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Teatro Danza da gennaio a marzo al Teatro Filodrammatici

  Fiazza Perotti Maj

Novità e conferme nel panorama della danza contemporanea italiana. Ce le presenta il cartellone 2024 di Teatro Danza a Piacenza, curato da Emma Chiara Perotti e inserito nella Stagione di Prosa 2023/2024 del Teatro Municipale, direzione artistica di Diego Maj, organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri e Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren.
Tra gennaio e marzo tre le serate al Teatro Filodrammatici, con inizio sempre alle ore 21.

Si inizia venerdì 12 gennaio con “Memento” di Nyko Piscopo, coreografo giovane ma già affermato che aveva aperto anche nel 2022 la programmazione dedicata alla danza (molto applaudita la sua rilettura della Bella Addormentata “SLEEPING BEAUTY Work Bitch!”). Memento è una pièce di danza che si fonda sul non-evento. Come nel capolavoro beckettiano Aspettando Godot, la tensione è creata dal susseguirsi di speranze che non trovano uno sfogo concreto. Così allo stesso modo, nella vita, ogni momento è attesa di qualcosa di definitivo che poi, quando pensiamo di averlo ottenuto, scopriamo sempre essere frammentato e soggettivo. All’interno della coreografia i performer vivono quest’attesa e, nella ricerca di una risposta definitiva, divina e non, alla loro condizione esistenziale, cercano conforto l’uno dall’altro, si sfidano, oppure, come un coro, tendono tutti verso lo stesso punto. Alla fine la meta stessa del loro viaggio si concretizzerà nel ricordo (memento significa, per l’appunto, “ricordati”) di questi rapporti e delle sensazioni che hanno sentito, rendendo la stessa un momento rituale, un atto sacro, e quindi eterno. In scena i danzatori Nicolas Grimaldi Capitello, Eleonora Greco, Leopoldo Guadagno, Francesco Russo.

Venerdì 23 febbraio la serata Anticorpi eXpLo - tracce di giovane danza d’autore, ormai tradizionale appuntamento dedicato alla giovane danza d’autore con un programma di due coinvolgenti creazioni che offrono uno sguardo sulle nuove generazioni della coreografia italiana contemporanea, tra eterogeneità di linguaggi, formati e poetiche. A comporre la serata “Alex”, coreografie e direzione artistica di Roberta Maimone, insieme alla pièce “A Solo in the Spotlights”, ideazione e creazione di Vittorio Pagani. “Alex” testimonia un viaggio psicologico trasformativo, in cui l’introspezione e il confronto portano a una comprensione più profonda di se stessi e degli altri. Incontrare qualcuno funge da specchio, rivelando aspetti sconosciuti della nostra personalità. Richiede pazienza, osservazione, ascolto, empatia e la disponibilità ad accogliere l’altra persona. Con i suoi personaggi cartonati, Alex evoca sorrisi, aggiungendo gioia all’esperienza e offrendo un’opportunità di riflessione, di crescita e coltivazione di connessioni autentiche. Esplorando la combinazione tra il background di danza contemporanea e classica, la consapevolezza del corpo nello spazio e in relazione con gli altri e la connessione con la creazione musicale, delinea un linguaggio di movimento che presenta forti elementi mimici. Il peculiare approccio umoristico permette di sviluppare tematiche che invitano all’introspezione con un pizzico di leggerezza. In scena due performer: Alessandra Maimone insieme alla coreografa stessa, Roberta Maimone.

In “A Solo in the Spotlights” attraversando danza, parole e proiezioni video, il solista (lo stesso coreografo Vittorio Pagani) esplora aspetti della vita sulla scena, e le trasformazioni che un corpo affronta quando messo sotto i riflettori. In una scissione tra il corpo e l’immagine, il danzatore si scompone, celando o mostrando parti di sé nel tentativo di soddisfare le richieste tipiche della sua professione. Illustrando esperienze personali e testimonianze altrui, “A Solo in the Spotlights” punta il riflettore verso un performer che, dopo anni di silenzio, prende la parola e si interroga. Come trovare un’autenticità quando c’è un ruolo da ricoprire? È possibile accontentare il pubblico, i datori di lavoro e se stessi? Ispirato alle storie di grandi personaggi e dei loro celebri interpreti, “A Solo in the Spotlights” prova a rispondere a questi quesiti.

Venerdì 22 marzo torna al Teatro Filodrammatici per la Stagione di Danza di Teatro Gioco Vita Riccardo Buscarini. Presenterà per la prima volta a Piacenza “Trois Pièces Françaises”, pièce concerto per pianoforte e danza che vuole essere un tributo alla brillantezza delle idee della ville lumière agli albori del XX secolo attraverso le partiture di Ravel, Satie e Debussy. Si articola infatti in tre tableaux accomunati dalla episodicità e dal fatto che tutte sono partiture pensate per la danza: “Valses nobles et sentimentales” (1911) di Maurice Ravel, “Relâche” (1924) di Erik Satie e “Danse sacrée et danse profane” (1904) di Claude Debussy. Concepito e creato a quattro mani da Benedetto Boccuzzi e Riccardo Buscarini, “Trois Pièces Françaises” è un omaggio alla Parigi degli inizi del 1900, un periodo storico e culturale di grande innovazione che rese possibili fruttuose collaborazioni tra figure provenienti da diversi ambiti artistici e che fu la culla di ardite concezioni estetiche che condizionarono irreversibilmente lo sviluppo della storia dell’arte a venire. L’atto di trasfigurazione dalle partiture musicali al performativo è affidato al movimento sfaccettato di Riccardo Buscarini che, con il suono del pianoforte di Benedetto Boccuzzi - anch’egli corpo agente sulla scena - si propone come fil rouge tra le partiture, raramente eseguite dal vivo. Lo spettacolo, prodotto dall’associazione De Arte Saltandi, è proposto in collaborazione con Piacenza Classica Festival.

INFORMAZIONI

CARNET TEATRO DANZA euro 36 (intero), 30 (ridotto), euro 24 (ridotto studenti e scuole di danza)

BIGLIETTI euro 20 (intero), 15 (ridotto), euro 10 (ridotto studenti e scuole di danza)

Biglietteria Teatro Gioco Vita Via San Siro 9 - tel. 0523.315578 - biglietteria [AT] teatrogiocovita [DOT] it

Orari di apertura: dal martedì al venerdì ore 10-16.

Nei giorni di spettacolo il servizio è attivo al Teatro Filodrammatici a partire da un’ora prima dell’inizio della rappresentazione. Vendita on-line www.vivaticket.com

Per informazioni: Teatro Gioco Vita, tel. 0523.315578, info [AT] teatrogiocovita [DOT] it

Nella foto, da sinistra Christian Fiazza, Emma Chiara Perotti e Diego Maj.

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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