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Quarta Parete, «I fiori di carta» al teatro San Matteo

fiori

Il Gruppo Teatrale Quarta Parete, presente sul panorama piacentino dal 1986, come ogni anno affianca agli allestimenti del nucleo storico del gruppo un lavoro specifico di tipo laboratoriale, che ha l’obiettivo di avviare alla pratica teatrale. Anche quest’anno, quindi, in coerenza e senso di continuità con la progettualità del gruppo, ha avuto luogo un laboratorio, che ha preso il via lo scorso ottobre.
Dopo il consueto percorso di base delle prime settimane, il lavoro si è incentrato su una scrittura che riguarda la tematica femminile. Nello specifico il testo che ne è uscito fa riferimento al desiderio di maternità che per la protagonista della pièce rimane inappagato. Si tratta di un lavoro corale che tratteggia figure diverse che incarnano sentimenti spesso in conflitto. In questo articolato confronto fra modi diversi di affrontare la propria vita, i personaggi si muovono fra momenti di condivisione, di complicità, aspettative e momenti relazionali più complessi, che portano a scelte di vita molto forti. Questa molteplicità di situazioni ha permesso a ciascun attore di lavorare a fondo sulle diverse dinamiche dei personaggi e di scavare sulle possibilità offerte dalla scrittura teatrale.
Il titolo del testo,"I fiori di carta”, è emblematico e suggerisce due possibili percorsi: la delicatezza e il profumo dei fiori in contrasto con la parola carta, che in questo contesto va a deviare l’essenza primaria del fiore, quasi ad impoverirla. Questo dualismo fra realtà e finzione, fra interiorità e superficialità, percorre tutto il testo e produce momenti con forti scarti emotivi.
"I fiori di carta” sarà presentato al Teatro San Matteo domenica 7 maggio alle ore 21.  A dar vita ai diversi personaggi sono Elena Bozzetti, Chiara Facchini, Giuseppe Flace, Verdiana Maggiorelli, Flaminia Maradini, Antonio Marsiglia e Patrizia Montin, coadiuvati a livello registico da Lorelle Carini, Paola Vincini e Tino Rossi, che hanno seguito gli attori per tutto il percorso laboratoriale.
A curare l’assistenza tecnica sono Dennis Cheikhrouhou e Giovanna Tanzi.

Pubblicato il 5 maggio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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