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Festival del Pensare Contemporaneo, oltre 25 mila presenze e l'annuncio: Piacenza candidata a Capitale Europea della Cultura

pubblico a palazzo Gotico 3

Si è conclusa con successo la terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, che si è svolta a Piacenza da giovedì 11 a domenica 14 settembre. Grande partecipazione e coinvolgimento da parte del pubblico, per un totale di oltre 25.000 presenze. Concerti filosofici, dialoghi, lectio e laboratori diffusi hanno accompagnato il pubblico ad approfondire il dibattito sul tema Vite Svelate. Esporsi/Scoprirsi. Il Festival ha messo al centro la vulnerabilità come forza e resistenza, dando voce in particolare al disagio e alla sensibilità delle giovani generazioni, per immaginare insieme nuove forme di consapevolezza, cura e presenza nel mondo.
Riconfermato il Premio Internazionale Pensare Contemporaneo, istituito dai promotori del Festival: un riconoscimento assegnato a una personalità di rilievo che grazie agli studi, le opere e la divulgazione ha saputo influenzare in maniera significativa a livello internazionale il pensiero e la visione sulla società contemporanea.

Il premio Internazionale Pensare Contemporaneo al cileno Labatut

Quest’anno il premio è stato conferito allo scrittore cileno Benjamín Labatut, un intellettuale contemporaneo capace di intrecciare scienza e letteratura trasformando la narrazione delle scoperte scientifiche in autentica riflessione filosofica sulla condizione umana. Una voce riconoscibile nel panorama culturale internazionale, che ha saputo svelare le vite di scienziati e pensatori e restituire uno sguardo nitido sul mondo contemporaneo. Nella sua opera, la scrittura si fa laboratorio di pensiero, trasformando storie individuali in una meditazione universale, e allo stesso tempo esplorando i territori più inquietanti della conoscenza, là dove la scienza ha oltrepassato i confini della comprensione umana tradizionale. Labatut incarna così la vocazione a confrontarsi con le grandi sfide intellettuali del nostro tempo, grazie a una prosa che unisce rigore documentario e potenza immaginativa. La sua visione filosofica concepisce la scienza non come dispensatrice di certezze, ma come “infatuazione per il mistero” e come grande impresa condivisa, sempre in divenire.

La cerimonia di consegna del premio si è svolta domenica 14 settembre a Palazzo Gotico, nell’ambito della cerimonia di chiusura del Festival: la sindaca Katia Tarasconi ha premiato Benjamín Labatut, consegnandogli inoltre una lampada TeTaTeT di Davide Groppi. La premiazione è stata preceduta da un dialogo fra lo scrittore cileno e il curatore del Festival Alessandro Fusacchia.
“Questa terza edizione ha rappresentato un momento di maturità per il Festival del Pensare Contemporaneo. Dopo l’invito del Presidente della Repubblica della scorsa edizione, abbiamo avvertito la responsabilità di costruire un programma che non si  limitasse a proporre occasioni di incontro, ma che fosse capace di andare in profondità, offrendo al pubblico strumenti di riflessione autentici. Con il tema delle Vite svelate, il Festival ha messo al centro la vulnerabilità come tratto essenziale dell’esperienza umana, dando voce in particolare alle nuove generazioni”, dichiara Alessandro Fusacchia, curatore del Festival del Pensare Contemporaneo.

Piacenza capitale europea della cultura

Piacenza chiude questa edizione con un passo importante verso il futuro: il Comune ha avviato ufficialmente il percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033. Un titolo che non è solo un riconoscimento di prestigio, ma un’opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e ridisegnare lo sviluppo della città.

“La candidatura di Piacenza nasce da una visione condivisa che intende valorizzare il patrimonio storico e artistico, stimolare nuove produzioni culturali e attivare processi partecipativi con cittadini, scuole, università, associazioni e imprese. Il programma culturale sarà co-progettato con la città e il territorio, in dialogo con partner nazionali e internazionali, e avrà come obiettivo quello di fare di Piacenza una capitale della creatività e dell’innovazione sociale, capace di generare impatto duraturo sulla comunità”, dichiara la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi.

Reggi: Una proposta culturale innovativa
 
“La vitalità di Piacenza in questi giorni conferma la reputazione che il Festival si è conquistato per notorietà e apprezzamento; l'allargamento della rete dei partner 
culturali e tecnici è il segno del suo progressivo radicamento, a livello locale e nazionale, mentre il rafforzamento del tessuto di sponsor, sostenitori e mecenati della manifestazione costituisce le fondamenta per la sua sostenibilità in termini economici. Un quadro complessivo che si è configurato grazie a una proposta culturale innovativa e articolata e a un’organizzazione efficace ed accogliente. È la strada della qualità, quella su cui occorre proseguire anche per le prossime edizioni, perché essa paga in termini di attrattività di pubblico, capacità di generare indotto e di attrarre risorse per il territorio”, afferma il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi.

Una grande risposta di pubblico

Quest’anno il Festival ha raccolto una grande risposta di pubblico: gli eventi in presenza su prenotazione hanno fatto registrare il tutto esaurito e ogni sede del programma è stata animata da una forte partecipazione. Sul fronte digitale, i canali social ufficiali hanno superato 16,5 milioni di impression, di cui oltre 9 milioni solo su Instagram, raggiungendo complessivamente più di 2 milioni di account. Numeri che confermano una comunità sempre più attenta e coinvolta, dentro e fuori la rete.
“In questa edizione del Festival abbiamo visto accadere qualcosa che contraddice l'idea diffusa secondo cui riflettere sui problemi del presente sia necessariamente deprimente o paralizzante. Le “Vite Svelate” non possono che essere plurali, e il pensiero critico può trasformarsi da esercizio individuale e solitario a pratica collettiva. Il Festival ha dimostrato che esiste ancora la possibilità di creare spazi in cui le persone si ritrovano per il puro piacere di capire insieme, e che questi spazi rappresentano una necessità vitale per chiunque voglia abitare il proprio tempo con consapevolezza e dignità. L'atmosfera di questi giorni piacentini ci ha ricordato che il pensiero, quando è autentico e condiviso, non è mai una fuga dal mondo ma sempre un modo più intenso di abitarlo”, aggiungono Maura Gancitano e Andrea Colamedici, direttori filosofici.

Appuntamento alla IV edizione
 

In linea con il focus generazionale che ha caratterizzato l’edizione di quest’anno, le scuole hanno avuto un ruolo centrale e per quattro intense giornate, oltre trecento studenti e docenti provenienti da venti regioni italiane hanno animato Palazzo Farnese, trasformandolo in un laboratorio vivo di idee e confronto. Intrecciando arti e scienze, le attività si sono concentrate sulle grandi sfide del presente. Per valorizzare ulteriormente la partecipazione delle nuove generazioni, dal prossimo anno saranno proprio i giovani a introdurre gli ospiti del Festival.

Appuntamento dal 17 al 20 settembre 2026 per la IV edizione del Festival del Pensare Contemporaneo.

Nella foto, il folto pubblico a Palazzo Gotico all'incontro con Cecilia Sala.

Pubblicato il 15 settembre 2025

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