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«La proprietà, un diritto da proteggere»

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«Un volume che raccoglie i testi delle lezioni che i docenti universitari Carlo Lottieri, Alessandro Vitale, Roberta Adelaide Modugno, Alberto Scerbo, Gianfranco Fabi, Andrea Giuricin e Paolo Pamini hanno tenuto alla Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” - XI edizione svoltasi a Catanzaro - e dove, da prospettive diverse, vengono analizzati i rapporti tra proprietà e libertà, cogliendo il profondo legame tra i due istituti, un nesso indiscutibile poiché soltanto una protezione della proprietà è in grado di assicurare a ogni individuo quella sfera di autonomia che l’espansione dei poteri pubblici e delle burocrazie finisce per dissolvere. Per questa ragione, chi crede che la libertà sia un valore fondamentale deve proteggere la proprietà e osteggiare lo statalismo». Così Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria, curatore del libro “In nome della proprietà” (Ed. Rubbettino, terzo titolo della nuova collana “Biblioteca della proprietà” promossa da Confedilizia) che ha presentato a Palazzo Galli (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) in dialogo con il presidente nazionale di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa (autore della prefazione) e con Corrado Sforza Fogliani (autore della postfazione). I relatori sono stati presentati dal presidente del Cda della Banca, Giuseppe Nenna.

L’avv. Spaziani Testa - dopo aver definito i contributi raccolti nel volume «tutti eccezionalmente interessanti e tutti capaci di far respirare un’aria di libertà e di buon senso») - parlando della proprietà come di «un diritto che dovrebbe essere protetto più degli altri», ha evidenziato come «la realtà sia ben diversa e fatta di continue minacce: fiscali (il valore dei beni immobili viene progressivamente eroso da una tassazione sostanzialmente patrimoniale), vincolistiche sulle regole contrattuali riguardanti la locazione». E sull’argomento non poteva mancare un riferimento alla sentenza della Consulta che ha dichiarato legittimo il blocco degli sfratti: «La lettura delle motivazioni - ha osservato il presidente di Confedilizia - non ci ha minimamente convinti. La sostanza è che per la Corte Costituzionale, e anche per il Parlamento e gli ultimi due Governi, il “dovere di solidarietà economica sociale” esiste solo in capo ai proprietari, privati per quasi due anni del loro immobile e del loro reddito, senza alcun risarcimento».

«Più di vent’anni fa - è intervenuto l’avv. Sforza Fogliani - la Consulta, dichiarando la validità di un blocco proprio come ha fatto ieri, aveva solennemente affermato che l’avrebbe fatto per l’ultima volta. S’è visto com’è andata: la proprietà della casa è ormai ridotta a una triste parvenza, da aspirazione che era l’hanno trasformata in un incubo che obbliga solo a pagare tasse locali ed erariali». Il presidente del Centro studi Confedilizia ha aggiunto: «E pensare che Einaudi ci ha lasciato detto, lapidariamente, che il primo fondamento della libertà è la proprietà, che è anche altre cose: è ordine e, come ha ben spiegato Lorenzo Infantino, non è lei a generare la scarsità (secondo le convinzioni marxiste), ma è la scarsità a rendere necessaria la proprietà privata, che dove latita lascia tutto nelle mani dei governanti e quella che prevale, alla fine, è la legge del più forte».

Ai numerosi intervenuti è stata distribuita, al termine dell’incontro, copia del volume.

Pubblicato il 16 novembre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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