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In memoria dell'onorevole Aldo Moro

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42 anni fa veniva ritrovato a Roma, in via Caetani dopo 55 giorni di prigionia, il cadavere dell’on. Aldo Moro; in suo onore e memoria con la Legge 4 maggio 2007, nr. 56 il Parlamento ha dedicato il giorno 9 maggio, quale “Giorno della Memoria” delle vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice. La giornata è stata istituita per ricordare e tributare il riconoscimento del Paese alle vittime nonché il sostegno morale e la vicinanza umana alle loro famiglie.
Ricordare Aldo Moro significa ricordare il più grande statista, alla pari con Alcide De Gasperi, del nostro Paese: tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne prima segretario (1959) e poi presidente (1976) e fu più volte ministro; cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri.
Ricordare Aldo Moro vuole anche essere l’occasione per riproporre la considerazione dei valori che hanno determinato le scelte di un uomo politico al quale la fedeltà alla propria ispirazione cristiana ha chiesto il sacrificio della vita.
Una scelta coerente, quella di Aldo Moro, che richiama la grandezza e la severità dell’impegno politico quando questo rappresenta una scelta di vita autenticamente libera che coinvolge la persona in modo totale, senza peraltro immiserirla in costrizioni burocratiche e di potere.
La dimensione dell’uomo la si può cogliere dalle parole che ha utilizzato nel 1944, quando in occasione della fine della guerra, gran parte degli italiani guardava con preoccupazione al domani e si domandava cosa occorreva fare per affrontare il futuro, diceva Aldo Moro: “E adesso? Da dove ripartire? Ora dobbiamo percorrere una lunga e difficile strada: dobbiamo, appunto, ricostruire. Cominciamo da qui. Rimettiamoci tutti a fare, con semplicità, il nostro dovere. Chi ha da studiare, studi. Chi ha da insegnare, insegni. Chi ha da lavorare, lavori. Chi ha da fare della politica attiva, la faccia, con la stessa semplicità di cuore con la quale si fa ogni lavoro quotidiano. Madri e padri attendano ad educare i loro figlioli. E nessuno pretenda di fare più o meglio di questo. Perché questo è veramente amare la Patria e l’umanità”.
Sono parole che anche oggi ci servono per guardare al nostro futuro con la certezza che tutto dipende da noi, da ognuno di noi, dal senso di responsabilità e l'impegno che sapremo mettere in campo.

Pubblicato il 9 maggio 2020

Mario Spezia
Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Piacenza

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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