Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«Amici per l'eternità»: il documentario sui Gen Alberto Michelotti e Carlo Grisolia

amici per l'eternità documentario

"Amici per l’eternità: Alberto e Carlo": sarà disponibile dalle ore 21 di stasera, 18 agosto, sul canale You Tube di HM Televisione (https://youtu.be/bvLyAN7Rmxc) il documentario su Alberto Michelotti e Carlo Grisolia. Genovesi,  appartenevano ai “Gen”, i giovani del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Coltivarono tra loro una preziosa amicizia, nata, come lo descrivono coloro che li conobbero, «dalla presenza di Gesù in mezzo a loro». Alberto e Carlo misero Dio al centro della loro vita per «farsi santi insieme». Volevano arrivare in Cielo, ma volevano arrivarci insieme, sostenendosi l’uno con l’altro, lottando insieme per essere fedeli a Dio e non cedere alla tentazione, sempre pronti per l’esame finale sull’amore e ad aiutare altri a fare lo stesso. Erano del tutto diversi. Alberto studiava ingegneria. Era intelligente e sportivo, estroverso e con stoffa da leader. Carlo, più giovane di due anni, studente di Scienze Agrarie, era un giovane introverso che riversava i suoi profondi sentimenti in canzoni che accompagnava con la chitarra.

La morte, imprevista in entrambi i casi, diede loro appuntamento a una distanza di quaranta giorni l’uno dall’altro nell’estate del 1980. Alberto aveva 22 anni quando ebbe un incidente mortale di montagna. Carlo non poté assistere al funerale dell’amico, perché quello stesso giorno veniva ricoverato d’urgenza, avendogli scoperto un cancro aggressivo. Il 25 settembre 2008 fu aperta la loro causa di beatificazione. Albertina, madre di Alberto, ricorda: «Alberto diceva: “Sai cos’è la cosa importante, mamma? Essere pronti, perché la vita appartiene a Dio”». Matilde ci parla di suo fratello Carlo e spiega: «Ha avuto momenti di buio, momenti duri, difficili, in cui lui non ha sentito Dio. Ma dopo è arrivata la luce. In quegli ultimi istanti Carlo ha detto: “Dite a tutti che sono contento di andare incontro a Gesù”».

Erano due giovani normali con uno straordinario rapporto con Gesù. La loro vita lasciò un’impronta profonda nei loro familiari e negli amici. Vari giovani del loro ambiente, dopo la morte di Carlo e Alberto, mossi dal loro esempio donarono la loro vita a Dio in forme diverse di consacrazione, e questi amici inseparabili continuano ad essere uno stimolo per molti altri per vivere la santità nel mondo.

Giustamente la Sacra Scrittura afferma: «Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro» (Sir 6, 14).

Pubblicato il 18 agosto 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente