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Alla Passerini Landi si presenta il libro di Laura Fusconi

 Copertina I giorni lunghissimi della nostra infanzia Fusconi

Sarà recuperato mercoledì 22 giugno alle 17,30 nella sala della biblioteca ragazzi Giana Anguissola, l’incontro con la scrittrice Laura Fusconi presentata da Laura Bonfanti, il cui libro, “I giorni lunghissimi della nostra infanzia” (Nottetempo, 2022) nell’ambito dell’iniziativa “Piacenza che scrive” promossa dalla biblioteca di via Carducci, avrebbe dovuto essere presentato due settimane fa. Si tratta di un ottimo lavoro narrativo accolto con interesse e molti consensi da parte della critica.

La storia: siamo nella provincia di Piacenza, Susanna è sovrappeso, con lei i compagni sono feroci e da quando la nonna è ammalata si sente ancor più sola. Annalia è bella, popolare, ma dopo una terribile vicenda che ha coinvolto il fratello, i genitori sono diventati due robot. Matteo ha gli occhi blu, una sorella di cui si prende cura e una famiglia che sta sfaldandosi. Tre storie, tre voci potenti, tre bambini che raccontano la loro giornata e che ci portano a sfiorare con la nostra mente quel territorio complesso che è l’infanzia. La stessa scrittrice in un intervento sul quotidiano “Domani” afferma in proposito: “Siamo abituati a pensare all’infanzia come se fosse l’età della spensieratezza dove non esistono ancora i problemi degli adulti. Gli psicologi invece ci avvisano che non è così: siamo purtroppo molto distratti nei confronti dei bambini e dei loro problemi”.

Laura Fusconi è nata a Castelsangiovanni nel 1990. Dopo la laurea in Graphic Design&Art Direction si è diplomata in scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Per Fazi ha pubblicato nel 2018, il suo primo romanzo dal titolo “Volo di paglia”. Ha scritto racconti per le riviste “Retabolid”, “effe – Periodico di Altre Narratività”, “Verde rivista”, “Achab” e “Horizonte”.

Si tratta dell’ultimo appuntamento dell’iniziativa. L’ingresso è libero.

Pubblicato il 21 giugno 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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