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Ricordando Bruna Boccaccia

 bruna

Alle esequie di Bruna Boccaccia celebrate il 23 giugno nella basilica di San Colombano il parroco don Mario Poggi ha parlato di chi sa vedere l’invisibile.
In una foto che circola su facebook in cui Bruna è ripresa col futuro marito - entrambi giovanissimi, bellissimi e innamoratissimi - colpisce l’intenso sguardo di Bruna, quasi fosse in esso già proiettata la visione del suo futuro, allora certamente invisibile, ma potenzialmente tracciabile sulla base dei suoi talenti. Che erano tanti. Bravura a scuola, capacità di compiere scelte appropriate di fronte ai bivi della vita sulla base di una visone complessiva della società e intelligenti intuizioni, costante impegno sia nell’insegnamento che nella collaborazione con case editrici, abilità imprenditoriale, coraggio nell’osare strade nuove.

La sua famiglia

Bruna si è certamente molto impegnata nel lavoro, ma le sue principali attenzioni sono andate anzitutto alla famiglia (anche questo si legge in quello sguardo), al marito, di cui è rimasta vedova qualche anno fa, alle sue due figlie Barbara e Daniela e agli affezionatissimi nipoti.
Nonostante fosse dotata di carattere socievole e aperto agli altri, era una persona schiva e timida che non amava parlare in pubblico. Forse un retaggio infantile. Da piccola viveva coi suoi genitori in un casolare isolato, in campagna, senza coetanei con cui confrontarsi, per cui sentiva molto la solitudine. In quegli anni i libri hanno costituito il suo rifugio sicuro e stimolato un’autentica passione, mai venuta meno.

La Pontegobbo

Fiore all’occhiello di Bruna è stata la fondazione di una Casa Editrice, la Pontegobbo. Non cosa da poco. L’ardito progetto di fare qualcosa in proprio è sorto dopo aver collaborato per anni con la Bruno Mondadori.
In una conversazione per un’intervista di qualche anno fa al Nuovo Giornale non nascose la trepidazione di quando nel 1994 andò in Camera di Commercio per iscriversi e, di fatto, fondare la Pontegobbo. In testa aveva chiaro il progetto di occuparsi del nostro territorio, del tutto trascurato dai grandi editori. Primo impegno furono i ”Santuari Mariani”, che diedero l’avvio alla
collana “Itinerari di Natura e d’Arte”, seguiti da piccole guide di nostre località caratteristiche, Brugnello, Rocca d’Olgisio e altro.
Alla sua prima fiera del libro di Belgioioso molti le domandavano, meravigliati “ma come, una Casa Editrice a Bobbio?” e ancora più straniti “ma come, due donne?”, perché Bruna vi lavorava con la figlia Daniela, cui ben presto cedette la titolarità. Proprio a Belgioioso ha conosciuto i suoi due primi autori, Simona Segalini e Ermanno Mariani, entrambi giornalisti di Libertà.
A poco a poco la Pontegobbo è uscita dalla realtà locale pubblicando autori di tutta Italia. Da anni vende sia su territorio nazionale che all’estero,
Australia, Norvegia, New York, insomma in tutto il mondo. Sono soddisfazioni le citazioni avute a Rai 1, su Corriere della Sera, Repubblica, da una notazione del presidente Napolitano.
La Pontegobbo si è fatta conoscere anche attraverso varie iniziative diventate ormai tradizione a Bobbio, che richiamano parecchia gente. Come la settimana della letteratura, nata da un’idea del già direttore di Libertà Gaetano Rizzuto e realizzata insieme al Comune. Da iniziale esposizione libraria si è via via arricchita. Ora ospita al suo interno anche un concorso per scrittori, inviti a autori e giornalisti famosi, la premiazione del piacentino dell’anno.

Bruna è una donna di successo che ha usato benissimo il tempo che le è stato concesso e i suoi talenti. Bobbio le è certamente riconoscente.

Luisa Follini

Pubblicato il 29 giugno 2022

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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