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«La Piacenza degli anni ’50»: la mostra fotografica di Bruno Del Papa

mostra

“Vai avanti!”: è questa la voce del papà che Mauro Del Papa sente come un appello a continuare una carriera che è stata portata in mostra allo Spazio Rosso Tiziano di Piacenza.
Dal 18 al 2 luglio, l’esposizione “La Piacenza degli anni 50”, fotografie di Bruno Del Papa, è esibita al pubblico, e il 27 giugno, in Galleria, nella conferenza stampa, il figlio Mauro ha raccontato del padre come un uomo severo e austero nel suo lavoro, ma anche simpatico e mattacchione in compagnia. “Andava sempre in giacca e cravatta - ha aggiunto - proprio per sottolineare la serietà della sua professione di cui è sempre stato fiero, difendendo socialmente la categoria dei fotografi”.

Le foto in bianco e nero trasmettono qualcosa di profondo
“Una gran bella mostra! - ha evidenziato Maurizio Sesenna, patron della galleria Rosso Tiziano. Già moltissime le persone che sono venute a visitarla, ed anche diversi giovani sono rimasti affascinati e colpiti”.
A Gaetano Rizzuto, giornalista, ex direttore del quotidiano Libertà, il compito di presentare la mostra che ha evidenziato come ogni foto di Del Papa è una storia e manifesta la voglia di vivere che c’era negli anni ‘50.
Giornalista da 55 anni, prima in Sicilia, poi a Pavia, a Genova e infine a Piacenza, Rizzuto ha vissuto gran parte dei suoi anni di lavoro con le foto in bianco e nero, ed ha evidenziato come questo tipo di fotografia è unico e trasmette qualcosa di profondo.

Foto che raccontano la vita di Piacenza
“È un archivio immenso quello di Del Papa - ha affermato - e, a partire dal 1930, racconta la vita di Piacenza. Bruno viveva facendo il fotografo e raccoglieva tutte le immagini della città. Matrimoni, funerali, con i viaggi dalla casa del morto alla chiesa e al cimitero; volti di sportivi, artisti, politici e religiosi, sono tutti immortalati dalle foto di Bruno Del Papa. In questa mostra troviamo inoltre le colonie dei bambini, le foto al domicilio delle persone, il matrimonio di due gemelle, il teatro, le edicole, i negozi con le loro insegne che erano delle piccole opere d’arte. Ci sono moto, vespe, e una micro auto, per quegli anni all’avanguardia, che oggi potrebbe parcheggiare dappertutto. C’è la foto della tipografia dove si componeva a mano con i caratteri di piombo, la visita di un medico a un detenuto in carcere, la cronaca nera con una donna uxoricida”.


Fotografo della gente tra la gente
Bruno Del Papa - ha continuato Rizzuto - era fotografo della gente tra la gente, con la macchina attaccata al collo, andava sempre in giro, per i giornali, di giorno e di notte, poi tornava nello studio e stampava a mano. Delle molte foto realizzate in bianco e nero, faceva la scelta della migliore da pubblicare: quella che comunicava il fatto, che diventava storia; poi la portava al giornale per fare il cliché sulla la lastra. Tanta fatica, ore di lavoro, per una foto! E il fotografo era il protagonista…

Un archivio prezioso e immenso
“È parecchio tempo che ci stavo pensando - ha puntualizzato Mauro Del Papa - di mettere in mostra le foto dell’archivio di papà: una raccolta immensa che mia madre ha curato e catalogato con precisione. I negativi e le pellicole, racchiuse in scatoline, quando si aprono fanno scaturire immagini affascinanti. Mi sembrano, per il loro grandioso valore, delle reliquie da custodire con cura. Oggi queste pellicole si possono riprodurre, digitalizzare e stampare in grosso formato. È un archivio con un patrimonio di foto da far conoscere, quindi un progetto da portare avanti”.

Un’avventura che deve continuare
Anche il fotografo Giacomo Garioni, presente alla conferenza, ha sottolineato le suggestioni delle foto di Del Papa.
Garioni, titolare dello Studio fotografico Thomas Foto a Codogno, è specializzato nella fotografia di matrimonio ed ha evidenziato l’importanza di ogni immagine, come quelle di Del Papa, che coglie gli attimi migliori e fa rivivere emozioni di straordinaria bellezza.
“È questa una avventura che deve continuare - ha concluso Rizzuto - una mostra che potrebbe interessare, fatta in altro periodo, anche le scuole”.

Riccardo Tonna

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Nelle foto: in alto, le foto di Bruno Del Papa in esposizione a Rosso Tiziano; sopra, da sinistra Maurizio Sesenna, Giacomo Garioni, Mauro Del Papa e Gaetano Rizzuto.

Pubblicato il 28 giugno 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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