Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Odino Faccia alla Galleria Alberoni: «con la musica si possono cambiare tante vite»

odino


 
“Ho capito che la musica può cambiare tantissime vite”: sono le parole di Odino Faccia, cantautore argentino di origini aquilane, candidato al Premio Nobel per la Pace da 8 premi Nobel e da una ventina di organizzazioni internazionali, tra le quali Onu, Unicef, Medici senza Frontiere e dalla Fondazione Gorbachev di Piacenza. Odino è presidente di “Red Voz por la Paz”, fondazione affiliata all’Onu che promuove nel mondo il tema della Pace in vari campi, quali cultura, politica, religioni, imprese, media e così via. Odino è un talento, un cantante famoso: la “Voz para la Paz” per eccellenza. Attraverso le sue canzoni e i suoi concerti da anni egli va seminando la cultura della Pace.
Il cantautore è intervenuto, il 5 febbraio alla Galleria Alberoni, in un evento speciale nell’ambito della mostra “Costruttori di pace”, che ha presentato dieci premi Nobel per la pace e due Pontefici nei ritratti realizzati da Franco Scepi. Odino Faccia, sul palco della Sala degli Arazzi, ha raccontato la sua attività artistica, i suoi progetti e il suo impegno di costruttore di pace in una conversazione con, il giornalista Giovanni Volpi, direttore del “Il Mio Giornale.net”.

Costruttori di pace
L’evento è stato introdotto dal saluto di Giorgio Braghieri, presidente Opera Pia Alberoni, e di Marzio Dallagiovanna, presidente della Fondazione Gorbachev che hanno sottolineato come già l’anno scorso, con il sostegno della Nobel Lisa Clark e scegliendo come testimonial il prof. Luigi Cavanna, la Fondazione Gorbachev aveva lanciato la candidatura al Nobel per la pace del Corpo medico e sanitario italiano, per il cui operato è stato inaugurato, nel dicembre scorso, il monumento “Dal Buio alla luce”. Il monolite alto oltre 7 metri, ideato dall’artista Scepi, ora svetta nello spazio antistante il fronte est del Collegio Alberoni, dove per molti secoli prese vita l’esperienza di cura del Lazzaretto e dell’Antico Ospedale dei poveri lebbrosi. In occasione della candidatura di Odino Faccia al Premio Nobel per la pace, Scepi ha realizzato il ritratto di Odino Faccia, presentato in prima assoluta alla Galleria Alberoni il 5 febbraio, arricchendo così ulteriormente il progetto “Costruttori di pace”.

Ambasciatore di pace
Incalzato dalle domande del giornalista Volpi, Odino Faccia ha messo in evidenza la sua gioia di essere presente a Piacenza, città accogliente e ricca di arte, ed ha ricordato come la sua carriera è nata proprio in Italia, quando, dopo essere stato scoperto da Teddy Reno, cantante, discografico, talent scout, uno dei più eclettici personaggi della scena musicale italiana del dopoguerra, Odino ha preferito però non firmare contratti e crearsi da sé stesso la sua carriera musicale.
“Ho scelto - ha aggiunto - di non non lasciarmi trascinare da esigenze commerciali, ma sono rimasto fedele alla mia voglia di fare musica, dando il più possibile dei messaggi”.
L’incontro con Adolfo Pérez Esquivel, pacifista argentino, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1980, è stato un altro elemento determinante per l’impegno sociale di Odino, ed Esquivel lo ha nominato ambasciatore di pace proprio per la sua musica.

La musica uno strumento poderoso e meraviglioso
Altra collaborazione artistica di significativa importanza - per Odino - è stata quella con il mondo vaticano, da cui  è stato invitato a musicare le parole di San Giovanni Paolo II, ed è nato il famoso brano “Busca la paz”, cantato anche durante la canonizzazione del papa polacco a Roma, davanti ad un milione di persone.
Anche papa Francesco ha riconosciuto il talento di Odino e gli ha chiesto di mettere in musica dei suoi testi. È nato così il pezzo “Perché tutti siano uno”, cantato per la prima volta la Domenica delle Palme del 2015 in piazza San Pietro.
“La musica - ha evidenziato Faccia - è uno  strumento poderoso e meraviglioso con cui si possono affrontare temi importanti come la pace. È qualcosa che entra direttamente al cuore delle persone. Però, allo stesso modo, la musica - ha sottolineato Odino - può lanciare messaggi duri e aggressivi, incitare alla violenza e proporre le droghe come cose normali”.

Incontriamoci nei valori
“Faccio questo lavoro - ha proseguito Faccia - di diffusione di messaggi di pace  e di speranza innanzitutto per le mie figlie, una di 18 e l’altra di 10 anni, per un futuro migliore e anche se spesso sono lontano da loro - si commuove - esse capiscono cosa sto facendo”. Continuando poi con la voce rotta da qualche lacrima, Odino ha affermato di aver sempre insegnato alle figlie ad amare e a pensare gli altri. “Ho preso in eredità i grandi valori tramandati dai miei genitori, ed anche la pandemia ci ha insegnato che le cose più importanti sono quelle più semplici: uno sguardo, un abbraccio, un dialogo… Incontriamoci nei valori: è la cosa che rende migliore la società”.
Terminando il suo intervento, ringraziando tutti i presenti, Odino Faccia ha annunciato che è in programma un concerto per la pace proprio a Piacenza. 

Riccardo Tonna

Pubblicato il 6 febbraio 2023

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. Municipale, «Pelléas et Melisande» di Debussy in scena con una promozione per gli universitari
  2. Sipario sul nostro Appennino: il Teatro sostiene la montagna e i suoi abitanti
  3. Maurizio Bosio a Borgotrebbia: riscopriamo la bellezza nella nostra vita.
  4. Corradini in Camoteca: «La memoria è un dono su cui la nostra civiltà si appoggia»
  5. Gioielli da scoprire, il 5 febbraio visita dell'oratorio di San Rocco
  6. «Un grandissimo maestro con l’innata capacità di guardare avanti e spendersi per gli altri»
  7. Tamerlano, al Municipale il barocco di Antonio Vivaldi
  8. Alla Passerini Landi la mostra di Emanuele Ferrari dedicata alle pietre d'inciampo
  9. I Giovedì dell'Archivio: incontro dedicato a «I tessuti antichi per il sacro»
  10. «Itinere», le visite guidate per turisti, bambini e cittadini
  11. Le vittime della Shoah: iniziative per i giovani e le scuole
  12. Giorno della Memoria: al teatro Verdi di Fiorenzuola va in scena Perlasca
  13. Al Teatro President protagonista il Tango
  14. Viaggio nella Bellezza: il 26 gennaio Maurizio Bosio a Borgotrebbia
  15. «Piacenza da scoprire». Un anno di esperienze alla scoperta di una città mai vista
  16. Tugnoli in Fondazione: «Dopo vent’anni di guerra, in Afghanistan oggi c’è la stessa situazione del 2001»
  17. Giornata della Memoria, lunedì 23 incontro in Cattolica
  18. Padre Andrea Dall’Asta a Nostra Signora di Lourdes: Caravaggio artista della verità
  19. A Borgotrebbia si parla di «Bellezza» partendo dall’esperienza creativa
  20. La cultura della legalità: incontro alla Passerini

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente