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«Recuperiamo i valori del limite, della cultura e della spiritualità»

Don Giuseppe Dossetti ha aperto il percorso formativo per celebrare i quarant’anni dell'Associazione “La Ricerca”

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L’associazione “La Ricerca” compie 40 anni. Per far sì che l’importante traguardo non resti vuota celebrazione, i volontari e i responsabili del centro dello Stradone Farnese a Piacenza hanno deciso di avviare nel 2020 un percorso formativo - aperto alla cittadinanza - che si articolerà in tre fasi: al confronto con personalità di spicco dal punto di vista sociale, culturale, spirituale, seguirà la fase di analisi della realtà centrata sulla lettura attenta dei bisogni, delle emergenze delle persone - adolescenti, giovani, adulti, famiglie - e quindi l’elaborazione di progetti concreti per poter continuare a rispondere in maniera efficace alle criticità del presente.

dossettiIMG 20200131 170828bLa prima tappa di questo lungo “viaggio” si è svolta nel pomeriggio del 31 gennaio con l’incontro che ha visto protagonista don Giuseppe Dossetti (a sinistra, nella foto), responsabile del Centro di solidarietà di Reggio Emilia.
Introdotto da Gianluigi Rubini, presidente de “La Ricerca”, Dossetti ha ripercorso la propria storia a fianco di soggetti fragili e tossicodipendenti, offrendo preziosi spunti di riflessioni per interpretare al meglio un presente complesso e in costante mutamento.
“La storia del Ceis si divide in diverse fasi - ha esordito -: agli inizi avevamo a che fare con ragazzi giovanissimi, soprattutto dipendenti dall’eroina; poi le cose si sono complicate, e sempre più le persone che si rivolgevano a noi presentavano problematiche più eterogenee, di tipo sociale, familiare e sanitario. Oggi, infine, ci troviamo in un contesto in cui la dipendenza ha acquisito un carattere universale, e gran parte delle difficoltà degli operatori volontari derivano dall’incapacità di prendere atto di questa nuova realtà pervasiva della dipendenza".
"Un tempo - ha evidenziato - pensavamo di essere degli eroi, ma non è più così. L’operatore è costretto ad una revisione di sé stesso più articolata rispetto a prima, per lui il lavoro è più complicato. Questo fatto può essere però anche un valore aggiunto, un’opportunità per crescere insieme ai ragazzi”.


MANTENERE IMMUTATO LO SGUARDO VERSO CHI È IN DIFFICOLTÀ

Don Dossetti ha quindi tracciato la strada per il futuro.
“La forza di questo progetto è nelle persone che lo tengono insieme - ha spiegato -, in coloro che continuano a mantenere immutato quello «sguardo» che permette il riconoscimento della dignità di chi è in difficoltà. È nelle persone animate dal sacro fuoco della ricerca, dall’entusiasmo per una causa, dalla volontà di crescere".
"Oggi uno dei valori educativi fondamentali da recuperare è quello dell’accettazione del limite - ha infine rilevato il responsabile del Ceis di Reggio Emilia -: la nostra società “dipendente” è infatti incapace di far suo questo concetto. A chi è in difficoltà proponiamo la solidarietà, la comunicazione, il sentirsi parte importante di un tutto. Decisivo è anche il ruolo della cultura, che permette di portare le persone alla ricerca di piaceri più nobili, come la spiritualità. C’è infatti una gioia grande nell’incontro che l’individuo ha col proprio fondamento spirituale. Il nostro presente - ha concluso - è un cantiere aperto, le difficoltà sono tante ma c’è spazio anche per essere ottimisti”.

Federico Tanzi

Pubblicato il 5 febbraio 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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