quella di creare reti tra i diversi attori sociali e l'adozione di interventi generativi che promuovano l'autonomia e l'integrazione delle persone, interpretando la casa non solo come un luogo fisico, ma come uno strumento di promozione sociale e di dignità umana.

Gli impegni della Caritas di Piacenza-Bobbio

In questo contesto, sono stati delineati gli impegni della Caritas Diocesana di Piacenza- Bobbio sull’abitare, i cui passaggi chiave sono:
il mettersi in ascolto dei bisogni emergenti del territorio ed in particolare delle loro interconnessioni;
la scelta della promozione della persona e dell’accompagnamento educativo;
la ricerca di alleanze e collaborazioni con gli attori del territorio;
la centralità della comunità nella definizione della proposta, nel sostegno e nell’accompagnamento delle persone nel territorio in cui vivono;
osare la via della creatività, sperimentando nuove strade e modelli di intervento;
passare da interventi isolati ed in emergenza a percorsi di sistema con azioni integrate a partire dalla persona.

I progetti

Sono state poi presentate le azioni concrete sul tema dell’abitare da parte della Caritas di Piacenza- Bobbio:
il progetto “Casa tra le Case” che mette a disposizione 27 alloggi;
il progetto “Destinazione Casa” con tre appartamenti;
l’accoglienza lavoratori precari: “Progetto Lavoro d’Insieme”, in cui è inserita la Casa Don Paolo della parrocchia Nostra Signora di Lourdes;
l’ultima proposta “Da Casa nasce Casa”, un progetto che si propone di fornire intermediazione e supporto nella locazione tra proprietario privato e inquilino a lungo termine.
L'incontro, svoltosi in un clima di condivisione e fraternità, ha messo in evidenza una tematica di grande rilevanza e attualità, che tocca da vicino le vite di molti cittadini. La Caritas, da sempre in prima linea nel rispondere ai bisogni delle persone più vulnerabili, ha mostrato come si stia lavorando insieme per garantire a tutti il diritto a un'abitazione dignitosa.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma l'impegno condiviso e la solidarietà, mostrata durante il convegno, hanno rappresentato le fondamenta solide su cui costruire qualcosa di nuovo.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 9 marzo 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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