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Il poeta Torre l'8 luglio alla Biffi Arte

ANGELI IN BICICLETTA

Martedì 8 luglio, alle ore 18.30, presso la prestigiosa Galleria Biffi Arte di Piacenza (Via Chiapponi 39), si terrà la presentazione del libro “Angeli in bicicletta” del poeta e intellettuale Stefano Torre.
L’autore dialogherà con Paolo Maurizio Bottigelli, che ha curato la prefazione dell’opera, Edoardo Callegari, Jacopo Ghillani, e Guido Oldani, fondatore del movimento letterario del Realismo Terminale e candidato al Premio Nobel per la Letteratura nel 2020.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Nove elegie tra visibile ed invisibile
”Angeli in bicicletta” è una raccolta di nove elegie poetiche che attraversano i territori del visibile e dell’invisibile, della carne e dello spirito, della colpa e della redenzione. Stefano Torre costruisce un poema contemporaneo che interroga l’anima e il suo destino, muovendosi tra simboli cristici, immagini apocalittiche e richiami alla Scrittura.
Dal punto di vista morale, il testo esplora la responsabilità individuale, la possibilità del perdono e l’urgenza di una presa di coscienza spirituale nel tempo presente.
Dal punto di vista escatologico, si stagliano visioni di fine e di salvezza: battaglie ultime, città celesti, angeli armati che presidiano il confine tra tempo ed eternità.
Dal punto di vista filosofico, l’opera è una riflessione sull’essere e sull’oltre, dove il linguaggio implode, si spezza, e cede il passo alla visione e alla vertigine del mistero.
Con Angeli in bicicletta, Torre compie una scelta controcorrente e coraggiosa: scrive elegie lunghe, ciascuna composta da oltre cento versi, in un tempo in cui la soglia di attenzione si è contratta al punto che già un haiku sembra eccessivo. In aperta divergenza con la poetica breve proposta da Guido Oldani, Torre difende la necessità di un tempo poetico dilatato, che permetta alla parola di farsi pellegrinaggio, alla meditazione di prendere il posto del consumo.
Nella sua prefazione al volume, Paolo Maurizio Bottigelli parla di “elegie post-atomiche” e individua nell’opera “una simmetria tra l’apparenza e la dissoluzione dell’apparenza”. L’esperienza poetica di Torre è, per Bottigelli, un atto di contemplazione estrema, che “scinde e disarticola il percepibile, ubicandosi nell’eterno”, portando la voce del poeta a varcare “la soglia dell’invisibile” e a lambire l’indicibile bellezza “oltre l’umano”.

Pubblicato il 3 luglio 2025

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