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Rotary Club Fiorenzuola: l'abbazia della Val Tolla nel racconto di Francou

foto consegna libro a Francou

La Val Tolla e la sua abbazia sono state il tema dell’ultima conviviale del Rotary Club Fiorenzuola d’Arda al ristorante “La tavola rotonda” di Chiavenna Landi (Cortemaggiore). Il giornalista Carlo Francou, ospite della serata, ha presentato il libro “Alla ricerca dell’antica abbazia di Tolla”. A completare il tavolo di presidenza Federica Arduini presidente del Rotary Fiorenzuola, Tiziana Meneghelli assistente del governatore, Claudio Mazzari segretario e futuro presidente, Clara Alfano presidente Rotaract e Monica Tellini prefetto del Rotary. Prima dell’intervento “archeologico”, i presenti hanno discusso del consolidamento degli interventi del club per il sostegno alle popolazioni colpite dai conflitti, della volontà di mantenere vivo l’interesse per argomenti di carattere culturale, come dimostrato dall’argomento oggetto della conviviale, e dell’impegno del Club per la buona riuscita dell’evento rotariano “Expo”  previsto dai Distretti Rotariani 2050 e 2072, programmato a Piacenza per il mese di marzo 2024.

I progetti rotariani

In apertura di serata la presidente Arduini ha voluto ricordare che febbraio è il mese dedicato alla costruzione della pace e alla prevenzione dei conflitti. Ha citato, a tal proposito, la lettera mensile del governatore Maione, che ha rammentato la frase del club fiorenzuolano, contenuta negli indirizzi augurali natalizi del club. La frase di pace di Gianni Rodari inserita nel breve scritto donato al governatore in occasione della visita del primo dicembre è per tutti significativa: Ci sono cose da non fare mai,/ né di giorno né di notte/ né per mare né per terra/ per esempio la guerra. I rotariani possono in primis creare un clima di tolleranza e comprensione all’interno del Club, nelle relazioni con le famiglie, nella la cerchia di amici, nei rapporti di lavoro ed infine nel supporto operoso e concreto alle popolazioni in difficoltà , attraverso i service dedicati.
La presidente, sul primo versante, ha voluto ricordare che il Rotary Club Fiorenzuola sta continuando a fornire aiuti alla popolazione dell’Ucraina, grazie alla volontà di Olga Petraschuck, che da ormai da tre anni raggiunge costantemente l’Ucraina, sua terra, con i contributi approntati. Nei giorni scorsi sono stati predisposti diversi materiali (cinque carrozzine di cui una dotata di comoda, due deambulatori di cui uno ascellare e otto paia di stampelle, anche grazie al generoso contributo di Simona Viciguerra, titolare dell’omonimo laboratorio ortopedico). I soci Enzo Cannalire e Gianni Scotti, unitamente al referente Corrado Pati, all’assistente del governatore Tiziana Meneghelli e a Olga Petraschuck, hanno contribuito nei giorni corsi ad inventariare e predisporre i materiali. Inoltre il 17 febbraio, presso il Comune di Fiorenzuola, i volontari dell’associazione “Progetto Vita” doneranno al Rotary un defibrillatore che, grazie a Olga, verrà consegnato all’ospedale multidisciplinare di terapia intensiva di Kitsman.

L'intervento di Carlo Francou

È quindi seguito l’intervento di Carlo Francou, geologo e giornalista, direttore scientifico del Museo geologico di Castell’Arquato, ispettore onorario del Ministero dei Beni e delle attività culturali. Il relatore ha presentato un interessantissimo luogo archeologico che si trova in alta Val d’Arda, nella zona di Morfasso, in cui negli ultimi anni sta riaffiorando l’antica abbazia di Tolla, dando l’opportunità di guardare al passato della val d’Arda, grazie ad un progetto proposto da due instancabili rotariani, Franco Spaggiari e Stefano Sfulcini. L’esplorazione del passato è sempre stato uno dei più irresistibili desideri dell’uomo, ha osservato Arduini nella sua introduzione, ma il fascino dell’archeologia non si contenta di disseppellire pietre ed oggetti d’arte. Gli archeologi cercano di mettere insieme un quadro di come vivevano e si comportavano le antiche società, indagano sulle condizioni economiche, sul modo di vita della gente comune. Il relatore ha quindi illustrato e commentato una serie di slides che riproducono il sito prima degli interventi e nella situazione attuale. L’insediamento, che si trova si trova su uno dei cammini della Via Francigena, era costituito in origine da una Abbazia Benedettina edificata nel VII secolo e definitivamente demolita al termine del XVIII secolo. Recenti scavi hanno portato alla luce i resti di tre edifici religiosi sovrapposti nel corso dei secoli, la cui struttura complessiva è ancora interrata in attesa di future campagne archeologiche. Si ritiene che l’Abbazia di Tolla fosse un edificio religioso di ragguardevoli dimensioni, comprendente la chiesa, un chiostro, un porticato, un loggiato, una sala Magna, le stanze dell’abate, una sala capitolare, una sala per le udienze dell’abate, l’orto e una torre.
Alterne vicende e alterne fortune caratterizzarono l’insediamento.  Francou, geologo esperto, ha spiegato ai soci che il sito sorgeva su una paleofrana, condizione che non ha permesso la conservazione degli edifici, via via ricostruiti e crollati nei secoli fino al definitivo oblio e alla attuale rivalorizzazione archeologica.

In uscita un libro sul sito archeologico

Il sodalizio fiorenzuolano sosterrà il progetto, patrocinando e finanziando la pubblicazione di un libro che conterrà i vari contributi di studiosi riguardanti i diversi aspetti del sito archeologico. La monografia, con il logo del Rotary, verrà presentata in occasione di vari eventi. La prima presentazione si concretizzerà in un evento pubblico a cui parteciperanno tutti i soggetti che stanno partecipando al progetto ( oltre al Rotary i Comuni di Castell’Arquato e Morfasso, Soprintendenza, Diocesi ed altre presenze istituzionali). In chiusura di serata si è tenuto l’intervento di Fabio Tavazzani, figura storica del Rotary e presidente della commissione “Expo”, evento che si svolgerà a Piacenza il 23 marzo nella Basilica di Sant’Agostino. Tavazzani, coinvolgendo i presenti con il suo discorso, ha illustrato finalità, caratteristiche e dettagli operativi relativi alla importante iniziativa, vera “vetrina” per i club. Infatti l’Expo dei club Rotary dei distretti 2050 e 2072, che comprendono i club Rotary geograficamente localizzati lungo la linea del Po, si concretizzerà con stand ed eventi che potranno illustrare a tutti i rotariani e a tutta la cittadinanza i service realizzati da ciascun club, dalla Lombardia alla Romagna. La presidente Arduini ha quindi chiuso i lavori con i saluti di rito e il suono della campana rotariana.

Informazioni su insediamenti in Val Tolla

L’insediamento presente in Val Tolla era costituito da una Abbazia Benedettina edificata nel VII secolo e definitivamente demolita al termine del XVIII secolo, la cui giurisdizione si estese per alcuni secoli su tutta l'alta val d'Arda. Dopo decenni di oblio, viene considerata “un interessante caso di strumento di controllo politico‐militare e presidio religioso e assistenziale di una 'area di strada’, oggetto di continua protezione regia e uno dei primissimi esempi di eccettuazione monastica”. Recenti scavi hanno portato alla luce i resti di tre edifici religiosi sovrapposti nel corso dei secoli, la cui struttura complessiva è ancora interrata in attesa di future campagne archeologiche.
L’abbazia appare per la prima volta nelle fonti storiche in un documento scritto risalente all’anno 744, quando il re longobardo Ildelbrando la confermò al vescovo di Piacenza – a seguito dell’incendio che aveva devastato la città, distruggendone i documenti precedenti - insieme ai monasteri di Fiorenzuola d’Arda e Gravago. Nell'arco di poco meno di un secolo, quindi l'abbazia di Tolla era cresciuta di importanza - probabilmente in virtù della sua collocazione su un'area di confine allora strategica, tra il mondo longobardo e quello ligure-bizantino - al punto da passare dalla condizione di luogo di culto privato a monastero soggetto alla protezione regia, pur rimanendo sotto la giurisdizione canonica della diocesi di Piacenza (sotto la quale essa resterà ancora per più di un secolo, prima di passare alla diocesi milanese).
L’abbazia di Tolla acquisì un’importanza crescente a partire dal IX secolo quando l’ultimo degli imperatori carolingi, Carlo il Grosso re d’Italia, confermò la protezione regia del luogo di culto, apparentemente in diretta continuità con la protezione fornita dai re longobardi. In un documento, datato 21 dicembre 880, l'abbazia viene descritta esplicitamente come posta sotto la protezione del sovrano, e per la prima volta ne vengono elencati i possedimenti situati nelle località Cadinario, Legrolo, Adilio, Casanova e Vidriano. La riconferma della protezione regia fu, con ogni probabilità, una necessità determinata dalle possibili ingerenze del vescovo di Piacenza sui possedimenti dell’abbazia allora in piena espansione.
Il processo di espansione terminò verosimilmente nei primi secoli del secondo Millennio, quando la giurisdizione della valle di Tolla consentiva all'abate e alla locale comunità monastica di esercitare nel territorio, a nome e per delega dell’impero, le funzioni pubbliche. Lungi dall’essere limitata agli uomini di chiesa, la tendenza all’autonomia da parte degli abitanti della val Tolla proseguì anche nel corso del XII secolo quando, durante le lotte comunali, il giovane comune di Piacenza impose anche nel territorio di Tolla la sua supremazia, sostituendo all’autorità abbaziale quella dei suoi consoli e magistrati. Pur in assenza di descrizioni o raffigurazioni esatte, è stato possibile accertare in base agli atti notarili vergati al suo interno che l’abbazia di Tolla fosse un edificio religioso di dimensioni ragguardevoli, contenente – oltre alla chiesa – un chiostro, un porticato, un loggiato, una sala Magna, le stanze dell’abate, una sala capitolare, una sala per le udienze dell’abate, l’orto e una torre. A partire dalla metà del XV secolo il chiostro, il loggiato e il piazzale scomparvero dai documenti notarili, e solo la torre e la chiesa (probabilmente rimaneggiati nel corso del XIV e XV secolo in concomitanza con la dedicazione dell’abbazia a san Gallo, che andò ad aggiungersi a quella tradizionale riferita al Salvatore e a quella - temporanea - riferita a san Pietro) rimasero accessibili fino alla fine del Settecento. Nel 1765 la chiesa originaria venne demolita per costruire un nuovo edificio di dimensioni più contenute, a sua volta demolito a fine ‘800 e per lungo tempo sepolto nella vegetazione circostante. Solo i resti del pozzo e del canale in pietre attraverso cui l'abbazia si procurava l'acqua potabile dalle sorgenti di Tollara erano ancora visibili all'inizio del Novecento. Il sito sorgeva su una paleofrana, condizione che non ha permesso la conservazione degli edifici, via via ricostruiti e crollati nei secoli fino al definitivo oblio e alla attuale rivalorizzazione archeologica.

Nella foto, un momento della serata conviviale a cura del Rotary Club Fiorenzuola.

Pubblicato il 13 febbraio 2024

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