Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Il Papa: da Scalabrini impariamo a ritrovare il gusto dell'Adorazione

adorazione scalabrini

Coltivare un capace di diffondere la mentalità della vicinanza e riscoprire il significato dell'Adorazione come radice di ogni impegno, anche nell'accoglienza dell'altro: sono i due appelli che il Papa trae dall'esempio di san Giovanni Battista Scalabrini e che oggi ha rilanciato ai missionari e alle missionarie di San Carlo all'udienza che ha chiuso, a Roma, il convegno di Spiritualità Scalabriniana sul tema «Io verrò a radunare tutte le genti», organizzato ad un anno dalla canonizzazione del vescovo padre dei migranti ed apostolo del catechismo. Da Piacenza erano presenti anche padre Mario Toffari, direttore dell'Ufficio diocesano Migrantes, tra i relatori del convegno, e suor Giuliana Bosini, superiore generale della Provincia di San Giuseppe delle missionarie di San Carlo.

Cooperatori dello Spirito Santo

"Migrare - ha subito precisato papa Francesco all'udienza - non è un dolce peregrinare in comunione; è spesso un dramma. E, come ciascuno ha diritto a migrare, così a maggior ragione ha diritto a poter rimanere nella propria terra e a viverci in modo pacifico e dignitoso. Tuttavia la tragedia di migrazioni forzosamente causate da guerre, carestie, povertà e disagi ambientali è oggi sotto gli occhi di tutti. E proprio qui entra in gioco la vostra spiritualità: come disporre il cuore verso questi fratelli e sorelle? Con il sostegno di quale cammino spirituale?".

"Scalabrini ci aiuta, proprio guardando ai missionari dei migranti come a cooperatori dello Spirito Santo per l’unità. La sua è una visione illuminata e originale del fenomeno migratorio, visto come appello a creare comunione nella carità - ha proseguito il Pontefice -. Ancora giovane parroco, egli stesso racconta di essersi trovato, alla Stazione Centrale di Milano, davanti ad una massa di migranti italiani in partenza per l’America. Racconta di aver visto «tre o quattro centinaia di individui poveramente vestiti, divisi in gruppi diversi. Sulle facce [...] solcate dalle rughe precoci che suole imprimervi la privazione, traspariva il tumulto degli affetti che agitavano in quel momento il loro cuore. [...] Erano emigranti [...] Si disponevano ad abbandonare la patria» (L’emigrazione italiana in America, 1888). Immagini purtroppo consuete anche per noi. E il Santo, impressionato da quella grande miseria, comprese che lì c’era un segno di Dio per lui: l’appello ad assistere materialmente e spiritualmente quelle persone, perché nessuno di loro, lasciato a sé stesso, andasse perduto, smarrendo la fede; perché potessero giungere, come dice il profeta Isaia, alla santa montagna di Gerusalemme «da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari» (66,20). Cavalli, carri, portantine, muli e dromedari, a cui potremmo aggiungere oggi barconi, TIR e carrette del mare; ma la destinazione resta la stessa, Gerusalemme, la città della pace (cfr Sal 122,3-9), la Chiesa, casa di tutti i popoli (cfr Is 56,7), dove la vita di ognuno è sacra e preziosa. Sì, per Scalabrini questa Gerusalemme è la Chiesa cattolica, cioè universale, e tale perché “madre”, perché città aperta a chiunque cerca una casa e un porto sicuro".

toffari

Padre Mario Toffari, direttore della Migrantes della nostra diocesi, è stato tra i relatori del convegno di Spiritualità Scalabriniana a Roma.

Una mentalità di vicinanza

E qui per papa Francesco c’è un primo appello per noi, "a coltivare cuori ricchi di cattolicità, cioè desiderosi di universalità e di unità, di incontro e di comunione. È l’invito a diffondere una mentalità della vicinanza – «vicinanza», questa parola-chiave, è lo stile di Dio, che si fa vicino sempre – una spiritualità, una mentalità della cura e dell’accoglienza, e a far crescere nel mondo, secondo le parole di San Paolo VI, «la civiltà dell’amore». Sarebbe però utopico pretendere che tutto ciò possa realizzarsi con le sole forze umane. Si tratta invece di cooperare all’azione dello Spirito, e dunque di agire nella storia sotto la guida e con l’energia che viene da Dio: di lasciarsi conquistare dalla sua infinita tenerezza per sentire e agire secondo le sue vie, che non sempre sono le nostre (cfr Is 55,8), per riconoscerlo in chi è straniero (cfr Mt 25,35) e per trovare in Lui la forza di amare gratuitamente lo straniero".

Ogni impegno sia radicato nella preghiera

Ecco allora il secondo appello che ci rivolge il Santo Vescovo di Piacenza, "quando insiste sulla necessità, per il missionario, di avere un rapporto d’amore con Gesù, Figlio di Dio Incarnato, e di coltivarlo specialmente attraverso l’Eucaristia, celebrata e adorata. Penso che abbiamo perso il senso dell’adorazione. Abbiamo preghiere per fare qualcosa..., preghiere belle..., ma [è importante] in silenzio, adorare. La mentalità moderna ci ha tolto un pochettino questo senso dell’adorazione. Riprenderlo, per favore, riprenderlo".

L'allocuzione al Sinodo di Piacenza del 1879

Il Papa ha richiamato quanto Scalabrini amasse l’Adorazione, a cui si dedicava anche di notte, nonostante la stanchezza per i suoi estenuanti ritmi di lavoro, e alla quale non rinunciava di giorno, pur nei momenti di maggiore attività. Senza preghiera non c’è missione! Papa Francesco ha citato un passo del suo discorso finale al Sinodo diocesano di Piacenza del 4 settembre 1879: "[Non] lasciatevi sviare da un certo pazzo sfrenato desiderio di aiutare gli altri, trascurando voi stessi [...]. È giusto che voi vi facciate tutto a tutti; ma [...] ricordatevi degli Angeli che nella Scala di Giacobbe ascendevano a Dio e discendevano fino a terra [...]. Anche voi, infatti, siete Angeli del Signore». Salire a Dio - ha fatto notare il Pontefice - "è indispensabile per poi saper discendere fino a terra, per essere «angeli dal basso», vicino agli ultimi: non a caso la scala di Giacobbe (cfr Gen 28,10-22) è posta proprio al centro dello stemma episcopale di Scalabrini".

suore scalabriniane

La piacentina suor Giuliana Bosini (prima a sinistra) con altre missionarie e laiche scalabriniane al convegno di Roma.

"Dunque, care sorelle, cari fratelli, eccovi un invito a rinnovare il vostro impegno per i migranti, e a radicarlo sempre più in un’intensa vita spirituale, sull’esempio del vostro Fondatore - ha concluso il Papa -. Assieme a questo, però, voglio dirvi un grandissimo grazie, per il tanto lavoro che fate in tutto il mondo! Dai tempi di Buenos Aires sono testimone di questo lavoro, e lo fate tanto bene. Grazie, grazie tante! Andate avanti, Dio vi benedica. E pregate, pregate anche per me, perché questo “mestiere” non è facile!".

Pubblicato il 14 ottobre 2023

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. Il parroco di Gaza: «Iniziato il razionamento di acqua»
  2. Papa Francesco: «Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace»
  3. Attacco contro Israele: Custodia Terra Santa, a tutti i frati «limitare gli spostamenti»
  4. Papa Francesco nella Laudate Deum: «Di fronte alla crisi climatica non reagiamo abbastanza»
  5. In Terra Santa alla scoperta dei progetti dell’8xmille: «La ricchezza di una firma»
  6. La ricerca della pace nella Città Santa. Padre Ibrahim: «Si sono dimenticati di noi»
  7. La Fisc e l'incontro con padre Francesco Patton: un dialogo ispirato dalla Regola di San Francesco
  8. Il Vescovo di Bengasi: «le parole non bastano»
  9. Il presidente della Caritas di Rabat: «ci vorranno anni per la ricostruzione»
  10. La profonda solidarietà del Papa alle vittime del terremoto in Marocco
  11. Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina: Zuppi, «i bambini devono poter tornare in Ucraina, la vera vittoria è la pace»
  12. «Sogno una stretta di mano tra Papa Francesco e il presidente Xi Jinping per una svolta di pace nel mondo»
  13. Inizia il Tempo del Creato
  14. Don Patricello: «Strada e social sono cattivi maestri»
  15. Meeting di Rimini. Card. Zuppi: costruiamo un mondo amico, no a razzismi e intolleranze
  16. Al via il Meeting di Rimini. Il presidente Mattarella sarà presente il 25 agosto
  17. Papa Francesco in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre
  18. Loudes, messa per i giovani piacentini della Gmg
  19. Mons. Pezzi da Mosca: «lo spazio è aperto all’ascolto del Papa» ma «la pace è un dono e va implorata»
  20. La Fism promuove l'alimentazione sana della prima infanzia

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente