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Emozione al concerto del Vallongina in Cattedrale

vallongina in concerto il 26 dicembre 2021

E' iniziato con il saluto del vescovo mons. Adriano Cevolotto il concerto del 26 dicembre nella cattedrale di Piacenza che ha visto risuonare le note del Gloria di Antonio Vivaldi proposto dal Coro Vallongina di Fiorenzuola.
Voci soliste sono state il soprano Elisa Maffi e il mezzosoprano Romina Tomasoni, mentre l’accompagnamento strumentale è stato sostenuto dall’orchestra sinfonica dei Colli Morenici con la partecipazione del Maestro Roberto Sidoli, mentre la direzione è stata di don Roberto Scotti.

La scelta dell’Opera più famosa di Antonio Vivaldi da un lato è stata motivata dal contesto liturgico del tempo di Natale, quando il Coro degli angeli ha fatto risuonare il canto “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”; dall’altro lato la festa della cattedrale ci riporta a far memoria di quanto la comunità di Piacenza ha voluto, con una costruzione così maestosa e artistica, dare gloria a Colui che non può certo essere rinchiuso in un tempio, pur grande che sia, ma che in questo edificio ha avuto modo di incontrare un popolo che nella preghiera e nella fedeltà alla guida dei pastori ha voluto da sempre alzare lo sguardo al cielo e dar gloria al suo Dio.

Il programma della serata ha seguito  questo percorso: l’umiltà di un Dio che dal cielo ha voluto scendere sulla terra e nascere nel freddo nel buio di una grotta è stata celebrata da alcuni dei canti natalizi più famosi; la risposta di un popolo che sulla terra nel corso dei secoli ha innalzato per la gloria di Dio cattedrali in tutto il mondo, è stata espressa con il GLORIA di Vivaldi e l’Alleluia di Handel.

vescvoconcerto

Nelle foto di Mauro Del Papa il concerto in cattedrale del coro Vallongina diretto da don Roberto Scotti.

Pubblicato il 27 dicembre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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