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«Il Carmine nel Medioevo», appuntamento il 26 novembre

 

Restauro Carmine SAL luglio 52

E' un simbolo di innovazione come sede del Laboratorio Aperto, ma venerdì 26 novembre –con il contributo del Laboratorio stesso – ilfocus sul complesso del Carmine sarà dedicato al suo antico patrimonio artistico. L'appuntamento è per le 17, con la direttrice dei Musei Civici di Piacenza Antonella Gigli a illustrare segreti e tesori custoditi nellaex chiesadi piazza Casali 10, con particolare attenzione agli affreschi, risalenti al periodo medievale, ancora visibili in alcune parti dell'edificio.

Sarà un'opportunità preziosa – sottolinea l'assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi – per svelare e conoscere più a fondo la storia plurisecolare del Carmine e le numerose funzioni cui, nel tempo, è stata destinata questa struttura, restituita a Piacenza nel dicembre 2019 dopo un lungo periodo di abbandono e chiusura, grazie all'importanteopera di restauro che oggi permette alla collettività di fruire di uno spazio polivalente di rara bellezza. Emblema del percorso verso la Smart City e di tanti progetti rivolti al futuro, che fanno della sostenibilità e dell'uso intelligente delle tecnologie un elemento cardine, il complesso di piazza Casali è anche teatro di mostre, convegni e attività formative che trovano, nel connubio tra la suggestione monumentale e la sapiente riqualificazione che ha ridato vita all'edificio, la sede ideale. A pochi passi da Palazzo Farnese e dai Musei Civici, un altro fulcro di grande interesse culturale, architettonico e artistico che merita una visita”.

L'evento rientra,nelle attività di promozione e valorizzazione del Laboratorio Aperto di Piacenza, realizzate con il sostegno della Regione Emilia Romagna grazie al Fondo europeo per lo sviluppo regionale Por Fesr 2014-2020. La partecipazione è gratuita, con prenotazione obbligatoria presso lo sportello Iat-R per l'informazione e l'accoglienza turistica, in piazza Cavalli 7, rivolgendosi allo 0523-492001 (dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17) o scrivendo aiat [AT] comune [DOT] piacenza [DOT] it.

Per l'accesso alla sala sarà necessario il possesso del Green Pass.

Pubblicato il 23 novembre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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