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Il concerto dell'Epifania nella chiesa di San Francesco del Prato a Parma

prato

Un concerto in un luogo straordinario per sacralità ed arte che passo dopo passo sta rinascendo grazie ad un accurato restauro. San Francesco del Prato, nel cuore del centro storico di Parma, è un luogo unico al mondo: per il suo valore spirituale e culturale, e per la sua parabola storica, di chiesa trasformata in carcere dall’epoca napoleonica e fin quasi ai giorni nostri. Il 6 gennaio 2024 alle 16  appuntamento con il tradizionale Concerto dell’Epifania che racchiude in sé aspetti culturali della tradizione in un repertorio di musica di grande impatto emotivo. Ad esibirsi l’Orchestra de I Musici di Parma con la direzione artistica di Carlo D’Alessandro Caprice, il Coro della Corale Verdi di Parma diretto da Claudio Cirelli con la partecipazione del soprano Anta Jankovska, del tenore Fabio Sabbatini e il Coro voci bianche della Corale Verdi diretto da Niccolò Paganini. All’organo Paola Bandini. Verrà proposto un ricco e suggestivo repertorio di arie e brani famosi di Verdi, Gounod, Faurè, Bach, Mozart che risuoneranno nelle millenarie navate e volte della chiesa francescana. La partecipazione è ad offerta a sostegno dei lavori di restauro della chiesa. Le prenotazioni al momento sono esaurite, ma è possibile presentarsi all'ingresso prima del concerto e in caso di defezioni verranno assegnati i posti liberi.

Fino al 13 gennaio prosegue inoltre, tutti i giorni, dalle 16.30 alle 20 e dalle 16.30 alle 18.30 sabato e nei festivi la video proiezione “Meraviglie di Natale” che accende il cuore della chiesa con alcuni tra i più bei dipinti di Natività e Adorazioni dei Magi presenti nel territorio parmense. E si affianca alle nuove possibilità di visita al cantiere “in quota”, sui ponteggi, degli affreschi riportati alla luce nei più recenti lavori di restauro che stanno interessando il catino dell’abside.

Pubblicato il 5 gennaio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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