Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Al tenore Saltarin il premio «Gianni Poggi». Concerto ai Teatini

maurizio saltarin 815450

Si rinnova la collaborazione tra Fondazione Teatri di Piacenza, Centro artistico musicale San Lorenzo e Tampa Lirica, con la XVI edizione del Premio internazionale Gianni Poggi e un concerto lirico aperto alla città, in programma sabato 21 ottobre alle ore 18 alla Sala dei Teatini, a ingresso libero.
Il Centro artistico musicale San Lorenzo e Tampa Lirica hanno deciso di assegnare quest’anno il premio intitolato a Poggi a Maurizio Saltarin, tenore padovano dalla lunga carriera, che sarà anche protagonista alla Sala dei Teatini con un programma di celebri arie d’opera di compositori quali Giuseppe Verdi, Umberto Giordano, Francesco Cilea e Francesco Paolo Tosti.
Ad affiancare Saltarin, anche il baritono Milo Buson, il soprano Sara Minieri e i tenori Lorenzo Piao Yong e Matteo Urbani, accompagnati al pianoforte da Antonio Camponogara.

Saltarin, la sua carriera

Il Premio Internazionale dedicato al celebre tenore piacentino Gianni Poggi (1921-1989) è stato istituito dall'Associazione Tampa Lirica nel 1991 ed è stato conferito con frequenza biennale a grandi protagonisti del panorama operistico come Viorica Cortez, Carlo Bergonzi, Giuseppe Taddei, Rolando Panerai, Renato Bruson, Giuseppe Giacomini, Fedora Barbieri, Bonaldo Giaiotti, Eugenia Ratti e nel 2021, in occasione del centenario della nascita di Poggi, Wilma Vernocchi.
Il tenore Maurizio Saltarin inizia la sua carriera nel 1986, come vincitore di quattro concorsi lirici: Città di Adria, Napoli, Alessandria, e “Voci verdiane” di Busseto. Nel 1987 debutta al teatro di Alessandria in Lucia di Lammermoor col soprano Tiziana Fabbricini e si perfeziona all'Accademia di Busseto con Carlo Bergonzi. Nel 1987 debutta ne La forza del destino e nel 1988 nel Corsaro di Verdi a Busseto. Nel 1989 vince "The International voice competition Luciano Pavarotti Opera Company of Philadelphia", dove debutta in Luisa Miller, che interpreterà anche al Teatro Regio di Parma. Nello stesso anno debutta in Macbeth a Palm Beach con Ghena Dimitrova e diretto da Anton Guadagno. Riceve inoltre i premi Le Voci a Verona, il Lauri Volpi a Roma e Il Palladio a Vicenza. Nel 1990 debutta in Nabucco al teatro di Taormina con Ghena Dimitrova e Piero Cappuccilli e in Tosca all' Opera di Dublino. Nel 1991 partecipa al concerto in mondovisione "Telemaratona" per San Pietroburgo e debutta Il Trovatore al Petruzzelli di Bari e successivamente a Palm Beach con Katia Ricciarelli. Nel 1992 debutta in Un Ballo in Maschera a Dublino con il soprano Carol Neblett e nel 1993 nella Messa di Requiem di Verdi per la riapertura del Duomo di Berlino. Nel 1998 debutta in Cavalleria Rusticana al Teatro dell’Opera di Dijon, nel 1999 in Norma a Madrid e nel 2000 in Madama Butterfly in Francia. Nel gennaio 2001 rappresenta il teatro dell'Opera di Roma al Festival “Ave Verdi” al teatro di Kiev (Ucraina) dove gli conferiscono "The Golden Fortune", prestigiosa onorificenza internazionale per meriti artistici. Nel 2006 al teatro Verdi di Padova debutta ne “I due Foscari” col baritono Paolo Gavanelli. Nel 2008 inaugura il nuovo teatro “Tullio Serafin” di Cavarzere con Raina Kabaivanska. Per quindici anni è stato ideatore e direttore artistico della manifestazione internazionale “Voci liriche sotto le stelle – Premio Giovanni Martinelli”. 
È spesso protagonista anche in Oriente, tra Korea, Giappone, Cina, Taiwan e Filippine. Nel 2017 ha cantato in mondovisione dal Duomo di Verona con Katia Ricciarelli per il centenario della Madonna di Fatima. Nel 2018 ha ricevuto il premio alla carriera dal Circolo lirico Mirella Freni a Modena, si è esibito al Festival Internacional de Mùsica al Teatro Circo De Marte de La Palma (Canarie) col baritono Paolo Gavanelli. Nel 2022 ha ricevuto due premi alla carriera nel Veneto e lo scorso 18 agosto il premio Città di Varazze Francesco Cilea.

Sala dei Teatini DSC0002

Nelle foto, Maurizio Saltarin e la sala dei Teatini.

Pubblicato il 18 ottobre 2023

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente