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Padre Jarbson a Santa Rita: «sono venuto a fare casino»

 figlis

“Sono venuto a fare casino, ma nel senso positivo”: sono le parole di padre Jarbson nuovo responsabile del Santuario di Santa Rita a Piacenza che, il 15 settembre, è stato accolto insieme ai suoi confratelli dal Vescovo mons. Adriano Cevolotto. “Nella criticità del nostro tempo - ha specificato padre Jarbson - vogliamo essere creativi e per essere creativi ci vuole un po' di casino…”.

Il legame con Piacenza

Nella chiesa sullo Stradone Farnese si è svolto il saluto ufficiale ai nuovi responsabili del santuario, i padri Jarbson Batista e Rodrigo Madeira Gomes Barreto, appartenenti alla Congregazione dei Figli di Sant’Anna. La messa, presieduta dal Vescovo è stata un momento di grande partecipazione ed i presenti hanno accolto con gioia e fiducia i nuovi custodi del santuario. All’inizio della celebrazione, il Superiore Generale dei Figli di Sant’Anna, padre Leandro Cunha, ha presentato i due religiosi. Padre Cunha ha evidenziato il profondo impegno spirituale e pastorale che padre Jarbson e il diacono Rodrigo, prossimo all’ordinazione, porteranno con sé nella loro missione al Santuario di Santa Rita, sottolineando come il loro arrivo rappresenti un segno del profondo legame dei Figli di Sant’Anna con Piacenza, terra di Madre Rosa Gattorno, fondatrice delle Figlie e dei Figli di Sant’Anna.

Sostituirci a Dio

Nell'omelia, mons. Cevolotto ha riflettuto sulla pagina del Vangelo in cui Gesù annuncia la sua Passione e Pietro lo rimprovera, cercando di preservarlo dalla sofferenza. Il Vescovo ha evidenziato come la reazione di Pietro sia profondamente umana e vicina a noi tutti, in quanto spesso fatichiamo ad accettare la logica divina della croce e preferiamo evitarla. “Diventiamo "Satana" - sintetizziamo le parole del Vescovo - ogni volta che tentiamo di sostituirci a Dio, rifiutando la strada indicata da Cristo. Invece, siamo chiamati a non strappare le "pagine scomode" del Vangelo, che ci esortano a seguire Gesù anche nel sacrificio. Solo così possiamo evitare l'illusione di voler salvare la nostra vita a modo nostro”.

La sequela

Mons. Cevolotto si è rivolto poi ai nuovi responsabili del santuario di Santa Rita, invitandoli a interrogarsi ogni giorno su chi è Gesù per loro e se sono disposti a seguirlo totalmente. Il Vangelo - secondo il Vescovo - consegna loro tre richieste: l'invito a rispondere autenticamente alla domanda di Cristo, la disponibilità ad ascoltare la Parola di Dio, e la chiamata alla sequela di Gesù in un cammino di fede e amore, che passa necessariamente attraverso la croce, ma che porta alla vera vita e alla vera gioia.

I ringraziamenti

L'atmosfera di fraternità e unità ha reso la messa un'occasione speciale, segnata dall’affetto e dalla gratitudine verso i nuovi religiosi. Al termine della celebrazione, padre Jarbson, nuovo responsabile della comunità piacentina dei Figli di Sant'Anna, ha preso la parola per ringraziare prima di tutto il gruppo della parrocchia San Leonardo da Porto Maurizio di Acilia, frazione di Roma, che è venuto a Piacenza ad accompagnare il padre: “È una prova - ha detto - del vostro affetto nei miei confronti e anche di gratitudine per l'esperienza che abbiamo vissuto negli ultimi quattro anni”. Il ringraziamento è andato poi al coro di Santa Rita che ha sostenuto, con voci potenti, la celebrazione.

Comunione con la diocesi

Inoltre rifacendosi alla parola “comunione”, pronunciata più volte dal Vescovo, padre Jarbson ha espresso la sua volontà e quella dei suoi confratelli di fare comunione con la diocesi di Piacenza-Bobbio. Un’altra frase, questa volta detta da don Giuseppe Basini, vicario generale: “Ricordati che siamo fratelli, qualsiasi cosa noi ci siamo”, è rimasta del cuore di Jarbson. “Questa espressione di accoglienza - ha evidenziato il religioso - ha sciolto un po' il blocco che c'era nel mio cuore, forse per la paura della novità, perché non conosco la diocesi, i sacerdoti, e questo mi ha dato la sicurezza che siamo fratelli e che possiamo camminare insieme”. Riguardo poi all’aspetto della comunione, padre Batista ha sottolineato, rivolgendosi al Vescovo, tre parole: figli, fratelli, pastori: “Per lei noi vogliamo essere figli, per il clero della diocesi vogliamo essere fratelli, e per il popolo di Dio vogliamo essere pastori”. Il sacerdote ha poi ricordato Madre Rosa Gattorno che ha detto: “La mia vita è un nulla da offrire per il bene della Chiesa”. Riagganciandosi a questa frase Jarbson ha affermato: “La mia vita, quella di Rodrigo, e del seminarista Marcellino, è un nulla da offrire per il bene dei piacentini e della Chiesa di Piacenza. E come siamo stati bene accolti, vogliamo dare come risposta la nostra donazione piena. Non siamo perfetti, - ha aggiunto - siamo fragili, peccatori, ma con la nostra povertà vogliamo dare il nostro meglio per la diocesi”.

Un nuovo capitolo a Santa Rita

Le parole di padre Batista hanno risuonato con grande emozione tra i fedeli, che hanno manifestato il loro sostegno con un applauso sentito. L'evento ha segnato l'inizio di un nuovo capitolo nella vita del Santuario di Santa Rita, un luogo di culto molto amato e frequentato dai piacentini. La comunità locale attende con fiducia e speranza di camminare al fianco dei nuovi padri, certi che la loro guida spirituale saprà portare frutti abbondanti di fede e solidarietà.

Riccardo Tonna

Nella foto, la mesa ceelbrata in Santa Rita alla presenza del vescovo mons. Adriano Cevolotto.

Pubblicato il 16 settembre 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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