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«Meno Stato, più mercato, più libertà: perché il capitalismo è il miglior sistema possibile»

 Antonino Coppolino e Lorenzo Maggi

«In troppi continuano a pensare che l’economia sia qualcosa di statico, una torta, per cui se qualcuno ne mangia una fetta ne rimane meno per gli altri; invece bisogna rendersi conto che l’economia è dinamica e che quindi l’importante è far crescere la torta usando il lievito della libertà economica e della concorrenza». Non poteva che utilizzare una metafora gastronomica Lorenzo Maggi nel presentare al PalabancaEventi “Non esistono pasti gratis” di Milton Friedman (edizioni liberilibri, traduzione a cura dell’Istituto Liberale). Il presidente di Lodi Liberale (associazione che in 12 anni di vita ha promosso oltre 300 serate culturali), autore della prefazione dell’edizione italiana dell’opera del premio Nobel per l’economia pubblicata negli Stati Uniti nel 1975, ne ha illustrato i contenuti in dialogo con Antonino Coppolino, dopo i saluti portati da Danilo Anelli (la serata è stata organizzata dall’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con la Banca di Piacenza).

L’avv. Coppolino ha ricordato come la frase che dà il titolo al libro venisse spesso pronunciata da Corrado Sforza Fogliani, a significare che - come affermava Margaret Thatcher - non esistono soldi pubblici ma solo quelli dei contribuenti: il conto, insomma, prima o poi arriva e qualcuno lo deve pagare.

«Friedman - ha osservato Lorenzo Maggi - ha passato tutta la vita a spiegare i danni della spesa pubblica e per farlo non si stancava mai di ripetere che esistono solo quattro tipi di spesa che possono essere valutati in base alla loro efficienza ed efficacia». Quando si usano soldi propri per se stessi (spesa privata), efficacia ed efficienza sono massime; quando si spendono soldi propri per altri (beneficenza), si è attenti al costo, meno all’efficacia; quando al contrario si usano soldi di altri per se stessi (corruzione) ci si preoccupa dell’efficacia ma non dell’efficienza; infine, quando si spendono soldi altrui per altri (spesa pubblica) né efficienza né efficacia sono garantite. «Quest’ultima situazione è il peggio del peggio - ha precisato il presidente di Lodi Liberale - dove politici e burocrati non rispondono dei loro eventuali sprechi e non hanno lo stimolo del profitto».

Nel sottolineare la chiarezza espositiva di Friedman («era un divulgatore nato»), il suo ottimismo e la sua capacità ad andare al concreto proponendo soluzioni, il relatore ha poi affrontato altri temi proposti dall’economista americano. Come la ridistribuzione del reddito attraverso il welfare (criticata da Friedman non solo perché inefficace ma addirittura dannosa, in quanto genera effetti distorti che disincentivano la produttività individuale “drogando” il mercato del lavoro); il salario minimo (non protegge i lavoratori più poveri e aumenta la disoccupazione); l’inflazione (non è altro che una tassa occulta che colpisce i più poveri, alimentata dalla crescita incontrollata della moneta a sua volta provocata dalle politiche delle banche centrali; soluzione? un controllo rigoroso della massa monetaria, con un aumento fisso del 4% l’anno); l’istruzione pubblica (secondo l’economista di Chicago il sistema scolastico statale è un ostacolo alla concorrenza e alla qualità dell’insegnamento; proponeva quindi un “buono scuola” per consentire alle famiglie di scegliere liberamente dove educare i propri figli).

La soluzione finale di Friedman era dunque meno Stato, più mercato, più libertà. «Nella convinzione che il capitalismo - ha concluso Lorenzo Maggi - è il sistema economico che ci consente di vivere nel miglior mondo possibile». Agli intervenuti è stata riservata copia del volume

Nella foto, Antonino Coppolino e Lorenzo Maggi.

Pubblicato il 30 settembre 2025

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