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L’arte dello stucco a Piacenza dal Cinquecento al Settecento, convegno in San Sisto

Locandina stucchi Piacenza finale

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, di concerto con la diocesi di Piacenza-Bobbio, con l’Archivio del Moderno Università della Svizzera italiana e con il Centro Studi per la Storia dello Stucco in Età Moderna e Contemporanea, ha ideato e promuove una giornata di studi dedicata alla conoscenza per la tutela e la valorizzazione dei molti apparati a stucco dell’età barocca e tardobarocca conservati nei palazzi e nelle chiese delle città, nelle ville dei territori di Piacenza e di Parma. Funzionari della diocesi e della Soprintendenza, la direttrice dei Musei di Palazzo Farnese, docenti e ricercatori dell’Università della Svizzera italiana e della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, interverranno a illustrare la molteplicità e la ricchezza degli apparati a stucco dal Cinquecento all’età barocca e oltre, ideati per la magnificenza del casato e per la privata devozione.

La mancanza a tutt’oggi di studi sistematici su questa peculiare realtà decorativa, non è solo imputabile alle perdite determinate dal tempo e/o dalla mancata conservazione, ma anche dalla posizione in cui si colloca lo studio dello stucco, che afferisce, contemporaneamente, alla pittura, alla scultura e all’architettura. Originatasi da compiti e questioni prettamente istituzionali, inerenti la tutela di palazzi e ville presenti sul territorio di Parma e Piacenza, entro un arco cronologico che coincide con la fase centrale del ducato dei Farnese, la ricerca si è progressivamente estesa al Settecento con un raggio di attenzione che esula dai confini del ducato farnesiano, necessario a comprendere le relazioni dei principali cantieri con le decorazioni di altre realtà italiane, soprattutto quella romana e quella lombarda, a essi connesse da evidenti legami stilistici e tematici.

Al termine dei lavori, alle 16.30, è prevista la visita guidata al cantiere della chiesa di San Lorenzo, teatro del ricco apparato a stucco dei Reti.

La Giornata di studi è accreditata dall’Ordine degli Architetti PPC di Piacenza.

Per partecipare è necessaria la prenotazione all’indirizzo e-mail: anna [DOT] cocciolimastroviti [AT] beniculturali [DOT] it; sono richiesti il Green Pass e l’uso della mascherina.

Pubblicato il 27 ottobre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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