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Dal 31 marzo «Cineforum in Cattedrale»

locandina dett cineforum cattedrale

Dal 31 marzo otto appuntamenti con il cinema d’autore e d’animazione presso il salone parrocchiale della cattedrale.
All’interno del ricco calendario di eventi per la celebrazione dei 900 anni della Cattedrale di Piacenza, giovedì 31 marzo prenderà avvio la rassegna “Cineforum in Cattedrale”, otto appuntamenti con il cinema d’autore e d’animazione. La rassegna, organizzata dalla diocesi di Piacenza-Bobbio in collaborazione con la cooperativa Cooltour, l’associazione culturale Cinemaniaci e il Cineclub “G. Cattivelli” di Piacenza, vuole fornire spunti di riflessione e approfondimento, attraverso il linguaggio filmico, su temi legati al periodo di fondazione della Cattedrale, il Medioevo, e alla sua religiosità.
Insieme a concerti, visite guidate, attività didattiche e conferenze, anche il cinema si fa quindi strumento di divulgazione e stimolazione per l’immaginario antico, e grazie alla sua natura di linguaggio culturale potrà fornire agli spettatori una nuova chiave di lettura per vivere la storia che ci vuole narrare questo importante novecentenario.
Per l’occasione il salone parrocchiale del Duomo torna ad animarsi come cinema, con un nuovo grande schermo e un nuovo impianto audio.
La serata di inaugurazione vedrà la proiezione di documentari storici, realizzati dal Cineclub “G.Cattivelli” e relativi a lavori di restauro e ripristino che hanno riguardato il complesso monumentale della Cattedrale nell’ultimo secolo.

Seguiranno tre appuntamenti con film d’autore: giovedì 7 aprile con “Il settimo sigillo” (1957) di Ingmar Bergman inizierà il viaggio nelle atmosfere medievali, nei costumi e nella religione del tempo. Tale viaggio proseguirà il 14 aprile con “Francesco giullare di Dio” (1950) di Roberto Rossellini e il 21 aprile con “Il processo a Giovanna d’Arco” (1962) di Robert Bressan, due opere mirabili che raccontano la vita di due personaggi simbolo del Basso Medioevo, accumunati dalla ricerca fervida e appassionata che entrambi condussero in nome di Dio per la realizzazione del comune sogno di pace e di libertà, e emblemi di rinnovamento morale e spirituale.
Non mancheranno appuntamenti dedicati alle famiglie e ai bambini. In particolare due sono i titoli di animazione in calendario rivolti a questa fascia di pubblico: “Il gobbo di Notre Dame” (1996), celebre classico disneyano che sarà proiettato il 28 aprile alle ore 17:00 (unico appuntamento pomeridiano), e “The Secret of Kells” (2009), poetico racconto della vita di un giovane monaco irlandese, previsto per il 12 maggio. Questo piccolo gioiello d’animazione si ispira alle meravigliose decorazioni del manoscritto medievale da cui prende il titolo, conservato presso la Biblioteca del Trinity College di Dublino, e verrà proiettato in lingua originale (inglese) sottotitolato, poiché il film non è mai stato distribuito in Italia.
Parlando di Medioevo, scelte religiose e manoscritti, non poteva certo mancare il coinvolgimento di Bobbio: il 5 maggio sarà proiettato “Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud (1986), tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, come omaggio alla prestigiosa storia dello scriptorium bobiense.
La rassegna si concluderà giovedì 19 maggio, con la proiezione del capolavoro del cinema mondiale “Andrej Rublev” (1969) di Andrei Tarkovskj, opera fortemente spirituale che narra la vita di un pittore di icone nel XV secolo, e parabola sul senso dell'arte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini.
Le proiezioni avranno luogo alle ore 20.45, nel salone parrocchiale della cattedrale con accesso dai chiostri del Duomo. Al termine seguirà un dibattito condotto dagli esperti cinefili dell’Associazione Cinemaniaci, stimolando il confronto, lo scambio e la socializzazione. L’ingresso alle proiezioni sarà gratuito.
Numero posti limitato, prenotazione consigliata all’indirizzo oppure al recapito telefonico 331.4606435.

Pubblicato il 29 marzo 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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