«Proteggo la Protesta», la mostra dedicata alle proteste pacifiche
Negli ultimi anni c'è stato un incremento esponenziale delle mobilitazioni di piazza in tutto il mondo, sia per numero di manifestazioni che per numero di partecipanti. Il dissenso pacifico è un diritto da tutelare, non un pericolo per l'ordine pubblico”.
A sottolinearlo è Lidia Gardella, referente di Amnesty Piacenza, e l'occasione è stata l'inaugurazione della mostra fotografica promossa nell'ambito della campagna internazionale «Proteggo la Protesta», lanciata nel 2022 da Amnesty International per documentare le proteste pacifiche più rilevanti degli ultimi anni (2018-2022) in tutto il mondo.
Inaugurata lo scorso 24 giugno alla biblioteca Passerini Landi di Piacenza si è conclusa il 19 luglio.
“Sono tanti i movimenti, le associazioni e le nazioni che nell'ultimo decennio si sono mossi per ottenere maggiore giustizia sociale – ha continuato Gardella - . Basti pensare ai diversi Paesi dell'America del Sud, scesi in piazza per chiedere migliori condizioni economiche, ma soprattutto perché i diritti non vengano calpestati o delegittimati. E poi ci sono Black Lives Matter, MeToo, i movimenti contro i cambiamenti climatici, le associazioni (tra cui la stessa Amnesty) che hanno ispirato a scendere in strada per chiedere giustizia contro le discriminazioni su base etnica e rivendicare uguaglianza, mezzi di sostentamento, giustizia climatica, la fine della violenza e della discriminazione di genere. Ovunque le persone si sono mobilitate contro la violenza e gli omicidi della polizia, la repressione di stato e l’oppressione. Quasi senza eccezione la risposta delle autorità statali a questa ondata di proteste di massa è però stata e continua ad essere ostruttiva, repressiva e spesso violenta. Invece di creare le condizioni per esercitare il diritto di protesta, i governi stanno ricorrendo a misure ancora più estreme per stroncarlo”.
“La campagna lanciata da Amnesty International nel 2022 e ancora in vigore, di cui questa mostra fa parte, è anche, non a caso, il focus del rapporto stilato dall'associazione nell'anno 2023 - 2024 – spiega l'attivista - : una fotografia problematica e impattante sulla violazione dei diritti umani nelle diverse nazioni. A rafforzare questa panoramica c'è poi un nuovo rapporto tematico di Amnesty uscito lo scorso 7 luglio, e intitolato “Poco tutelato e troppo ostacolato: lo stato del diritto di protesta in 21 stati europei. Il documento si può visionare al link:https://www.amnesty.it/europa-attacchi-sistematici-e-restrizioni-minano-il-diritto-di-protesta-pacifica/ . Lo scopo di questa campagna e della nostra associazione è allora lottare affinché tutti possano intraprendere azioni pacifiche e far sentire la propria voce, in sicurezza e senza ripercussioni”.
In questa prospettiva nel 2024 è partita anche una campagna specificamente italiana, con richieste mirate che Amnesty, insieme ad altre associazioni (“Non una di meno”, “Greenpeace”, “No Tav”, “Extinction Rebellion e altre), ha formulato in un appello rivolto alla presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’interno Matteo Piantedosi.
“Le nostre richieste sono molto precise – evidenzia la presidente piacentina - . Chiediamo maggiore formazione per gli agenti impiegati nella pubblica sicurezza; l'introduzione di codici identificativi alfanumerici evidenti sia sull'uniforme che sui caschi degli agenti disposti in assetto antisommossa; l'utilizzo meno frequente e più ragionato di armi “meno letali”, come manganelli, lacrimogeni, taser, che in alcuni casi possono provocare la morte e perciò andrebbero utilizzati in situazioni estreme e al solo scopo di disperdere la folla”. La campagna internazionale proseguirà per altri due anni, mentre con le richieste per l'Italia andremo avanti finché non otterremo qualcosa. Si può firmare il nostro appello sul sito di Amnesty, ma intanto questa mostra con le sue immagini racconta più delle parole.
Micaela Ghisoni
Nella foto, Lidia Gardella con Ferrari.
Pubblicato il 22 luglio 2024
Ascolta l'audio