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«Tutti vivi»: il ricordo di Costantino, William, Elisa e Domenico nelle pagine di Valerio Millefoglie

MILLEFOGLIE

“Fino a quando il pianeta esisterà e il museo esisterà, la memoria rimarrà. Saranno tutti vivi”. Il tempo si ferma, va indietro, si annulla: di fronte al dolore, non ci sono età, generazioni, secoli. Valerio Millefoglie, scrittore e collaboratore del quotidiano “La Repubblica”, ha trascorso molto tempo a contatto con chi è rimasto, i familiari e gli amici di Domenico, Elisa, Costantino e William, i quattro ragazzi morti annegati nelle acque del Trebbia l’11 gennaio 2022 in seguito a un incidente stradale fra le località Malpaga e Puglia nel comune di Calendasco. Con le storie e le riflessioni raccolte, Millefoglie ha scritto il libro “Tutti vivi”, edito da Mondadori e in libreria da gennaio 2024. La frase riportata all’inizio, da cui il titolo del volume, è di Claude-Sofia Schmidt, responsabile delle guide del Museo Victor Hugo a Villequier, in Normandia, e si riferisce a un’altra tragedia, la morte di Léopoldine Hugo nelle acque della Senna il 4 settembre 1843. Fatti, sentimenti, riflessioni che si ripetono uguali nei secoli. Valerio Millefoglie ha presentato il suo libro per la prima volta a Piacenza, presso la sede del quotidiano “Libertà”, l’11 gennaio 2024, nel giorno del secondo anniversario della tragedia, intervistato dal giornalista Filippo Lezoli.

11 gennaio 2022: i fatti

Nella mattinata dell’11 gennaio 2022 arrivò alle forze dell’ordine la segnalazione di un passante che notò un’auto semisommersa nelle acque del Trebbia. I vigili del fuoco estrassero la Volkswagen Golf dal fiume: all’interno i corpi esanimi di Costantino Merli, 22 anni di Guardamiglio, Elisa Bricchi, 20 anni di Calendasco, William Pagani, 23 anni di Castel San Giovanni e Domenico Di Canio, 22 anni di Borgonovo, giacevano lì, annegati, dalla notte precedente, caratterizzata da una fitta nebbia. Dieci giorni dopo, il 21 gennaio, il vescovo di Piacenza-Bobbio mons. Adriano Cevolotto presiedette in Cattedrale le esequie dei quattro giovani insieme al vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio. Centinaia di persone affollarono la chiesa e il sagrato antistante, molti altri seguirono la celebrazione in streaming sul canale YouTube della diocesi.

Le parole fanno rivivere chi non c’è più

“Non è soltanto la presentazione di un libro – ha detto in apertura della serata il direttore di Libertà Pietro Visconti –. Il libro è il catalizzatore della memoria di quattro ragazzi, Elisa, Domenico, Costantino e William. Un quotidiano come Libertà trova naturale farsi casa del dolore irreparabile di famiglie, un fatto sconvolgentemente personale che si fa fatto pubblico. È accaduto questo. Quel giorno di due anni fa, uno dei fili del giornalismo che si è snodato si è fatto corda di relazioni amichevoli. Abbiamo cercato cosa c’era dietro, dentro il loro meraviglioso sorriso. Valerio ha camminato lungo quel solco di disperazione e ha trovato tracce di solidarietà e speranza. Ci aggrappiamo alle parole per far vivere chi è volato via”. Millefoglie ha spiegato che “il libro parla del tempo e della possibilità dell’inesistenza del tempo, dell’essere coetanei anche con età differenti. Per me era importante raccontare cosa accade quando abbiamo vent’anni, è un libro che va indietro nel tempo per dimostrare che il tempo non esiste”. Con un leggero ritmo rap, Millefoglie – che da giovane sognava una carriera da rapper – ha ripercorso alcuni momenti riportati fra le pagine di “Tutti vivi”.

Entrare dentro la storia

Filippo Lezoli ha fatto notare come, a differenza del metodo tradizionale del reportage, Millefoglie non ha chiuso le porte una volta pubblicato il servizio. “Il tempo dà l’occasione di entrare dentro la storia. Mi ha colpito l’idea di archiviare, che per me non è un termine al passato: si archivia per aprire e per raccontare di nuovo la storia. La prima volta che ho incontrato le famiglie di Elisa e Costantino eravamo nella taverna di Costantino, in cerchio, e mi hanno fatto ascoltare la canzone che Costantino aveva scritto per Elisa, «A te»”. Se il primo capitolo ha un taglio giornalistico, man mano che le pagine vanno avanti l’autore si immerge sempre più nella storia con riflessioni e non senza qualche momento di silenzio. “Questa storia me la sono portata ovunque – afferma Millefoglie –. È un libro che ho provato a riscrivere in vari modi, ho pensato a un romanzo e poi a riportare la cronologia dei fatti”.

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Rico: la musica rap fra ricordo e rinascita

Il rapper Rico ha raccontato di quel giorno. “Mi sono svegliato con una chiamata del mio migliore amico – ricorda – che mi disse quello che era successo. Non potevo crederci. Quel giorno ho scritto una canzone; un’altra, «Rinascita», uscirà a febbraio. In un momento triste, il pezzo invita a tirarsi su le maniche e superare i problemi”.

“Il tempo non esiste”

“Centosessantasei anni prima dell’incidente del Trebbia, l’uomo che darà voce ai miserabili di Parigi poneva gli stessi interrogativi senza risposta, pronunciava le stesse invettive a Dio che tante volte ho sentito pronunciare dai genitori di Piacenza. Nelle sue parole, ritrovo tutte le loro voci”. Valerio Millefoglie, nel capitolo “Confluente”, accosta il dolore di Victor Hugo per la perdita della figlia Léopoldine a quello dei genitori di William, Domenico, Elisa e Costantino. Durante una visita a Villequier, in Normandia, dove il 4 settembre 1843 Léopoldine Hugo morì a 19 anni annegata nelle acque della Senna mentre era incinta, insieme al marito Charles Vaquerie, Valerio Millefoglie andò al Museo Victor Hugo e incontrò la responsabile delle guide Claude-Sofia Schmidt. Le chiese: “Ci troviamo in un memoriale e voi siete i custodi di una tragedia avvenuta più di un secolo fa, quando nessuno di noi c’era. Quanto a lungo può durare la memoria di Léopoldine? A cosa serve ricordarla?” Schmidt rispose: “La memoria durerà fino a tutto il tempo in cui noi esisteremo, fin quando la manterremo. Qui vengono persone che hanno perso i figli nello stesso modo, in un fiume, in un lago, Victor Hugo connette quelli che hanno avuto la sua stessa esperienza. Qualche tempo fa una donna ha visto la camera da letto di Léopoldine e ha pianto. Era inconsolabile. Ricordarli serve a farli vivere, sono morti ma sono là, nel cuore, nei sentimenti. Fino a quando il pianeta esisterà e il museo esisterà, la memoria rimarrà. Saranno tutti vivi”.

Gli alberi e la memoria

Sul valore della memoria, Lezoli ha ricordato gli alberi piantati sull’argine del Trebbia e nel Bosco della Speranza dai ragazzi dell’istituto scolastico Raineri-Marcora di Piacenza per ricordare Costantino, Elisa, William, Domenico e tutti i ragazzi e le ragazze che oggi non ci sono più. “Un’amica di Costantino, Maria Camilla, alla mia domanda su quanto durasse la memoria negli alberi piantati – rivela Filippo Lezoli – mi rispose che gli alberi crescono nel tempo ma anche nella perseveranza: ciò che le persone sono state, mi disse, lo saranno sempre nel ricordo degli altri”.

Francesco Petronzio

Nelle foto, la presentazione del libro “Tutti vivi” dedicato a Domenico, Elisa, Costantino e William, i quattro ragazzi morti annegati nelle acque del Trebbia l’11 gennaio 2022.

Pubblicato il 12 gennaio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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