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Accogliere la gratuità dell'amore di Dio

amore

Tutti sappiamo che si vive in funzione dell'amore e che si può avere ogni genere di ricchezza, ma se non abbiamo chi ci ama, non sentiamo in noi la vita. Anche nella malattia il declino del corpo è sorretto dell'amore.
Il vangelo di oggi ci ricorda che noi amiamo Dio perché egli ci ha amato per primo. Basta quello.
Dio ci ama così come siamo e non per come possiamo contraccambiare.
L'umiltà è nell'accogliere la gratuità dell’amore di Dio.
"È da me che potete ricevere quell'amore che voi stessi non vi potete dare" - ci dice Gesù. Benevolenza, carità, grazia, amore per gli altri, capacità di perdono e misericordia non provengono da noi: quando ogni giorno dobbiamo ricominciare, possiamo attingere a ognuno di questi doni tramite la preghiera, mettendoci sotto lo sguardo di Cristo, il solo mediatore fra Dio e gli uomini.

 

Noi arriviamo stanchi, assonnati, ma desiderosi di sentir calare una parola di conforto che cambi ogni nostro giorno.
Dio ha bisogno del nostro cuore per abitarlo e ci guarda con una predilezione che nessun altro ci riserva.
Questo ci invita a dire “sì” al suo progetto di salvezza universale e quello che ci resta per avanzare nella storia è il nostro cuore.
Il frutto che rimane della nostra vita è la modalità con cui abbiamo saputo rispondere all'amore; resta la perseveranza nel tempo e la fedeltà che è il frutto maturo della libertà.
Corriamo anche noi il pericolo di vanificare tante occasioni di grazia, chiusi nei nostri pregiudizi. Diamo per scontato di conoscere tutto, di non dover apprendere nulla, invece rimaniamo fedeli alla Paola di Dio con l'Eucaristia, con lui dentro di noi potremo affrontare tutto con forza e speranza.
Gesù realizza la profezia di Isaia, la incarna, la rende possibile e credibile. Davvero egli è venuto per portare buone notizie e per liberare gli oppressi.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 10 gennaio 2020, Lc 4,14-22

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 16 gennaio 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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