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Catalogo della mostra di Rubens, un evento grazie alla collaborazione tra enti diversi

FotoDELPAPA catalogo rubens

Alcuni concetti chiave sono emersi nella giornata di oggi 15 gennaio a Palazzo Farnese, in occasione della presentazione del catalogo relativo alla mostra in corso alla vignolesca mole, “Rubens – La Lupa e il Barocco. Un capolavoro dei Musei Capitolini a Piacenza”: la collaborazione proficua e propositiva tra enti ed istituzioni tra loro diverse, il dinamismo dell’assessorato nell’approntare questa iniziativa, il ruolo degli studenti della IV B del Liceo Gioia, autentici ciceroni durante il percorso di visita, nonché l’impegno dell’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, che ha creduto più di ogni altro nella riuscita dell’evento culturale.

A illustrare questo significativo compendio di 88 pagine tra testi e immagini a colori e in bianco e nero, erano presenti, oltre all’assessore Papamarenghi, il curatore del catalogo Alessandro Malinverni, Carlo Mambriani, docente di Architettura presso l’Università di Parma, Antonella Gigli, direttore dei Musei di Palazzo Farnese, Lucia Pini, direttore della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi e Cristina Capra, preside del Liceo Gioia: “Come annunciato in occasione dell’inaugurazione – ha sottolineato l’assessore a Cultura e Turismo – abbiamo voluto realizzare, in occasione dell’esposizione di questo straordinario capolavoro, un vero e proprio catalogo, arricchito dei contributi saggistici di autorevoli esperti e studiosi. Desidero ringraziare tutti coloro che si sono impegnati per la non facile di riuscita di un evento che è stato realizzato in tempi strettissimi, ma che ha permesso il consolidarsi di una collaborazione sia con la Ricci Oddi che con il Liceo Gioia che, mi auguro, possa essere portata avanti anche in futuro”.

Parole analoghe anche da parte di Lucia Pini, Antonella Gigli e Cristina Capra, che hanno sottolineato “il ruolo del Comune, della Ricci Oddi e del Liceo Gioia “, aggiungendo che l’opera di Rubens “s’inserisce in un contesto idoneo e particolarmente ricco di rimandi barocchi come quello di Palazzo Farnese”.

Alessandro Malinverni ha sottolineato come il catalogo approfondisca il percorso di vita, le tappe biografiche più importanti e l’evoluzione artistica di Rubens, dedicando ampio spazio non solo al capolavoro dei Musei Capitolini, ma proponendo anche un excursus sul tema della nascita di Romolo e Remo nella letteratura latina e greca e importanti focus sul patrimonio storico-artistico di Piacenza: dall’Alcova-Lupercale dei Farnese tratteggiata dal professor Carlo Mambriani al profondo legame con la Lupa, dal monumento di piazzale Roma al profilo che campeggia sullo stemma della Città. E proprio Mambriani nel corso di un intervento assai ricco di contenuti, ha ribadito come in questo caso “la cultura a Piacenza abbia fatto sistema attraverso una collaborazione che difficilmente si verifica in città di provincia in tempo di pandemia”. Ha aggiunto: “Ero reticente a dare in mio contributo scritto, ma ora sono orgoglioso di questo perché l’opera del pittore fiammingo fa parte di un processo che lega il dipinto alla storia farnesiana e alla città di Piacenza”.

Oltre alle firme di Malinverni e Mambriani (“Rubens, una vita per l’arte”), il volume comprende testi di Edoardo Castignola (“La Lupa nello stemma di Piacenza”), Federico Ragni (“Il monumento piacentino alla Lupa”) e Jacopo Scafile con Andrea Crisafulli e Silvia Menzani (“La nascita di Romolo e Remo nella letteratura latina e greca”). Le prefazioni sono a firma del sindaco Patrizia Barbieri, dell’assessore Papamarenghi e del direttore della Galleria Ricci Oddi, Lucia Pini. Al termine della presentazione, cui ha preso parte un gran numero di giovani studenti del liceo Gioia, hanno avuto luogo due visite guidate all’Alcova del Palazzo dove Rubens è esposto.

Pubblicato il 15 gennaio 2022

Nella foto di Del Papa un momento della presentazione a Palazzo Farnese.

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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