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Patti Smith a Piacenza per Santa Maria di Campagna

Da sinistra a destra Roberto Tagliaferri Angelo Antoniazzi Giuseppe Nenna Pietro Coppelli Pietro Boselli

Martedì 28 giugno, alle ore 21.15, si terrà, nel piazzale antistante la Basilica di Santa Maria di Campagna, un’esibizione di poesia e musica intitolata “An evening of poetry and music” dell’artista statunitense Patti Smith.
Ancora oggi questa cantautrice, che ha rivoluzionato il rock fin dagli anni ’70, è considerata dalla rivista Rolling Stone tra i primi 50 artisti di tutti i tempi.
Come si è arrivati a Patti Smith?
Durante un incontro del Comitato organizzativo per le celebrazioni per i 500 anni di Santa Maria di Campagna è uscita la notizia della vicinanza di quest’importante artista al mondo francescano e alle visite compiute presso i principali monumenti religiosi e conventuali che ospitano quest’Ordine. Ciò ha incuriosito immediatamente il Presidente Sforza Fogliani che ha detto sarebbe stata una cosa bella per la città. E la Banca è riuscita, in accordo con padre Secondo Ballati, ad organizzare l’evento. Si è pensato fin dall’inizio che il luogo deputato per valorizzare i 500 anni fosse il sagrato e lo spazio antistante la Basilica di Santa Maria di Campagna. E’ una cornice suggestiva, sebbene di dimensione contenuta, che ha subito riscontrato il favore degli agenti di Patti Smith.
Non si tratta quindi di un maxi concerto ma di una esibizione di poesia e musica per Santa Maria di Campagna e per la città di Piacenza.

Il concerto è gratuito ed offerto dalla Banca di Piacenza. Per consentire un accesso ordinato secondo le norme di sicurezza è però necessario che gli interessati provvedano - da lunedì 13 giugno - a prenotarsi sul sito della Banca www.bancadipiacenza.it comunicando i propri dati e seguendo le istruzioni per l’accesso.
L’ingresso sarà garantito solo a coloro che si prenotino e che ricevano una conferma dalla Banca della disponibilità - soggetta anche alle condizioni atmosferiche del giorno di svolgimento dell’evento - del posto a sedere. In caso di cattivo tempo il concerto si svolgerà nella Basilica.
Tutte le informazioni sono richiedibili alla email
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Pubblicato il 3 giugno 2022

Nella foto, da sinistra, Roberto Tagliaferri, Angelo Antoniazzi, Giuseppe Nenna, Pietro Coppelli, Pietro Boselli.

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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