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«Oh my Doc», i Colli piacentini nella cornice di Palazzo Farnese

vino

Fine settimana “frizzante” a Palazzo Farnese: venerdì 10 giugno dalle 17 alle 23 e sabato 11, dalle 10 alle 23, la mole vignolesca sarà teatro di “Oh my Doc! Da noi la vita si sorseggia”, evento promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Colli Piacentini in collaborazione con l'Amministrazione comunale e i Musei Civici di Palazzo Farnese.
“Un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati delle nostre eccellenze enologiche – sottolinea l'assessore a Cultura e Turismo Jonathan Papamarenghi – ma per tutti i visitatori alla scoperta del territorio e delle sue peculiarità. Grazie alla sinergia con gli organizzatori, a partire dal presidente del Consorzio Marco Profumo, che ringrazio in modo particolare unitamente a tutti i produttori dei Colli Piacentini che animeranno l'iniziativa, si realizzerà appieno quel connubio tra storia, arte, tradizione gastronomica e vini di altissima qualità che consentirà davvero, parafrasando il titolo della manifestazione, di assaporare Piacenza e la sua provincia in tutte le sue accattivanti suggestioni. Chi accederà all'evento potrà fruire di un ingresso agevolato, a un prezzo simbolico, per i Musei di Palazzo Farnese, mentre coloro che avranno acquistato il biglietto per la mostra di Klimt saranno ospiti della kermesse”.
A illustrare il programma il presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Colli Piacentini Marco Profumo, il responsabile della Commissione di comunicazione del Consorzio Patrizio Campana e Patrizia Argenti di SP Studio.
“Porteremo i Colli Piacentini a Palazzo Farnese”, hanno annunciato, anticipando inoltre che domenica 12, per chi lo vorrà, le 22 cantine aderenti all'evento saranno aperte e pronte ad accogliere coloro che vorranno immergersi nell'atmosfera delle quattro vallate che oggi anche il logo del Consorzio rappresenta idealmente racchiuse in un calice.


Il programma

La tre giorni di “Oh my Doc!” si aprirà venerdì 10 alle 16, nella cornice della Cappella Ducale, con il convegno “Dalla A alla DOC. Le prospettive vinicole dei Colli Piacentini”: un importante seminario, nell'ambito del progetto di promozione presentato dal Consorzio per il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna, con la partecipazione, tra gli altri, del professor Daniele Fornari dell'Università Cattolica di Piacenza, direttore di Remlab, di Michele Antonio Fino, docente associato di Fondamenti del Diritto Europeo all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Daniele Manzone, direttore del Consorzio I Vini del Piemonte, Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa, con il coordinamento del caporedattore del “Corriere della Sera” Luciano Ferraro.
Dalle 17 del venerdì e per l'intera giornata di sabato, spazio all'abbinamento tra vini Doc e tipicità gastronomiche, nello scenario del cortile di Palazzo Farnese e con l'accompagnamento musicale del Conservatorio Nicolini. Non mancherà un approfondimento dedicato al “Mito della Malvasia”, dall'omonimo progetto transnazionale di promozione del vitigno, in un weekend sospeso, come rimarca l'assessore Papamarenghi, tra passato e futuro: “Se la mole vignolesca ci riporta al primo sommelier della storia, assistente di Papa Paolo III Farnese, si fa sempre più concreto – e vicino in termini di realizzazione – il progetto di un presidio fisso, a Palazzo Farnese, come vetrina delle eccellenze enogastronomiche locali, nello spazio che si affaccia sul cortile, accanto all'ingresso del Museo Archeologico. I primi, fondamentali passaggi con la Soprintendenza sono stati effettuati, ora si tratta di attuare i necessari lavori di adeguamento, ma l'auspicio è che già con l'avvio dell'estate culturale si possa avviare, almeno in parte, l'attività di un punto ristoro”.

Nella foto, la presentazione della tre giorni di "Oh my Doc".

Pubblicato il 7 giugno 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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