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Tanzania, l'opera preziosa delle Suore della Divina Provvidenza

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Don Mimmo Pascariello, parroco di Alseno, suor Teresa Bianchi e Nicoletta Ferrari hanno visitato la missione in Tanzania dove svolgono il loro ministero le Suore della Divina Provvidenza. La missione ospita i bambini albini. Il racconto del loro viaggio.

Dieci anni dalla costruzione della casa famiglia

Quest’anno nella missione in Tanzania, la Congregazione delle suore della Provvidenza festeggiano i dieci anni dalla costruzione della casa famiglia, dove i primi bambini albini trovarono riparo dai commandos.
Suor Teresa, accompagnata dalla volontaria Nicoletta e don Mimmo parroco di Alseno, sono partiti per la missione dove hanno organizzato eventi per celebrare questo traguardo. Tutto il Villaggio, in dieci anni ha visto uno sviluppo incredibile, il paesaggio intorno a loro si è completamente modificato, dove c’era solo savana e una piccola casa, senza acqua e senza luce, oggi sorge un luogo dedicato all’educazione e all’istruzione, all’interno di un villaggio che è cresciuto insieme a loro.
Una casa per le suore, due scuole materne che accolgono i bambini dai 3 ai 6 anni, la prima già funzionante dal 2019, con grande entusiasmo di tutta la comunità e la seconda in fase di costruzione che sarà pronta a settembre grazie al contributo della Fondazione Piacenza Vigevano, e che accoglierà la classe di scuola nido.

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La scuola Materna

La scuola Materna oggi conta più di 70 bambini e a settembre si stima che saranno più di 100 bambini che andranno presso le nostre suore di Francesco Torta, questo permetterà alle suore di autofinanziare la casa-famiglia che conta oggi 26 bambini tra albini e orfani. Grazie all’arrivo delle suore della Provvidenza e con l’aiuto di alcune associazioni vicino alla congregazione, come Agata Smeralda di Firenze e Solidarietà e Cooperazione di Bologna si è costruito due strutture per un totale di otto aule di scuola primaria che oggi conta più di 140 bambini. Una libreria, una sala infermeria, due scuola bus per il trasporto dei bambini, queste scuole è  da due anni che ricevano il premio del governo come miglior scuole della regione. Questa comunità ha visto cambiare in pochi anni la loro situazione, grazie a questo progetto si è creato posti di lavoro, sviluppo e anche la popolazione è aumentata.
Questo progetto, partito per salvare i bambini albini, nel tempo si è saputo trasformare in accoglienza, solidarietà e crescita. Piacenza ha sempre contribuito con entusiasmo, accogliendo sempre le necessità di questa missione, vedendo che ogni anno cresceva in progetti e strutture per l’istruzione.
La visione dell’Arcivescovo Pauol Ruzoka ha coinvolto la congregazione e i suoi volontari che hanno creduto fortemente in questo progetto, in questi anni si è dato voce a una brutalità, che purtroppo ancora oggi si pratica, quella dei talismani magici con pelle di bambino albino. L’ultimo episodio è stato qualche mese fa nel nord della Tanzania, ma si cerca di andare avanti e combattere questa terribile credenza, la piccola comunità di Ceyo B lo ha fatto.

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Una vera integrazione

Nella Missione delle suore, bambini albini, cristiani, mussulmani, protestati condividono gli spazi scolastici in una vera integrazione, crescendo insieme e dove la diversità diventa oggetto per il confronto e soprattutto di crescita. L’opera delle nostre consorelle è apprezzata e rispettata. Sono già passati dieci anni dalla costruzione della casa famiglia e già una quindicina di ragazzi si trovano in varie parti del paese per frequentare le scuole secondarie con profitto, l’arcidiocesi con il cardinale Protase Ruguambwa,  oggi arcivescovo di Tabora, sta valutando con il governo di inserire nell’ambito lavorativo i ragazzi albini dopo la secondaria, in questo modo l’integrazione sarà completa e potranno avere una loro vita sia famigliare che sociale. In questi anni si sono fatti passi veramente grandi, oggi nelle città è molto facile incontrare persone albine, cosa che era impensabile quando le suore della provvidenza sono andate per la prima volta.
Quel sì, di madre Carla ha dato l’inizio, le suore della Provvidenza non hanno avuto paura, e prima con Madre Carla e poi con madre Albina hanno portato avanti un progetto che è un fiore all’occhiello non solo della congregazione ma di tutti coloro che con il loro lavoro hanno contribuito alla sua realizzazione. Quest’anno, proprio a luglio come dieci anni fa, si è fatta una grande festa, alla presenza del cardinale Protase Rugambwa, si è celebrato con una benedizione solenne la fine della costruzione delle scuole primarie, i 10 anni di apertura della casa- famiglia e il 25esimo di apostolato di Padre Callyope, che ha portato avanti il progetto con le suore.

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La grande festa. Il grazie alle religiose

Tutta la comunità ha partecipato sentendosi parte integrante, perché lei stessa ha partecipato e contribuito alla crescita di questo progetto.   Hanno saputo costruire, hanno saputo rendicontare, hanno saputo organizzarsi per non perdere questa opportunità e lo hanno fatto con impegno e dedizione. Oggi Ceyo B è cambiata in meglio, ed è grazie alla presenza delle nostre suore Piacentine che questo è stato possibile.
Suor Teresa e Padre Mimmo, scesi per l’occasione, hanno assistito con grande gioia alla partecipazione di tutta la comunità, portando testimonianza di ciò che era stato fatto e dando voce con una mostra a tutte quelle persone che non sono mai state in Tanzania, ma che hanno contribuito a che questo progetto si realizzasse.
Le parole del Cardinale sono state: “ Non ci sono parole per esprimervi ciò che avete fatto qui, ogni parola non basterebbe” le sue parole erano piene di gratitudine e felicità per vedere realizzato l’impensabile. Questo è il risultato di persone che credono, che si affidano, e che imparano a lavorare per un obbiettivo comune, ognuno ha messo ciò che poteva e sapeva ed è nato un grande progetto.

Nicoletta Ferrari

Nelle foto, momenti trascorsi nella missione delle Suore della Divina Provvidenza in Tanzania.

Pubblicato il 12 settembre 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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