Dolore e speranza nelle poesie di Giovanna Perini
“Nelle mie poesie c’è un ritorno alla semplicità, all’essenzialità”: cosi Giovanna Perini parla dei suoi versi in cui racconta il suo modo di vedere la vita, il dolore e la speranza. Giovanna, originaria dell’Alta Valtrebbia, che ora abita a Morfasso, è una poetessa naif che, nel suo libro “Passi tra le orme”, esprime delle liriche di alta intensità. La sua raccolta è stata presentata il 2 settembre, nella rassegna “Parole in guardino”, all’Associazione “La Ricerca” di Stradone Farnese 96, a Piacenza, in un suggestivo spazio-verde, aperto alla città per valorizzarlo e farlo conoscere.
Poetessa con una profonda sensibilità
Giovanna è una autrice che scrive di getto le poesie ed ha fatto solo la quinta elementare, ma leggendo molto, immersa nelle montagne dell’appennino, ha approfondito i suoi studi in maniera autodidatta.
“È venuto il momento di mettere ordine fra queste poesie, una mia cara amica le ha lette, apprezzate e si è occupata di farle stampare e pubblicare; ed eccomi qua”: così Giovanna Perini ha raccontato la genesi del suo libro che è stato presentato da Enrico Corti, presidente della Associazione “La Ricerca”.
“È una poetessa - ha affermato Corti - che porta una profonda sensibilità, una donna di montagna che racconta una terra di emigrazione dove sono rimaste delle figure al femminile di una forte fibra”.
Un po’ piangevo e un po’ scrivevo
La prof. Laura Sartori, che ha coordinato l’incontro, ha stimolato Giovanna ad esprimersi e l’autrice, vincendo la sua naturale ritrosia, ha raccontato molto di sé.
“Ho cominciato a scrivere 20 anni fa, lavoravo nella piccola biblioteca di Morfasso e nei momenti solitari, ascoltando le “Quattro Stagioni” di Vivaldi, un po' piangevo e un po' mettevo per iscritto i miei pensieri…”. Giovanna ha poi messo in evidenza come il sentimento più forte, che ha dato il via ai suoi versi, è stata la “rabbia” della montagna, cioè l’abbandono forzato di queste terre che si sono spopolate. Un dolore che non ha perso però la speranza di fare qualcosa per cambiare…
Le donne della montagna
“Il ruolo della donna in montagna - ha aggiunto Perini - è sempre stato grandioso. I governanti di ogni nazione dovrebbero somigliare a quelle donne. Erano ignoranti, con pochi studi, ma in grado di sopravvivere ed insegnavano anche con il silenzio… Traevano il vitto con gli animali, con le bacche di ginepro, facevano lavori da uomo. Avevano valori forti, sopportavano tanta fatica, sapevano creare armonia nella famiglia sempre numerosa, sapevano fare quadrare i bilanci, sopportare di tutto, adattarsi ad ogni situazione ed hanno fatto onore alla montagna”.
Le poesie di Giovanna raccontano tutto ciò e non sono tristi, c’è sempre la speranza di un domani migliore…
Ecco alcuni titoli delle liriche che sono state lette nel giardino della Ricerca: “Pensieri in volo”, “Anima selvaggia”, “Al tramonto”, “Alle donne della montagna, “Cadere per rialzarsi”. Versi che hanno commosso e fatto rigare il volto di lacrime ad alcuni dei presenti… È stato pomeriggio ricco di emozioni che ha saputo cogliere nel segno l’intento degli organizzatori.
Riccardo Tonna
Nella foto: Giovanna Perini, Laura Sartori ed Enrico Corti.
Pubblicato il 4 settembre 2022
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