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Cives. Giordana: «Raccontiamo la guerra dalla parte delle vittime»

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I giovani studenti di Cives hanno intervistato Emanuele Giordana, Direttore editoriale del portale atlanteguerre.it in videoconferenza dal Laos.
Il corso di educazione civica dell’Università Cattolica, aperto a tutta la cittadinanza, ha ospitato spesso nelle sue aule relatori impegnati per ragioni di lavoro in zone lontane e spesso complicate del mondo, arricchendo così i suoi partecipanti di esperienze indelebili. Il dottor Giordana, esperto di politica estera, ha scelto di seguire i numerosi conflitti che insanguinano il mondo in modo un po' differente dalla solita cronaca giornalistica che talvolta si occupa con un eccesso di narrazione solo di alcuni di essi. Atlanteguerre.it invece è un portale giornalistico che si propone di raccontare tutti i conflitti in corso e la situazione in zone con forte instabilità politica con pari dignità, producendo inoltre ogni anno un’edizione cartacea in cui descrive gli scenari più critici del mondo.

La guerra tra la gente 

“Le guerre conclamate nel mondo sono oltre 30 -racconta il relatore- ma dal punto di vista dell’informazione hanno pesi diversi, di alcune come quella in Ucraina, forse perché a noi più vicina, siamo sempre informati, mentre di molte altre non si parla affatto. Difficile dire per quale motivo, forse per la lontananza, forse perché i conflitti sono meno importanti per il nostro paese, ma gli effetti di distruzione e di miseria sono sempre gli stessi. Il nostro portale ha deciso di dedicare lo stesso spazio informativo a tutte le guerre in corso, cercando di far conoscere quello che sta succedendo tra le popolazioni coinvolte, tra le famiglie spezzate, che vivono in prima persona i conflitti. Viviamo e parliamo con la gente tra le macerie delle loro case bombardate, con i padri e le madri che ogni giorno escono di casa senza essere certi di tornarvi o di rivedere i propri figli, tra una quotidianità fatta di terrore e d’incertezza. Vogliamo raccontare le guerra dalla parte delle vittime parlando con loro e andando oltre le fonti ufficiali che normalmente si consultano cercando di essere imparziali ma non neutrali”.  

La pace è sempre possibile

“Proviamo a sapere di più su cosa sta succedendo nel mondo – conclude Giordana - perché scoppia una guerra, quali le cause e quali le possibili soluzioni. Descriviamo il traffico internazionale di armi, quanti soldi si spendono per armare i paesi e come potrebbe essere destinata diversamente questa montagna di quattrini, cerchiamo di capire quali siano gli impedimenti alla risoluzione dei conflitti, gli interessi coinvolti e quali siano gli sforzi diplomatici per raggiungere una tregua ed una pace, vogliamo capire chi finanzia i riarmi e chi soffia sul fuoco della guerra. Pensiamo che la pace sia sempre possibile, tentando di forzare il tavolo negoziale, ma i veri sforzi internazionali devono essere volti ad evitare lo scoppio dei conflitti prima che si creino”.

Papa Francesco ha detto: “con la guerra siamo tutti sconfitti, anche coloro che non vi hanno preso parte e che nell’indifferenza vigliacca sono restati a guardare questo orrore senza intervenire per portare la pace. Tutti noi, in qualsiasi ruolo, abbiamo il dovere di essere uomini di pace. Nessuno escluso”.

Stefania Micheli

Nella foto, i ragazzi all'incontro promosso da Cives.

Pubblicato il 9 febbraio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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