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Nel cortile di Palazzo Farnese il Festival delle orchestre scolastiche

 orchestrascolastica

Palazzo Farnese luogo non solo di storia e arte grazie ai Musei Civici, ma anche luogo di cultura partecipata per grandi e piccoli. “Tanti sono gli eventi che si svolgono all’interno della storica corte farnesiana”, spiega l’assessore alla Cultura e al Turismo Christian Fiazza: “Vogliamo che il Farnese sia di coloro che amano fare cultura e, vista l’importante tradizione didattica dei Musei di Civici, è con grande piacere che abbiamo voluto dare il giusto spazio al Festival delle orchestre scolastiche, che merita tutta la nostra attenzione. Tanti sono gli eventi che avranno luogo anche durante l’estate”.

Il minifestival inizia  martedì 16 maggio alle 18.30 con l’esibizione dei ragazzi della scuola Calvino in un concerto tra percussioni, archi e fiati; seguiranno mercoledì 17 maggio, sempre alle 18.30, i ragazzi dell’orchestra del liceo Respighi, mentre il 18 sarà la volta dell’orchestra del liceo Gioia e sabato 20, sempre alle 18.30, l’orchestra CinqueQuarti composta da bambini e ragazzi del IV circolo con le scuole Caduti sul Lavoro, Due Giugno, De Amicis, Taverna, Dante, Carducci e Anna Frank, proporrà il proprio repertorio. Sempre sabato alle 21, infine, l’orchestra Eccherm di Cles, ospite dell’orchestra CinqueQuarti, concluderà la kermesse.

Il maestro Franco Nobis è direttore delle orchestre delle scuole Calvino e Respighi, composte rispettivamente da circa 50 e da una trentina di ragazzi; hanno tradizioni diverse: essendo la prima a indirizzo musicale vanta un percorso di circa venticinque anni, mentre la seconda è nata nello scorso anno scolastico. “Si tratta di fare musica insieme ai ragazzi e dare loro la possibilità di suonare uno strumento musicale divertendosi, ma al tempo stesso apprendendo un linguaggio, quello della musica, particolarmente affascinante. Le due scuole – spiega – si esibiranno con strumenti a fiato, archi, percussioni: insomma, un modo per passare dalla classica alla leggera e per cementare il legame tra i ragazzi in modo gioioso e non competitivo. Siamo alla terza edizione di questa iniziativa, le prime due si sono tenute al Salone degli Arazzi del Collegio Alberoni, abbiamo dovuto fermarci poi per la pandemia e riprendiamo ora a Palazzo Farnese”.
    

Per quanto riguarda il liceo Gioia, i ragazzi impegnati nell’orchestra diretta dal professor Franco Marzaroli sono circa una trentina, mentre il quarto circolo didattico vanta un gruppo di 120 bambini: “E’ un progetto che portiamo avanti dal 2014 – spiega la referente didattica Elisabetta Menozzi – ispirato al modello didattico musicale elaborato da Josè Antonio Abreu in Venezuela, nato per offrire ai bambini dei quartieri più poveri l’opportunità di usare la musica come elemento di riscatto sociale ed educazione alla cittadinanza. Il linguaggio musicale per noi rappresenta un elemento di inclusione nel contesto di una multiculturalità sempre più frequente e diffusa nella nostra città. Inizialmente il progetto ha preso il via alla Caduti sul Lavoro, attraverso lo studio del violino e del violoncello integrato con quello dei fiati e delle percussioni, con l’estensione dello studio degli strumenti musicali a tutto il quarto circolo didattico. Attualmente sono 120 gli alunni che seguono i laboratori orchestrali in orario scolastico. L’arricchimento di questa grande orchestra è avvenuto anche attraverso il sistema Abreu. E’ grazie alla Fondazione di Piacenza e Vigevano che possiamo contare su contributi finalizzati alle nostre attività musicali”. 

Pubblicato il 15 maggio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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