UN LIBRO AL GIORNO/4 Le ali del Piccolo Principe
"Le ali del Piccolo Principe”
Ci sono scrittori che volano con la fantasia. Ed altri che si servono della realtà per farci volare nelle storie che raccontano. Gabriele Dadati è uno di questi. Lo conferma il suo ultimo lavoro, “Le ali del Piccolo Principe”, uscito per i tipi di Solferino, dove ricostruisce l’incredibile avventura di Antoine de Saint-Exupéry sul finire del 1935, quel fortunoso atterraggio nel deserto libico dal quale avrebbe avuto origine il suo libro più noto, tradotto in ben 250 lingue, “Il Piccolo Principe”.
Presente e passato. Il Sahara e Parigi. Si gioca in un viaggio nel tempo e nello spazio il romanzo di Dadati, che parte con il sapore dell’avventura tra i flash dei fotografi - la trasvolata Parigi-Saigon da concludersi a tempo di record - e si dipana tra i silenzi del deserto e i pensieri del pilota Saint-Exupéry e del suo meccanico Prévot. Tutti li danno per morti. La notizia dello schianto del Simoun finisce sulle prime pagine dei quotidiani, incluso il Corriere della Sera. Non meravigli. L’aviatore-scrittore si era già fatto un nome. Nel 1931, per il suo “Vol de Nuit”, aveva vinto il Prix Femina.
Eppure, per uno strano gioco della storia, la fama di Saint’Exupéry è stata progressivamente offuscata da quella del suo capolavoro. A ottant’anni dalla morte - l’aereo che pilotava fu abbattuto il 31 luglio del 1944 - Dadati ci dà l’opportunità di riscoprirne non solo la personalità contraddittoria, ma anche la profondità di un uomo sempre in ricerca, sempre proiettato verso un “oltre”.
Una prosa essenziale che va in profondità
Del resto, è proprio una ricerca - e non un progetto letterario a tavolino - che ha mosso Dadati verso il nuovo romanzo, complice l’ammirazione di Daniele del Giudice - “autore che ho molto amato” - per il francese. Come mai il colto e “alto” Del Giudice apprezzava uno scrittore all’apparenza così popolare?
“Ho cominciato a leggere tutto di Saint’Exupéry: i tre libri dedicati al volo, la corrispondenza privata, le recensioni, gli articoli, le presentazioni, i cataloghi fotografici, fino all’ultima opera, «La Cittadella», monumentale, ricca di riflessioni, di rimandi a parabole. Mi ha conquistato”. È la scoperta di un “felice possessore di una prosa esatta”, lo definisce Dadati, che si cala dentro il suo stile essenziale, preciso, influenzato dall’abitudine di comunicare col meccanico, a bordo, attraverso bigliettini.
È sfogliando un libro, una sera, che resta colpito dalla foto del fratello minore François, morto a 15 anni per polmonite, a cui Antoine era legatissimo. Indossa una vestaglia; al collo ha una sciarpetta. “Ma questo - esclama - è il Piccolo Principe!”. Da quest’illuminazione prende forma “Le ali del Piccolo Principe”. Nessuna invenzione, puntualizza Dadati, bensì un romanzo-mosaico che unisce i tasselli delle molteplici fonti su Saint’Exupéry per raccontare di “una presenza amata” difficile da lasciar andare.
Barbara Sartori
Le ali del Piccolo Principe
di Gabriele Dadati
Solferino Libri
Pagine 288 - euro 18,50
Pubblicato il 28 luglio 2024
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