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Tradizioni piacentine/7 - Le fiere di paese

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— di Fausto Fiorentini —

Nel Piacentino vi sono ancora alcune fiere, a cadenza annuale, che hanno alle spalle una lunga tradizione.
In queste ricorrenze le pro loco, che spesso nei propri aderenti hanno studiosi della storia del paese, propongono agli abitanti e ai visitatori manifestazioni a sfondo storico, ma in genere prioritaria è la necessità di andare incontro alle esigenze dei visitatori che sono venuti nel paese soprattutto per divertirsi.

Non deve meravigliare, quindi, se un posto di rilievo viene riservato alla gastronomia: in questi casi viene da pensare che il nostro sia un paese afflitto dalla fame tanta è la ricerca, da parte dei visitatori, di un posto in cui mangiare e bere, magari a buon prezzo.
A stomaco pieno poi ci si diverte meglio ed ecco perché, accanto alla gastronomia, troviamo anche momenti di svago.
Alcuni appartengono ormai alla storia come l’albero della cuccagna.
Oggi sono abbastanza rari, un tempo molto diffusi: si prendeva un albero, spesso i pali della luce diritti, alti e lisci. Venivano “piantati” in mezzo alla piazza del paese, venivano abbondantemente unti con olio e grasso e sulla cima, tanto per cambiare, venivano messi prodotti alimentari pregiati, in genere salami e coppe.
Ovviamente gli scalatori, per giungere sulla vetta, dovevano aiutarsi con sussidi come sabbia e cenere. E il tutto davanti ad una folla numerosa che inneggiava alla loro impresa.

L’albero della cuccagna è solo uno degli spettacoli inventati per divertire il pubblico delle sagre di paese; ce ne sono altre finalizzate a sottolineare le offerte folcloristiche e commerciali del paese.
Un ricordo personale: nel passato, quando Carpaneto ha inventato la “festa della coppa (tema che continua ancora con successo), era stata ideata la “corrida del puerco”: i partecipanti dovevano catturare, sempre davanti al pubblico, un porcellino che era stato unto e coperto di grasso.
Detto così può sembrare facile, ma non lo era per niente in quanto l’animaletto sgusciava da tutte le parti.


Pubblicato il 15 agosto 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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